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Manfredonia, necessità di posti barca, partono nuovi lavori. Studio Unice stronca i porti turistici

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
10 Aprile 2010
Manfredonia //

Porto turistico - progetto area (Stato)
Porto turistico - progetto area (Stato)
LO STUDIO UNICE – “Migliorare l’esistente senza nascondere l’esigenza di nuove strutture”. Fu questo il messaggio di Ucina in materia di portualità turistica. Ottimizzando l’esistente, secondo uno studio del 2007 della Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche e Affini, si potrebbero ricavare 39 mila nuovi posti barca da diporto. In occasione della 48ma edizione del Salone Nautico Internazionale, l’associazione delle industrie nautiche evidenziò il conflitto tra posti barca disponibili e domanda di mercato e alla nautica da diporto (40.000 occupati, un valore commerciale 2008 di oltre 7 miliardi di euro, il 25% del cluster marittimo nazionale). 243 porti (di cui 97 dedicati in modo esclusivo al turismo), quattrocentomila barche da turismo, una su tre ormeggiata in mare: questo il quadro della nautica da diporto in Italia dipinto da Ucina. Secondo l’associazione, sono 139 mila gli ormeggi dei porticcioli italiani, contro 400 mila imbarcazioni da diporto attive. Due su tre restano a terra o in navigazione. Dei 39 mila nuovi posti ricavabili migliorando l’esistente, 4.500 potrebbero diventare realtà in Liguria, Veneto e Friuli, 9.000 tra Emilia, Toscana, Lazio, Marche e Abruzzo, ben 25.500 in meridione e isole. Razionalizzando i bacini, 13.500 ormeggi sarebbero ottenibili subito con la dislocazione di pontili galleggianti, 10.000 in pochi anni grazie al posizionamento di piccole infrastrutture, e 15.500 in più tempo con opere impegnative come drenaggi. Per questo, l’associazione ha avviato una collaborazione con Legambiente al fine di integrare la visione del comparto con un’ottica di tutela del paesaggio. Al governo i cantieri italiani chiedono infrastrutture, modifiche fiscali e la revisione di due leggi: la 84/1994, con l’inserimento dello yachting all’interno della gestione dei porti commerciali e la 509/1997, che ha aiutato il settore con la definizione di “porto turistico”, ma necessita l’inserimento della definizione di “porto a secco”. Il “dry storage”, parcheggio per barche in capannoni a terra vicini al mare, sta diventando una pratica sempre più diffusa. L’80% della flotta italiana è sotto i dodici metri. Negli Stati Uniti i porti a secco, conservando meglio le barche, hanno raggiunto tariffe più alte di quelli a mare, ma l’Italia é indietro. “Il nostro studio parte da una fotografia dell’esistente e individua la possibilità di potenziare, senza grandi interventi, il sistema, valorizzando e razionalizzando spazi ora non dedicati al diporto, in particolare quelli non più utilizzati per il commercio marittimo e per la Marina Militare. Si tratta ora di trovare le modalità per avviare questa piccola rivoluzione”: disse il presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni. “Nell’analisi di oltre 200 siti abbiamo dovuto valutare le situazioni ambientali più diverse. Dei 39 mila posti barca individuati da Ucina la maggior parte utilizza e riconverte aree già dedicate alla portualità. E abbiamo voluto coinvolgere Legambiente proprio per avere fin dall’inizio una “sensibilità” per le tematiche ambientali”.

IL PORTO TURISTICO DI MANFREDONIA – Dovrebbero cominciare a maggio i lavori per la realizzazione del nuovo porto turistico del centro sipontino, sulla costa sud del promontorio del Gargano. A comunicare la data di partenza dei lavori, tramite un comunicato stampa, l’assessore all’urbanistica del Comune, Franco La Torre, per il quale saranno sufficienti “36 mesi” per rendere “operativa” la struttura (inizialmente si era parlato invece di un periodo complessivo di 4 anni). La struttura sorgerà a ridosso del molo di Ponente del porto commerciale di Manfredonia (parte di un più ampio piano riqualificazione urbanistica e funzionale della fascia litoranea situata al di sotto della linea ferroviaria,nel tratto compreso tra Piazza Marconi, Comparto CB6 e l’abitato di Siponto) e occuperà una superficie di oltre 250mila metri quadri, di cui 150mila dedicati allo specchio acqueo (diverse però le cifre iniziali comunicate dalla stessa amministrazione – vedi in seguito). Saranno settecento i posti barca a disposizione del diporto, più diversi servizi e strutture ricettive tra cui un parcheggio per 900 automobili. IL PROGETTO OPERE A TERRA: Area portuale: mq. 60.800; i parametri urbanistici: lo scorso 25 gennaio 2007 il Consiglio Comunale ha ratificato con delibera n°1 l’accordo di programma sottoscritto dal Sindaco di Manfredonia e dal Presidente della Regione Puglia per la realizzazione del Porto Turistico ”Marina de Gargano”. Questi i parametri: urbanistici: Sup. coperta: mq. 9.525, Altezza max: m. 11,50, Sup. aree verdi: mq. 9.000, sup. carenaggio e manovra: mq. 4.000; Volumetria totale: mc. 49.870, Indice fabbr. territoriale: mc/mq 0,67, Parcheggi: mq. 16.100, Officina rimessaggio: mq. 2.700

LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO – “Non è stata una impresa facile– ha spiegato l’ex sindaco Campo durante la conferenza stampa del progetto– dall’iniziale scelta politica meditata e sostenuta con caparbietà ma anche con raziocinio, al confronto aperto con la città con gli organismi tecnici, culturali, sociali, passando attraverso mille polemiche. Un sostanziale supporto finanziario è venuto dal terzo protocollo del Contratto d’area nel quale sono stati confluiti i fondi recuperati dalle imprese che non li hanno utilizzati. Diciotto milioni di euro, circa la metà della spesa totale. Il via libera quindi del soggetto istruttore e il superamento di tutte le verifiche tecniche e di legge. Quando tutto era ormai pronto è arrivata la crisi economica-finanziaria che ha rimesso tutto in discussione”. GALLI – “Il solo aumento del cinquecento per cento del canone demaniale – ha esemplificato Galli – ha comportato uno sfasamento negli impegni finanziari a fronte peraltro di una politica restrittiva degli Istituti di credito. La Gespo ha fronteggiato le situazioni aperte anche con il sostegno del Comune e di quanti sono impegnati in un progetto che rappresenta una forte evoluzione culturale della Manfredonia non solo marinara”. “Un progetto nel quale – ha evidenziato Rotice – il pubblico e il privato hanno collaborato in piena sintonia e nel quale noi crediamo fermamente”. In conferenza stampa è stato detto che il nuovo porto andrà ad occupare la nicchia medio-alta del diportismo nautico potendo usufruire di fondali fino a sei metri che consentono l’attracco di barche anche di sessanta metri. 660 i posti barca previsti. “Sarà un impianto all’avanguardia nel settore – ha spiegato Sergio Delli Carri coordinatore dell’equipe dei tecnici progettisti – aperto al pubblico, nel quale non saranno costruiti alloggi ma solo strutture di servizio al porto ma anche alla città. Non ci sarà nessuna colata ci cemento – ha tenuto a ribadire – in quanto sarà utilizzata la pietra del Gargano. Fra l’altro avrà un’area a verde di diecimila metri quadri, la più estesa della città”. Fra le dotazioni anche uno speciale pontile per le emergenze affidato al “118”, ha ricordato Di Tullo che ha annunciato “l’apertura in Piazza Giovanni XXIII di un riferimento commerciale per la opportuna pubblicizzazione del porto turistico Marina del Gargano”.

NEL PASSATO – Già lo scorso 14 giugno del 2008 era stata già data notizia che per il porto turistico di Manfredonia si era arrivati “finalmente alla fase di cantierizzazione”. La società Gespo srl (azienda locale ammessa con altre 46 ai finanziamenti del Terzo Protocollo aggiuntivo al Contratto d’area di Manfredonia – Monte Sant’Angelo – Mattinata, una società con Mucafer capofila della quale fanno parte accreditate imprese europee specializzate fra cui quella che dovrà gestire la struttura) è l’ente che aveva ottenuto dalla Regione Puglia la concessione dell’area demaniale dove realizzare la struttura. Alla sottoscrizione dell’atto (gennaio 2007) la società era rappresenta da Ugo Galli, suo consigliere delegato e legale rappresentante, nonché dal geometra Renato Beccia. Tra i presenti anche l’attuale l’assessore al demanio e patrimonio del Comune di Manfredonia, Rocco Piccolo. La sottoscrizione avvenne negli Uffici del Settore demanio e patrimonio, innanzi all’Ufficiale rogatore della Regione Puglia Nicola Lopane, e firmato per l’ente regionale da Michele Loffredo, dirigente del Settore demanio e patrimonio. Il progetto, va chiarito, appartiene addirittura alla prima giunta Campo (giugno 2004). Per una clausola inserita nell’atto di concessione, si disse nel giugno del 2008, i lavori dovevano partire già “entro i prossimi 120 giorni”. Dunque nel settembre del 2008. Al tempo il sindaco Campo espresse la propria “soddisfazione” per la realizzazione di una struttura “volano dell’economia locale”. Per una superficie complessiva di 273.845 metri quadri (di cui 108.635,54 di area a terra e 165,209,45 di specchio acqueo – anche se inizialmente si era parlato di 262.827 metri quadri, dei quali dei quali 147.727 formeranno lo specchio d’acqua e 115.100 destinate alla banchina, moli e pontili fissi, attualmente invece ridotti a oltre 250mila metri quadri, di cui 150mila dedicati allo specchio acqueo), con spazi costruiti pari a 11.050 metri quadri che svilupperanno un volume di 48.890 metri cubi, il nuovo porto sorgerà a ridosso della radice del molo di ponente del vecchio porto, dinnanzi a Piazza Falcone e Borsellino e al villaggio dei pescatori, fino alla foce del collettore di Ponte Lungo. 700 i posti barca previsti (di svariati dimensioni) per 900 posti auto, con il verde attrezzato pari ad una superficie di 16.500 metri quadrati, per un investimento complessivo pari a 55 milioni di euro (divisi tra 19,6 milioni come contributo del Terzo protocollo del contratto d’area e 36,4 milioni finanziati dalla Gespo srl). Il nuovo porto si chiamerà “Marina del Gargano”, poiché “situato nel vertice del golfo che disegna lo sperone del Gargano”. Per la costruzione dell’opera (di cui una struttura miniaturizzata è stata testata presso i bacini di verifica di Aversa della facoltà di ingegneria della Seconda Università degli studi di Napoli) sono stati previsti 48 mesi di lavori. Tra la documentazione tecnica e amministrativa che accompagna il progetto, “voluminoso” è il fascicolo di pareri e di valutazioni ambientali rilasciati da una pletora di enti a vario titolo interessati all’iniziativa.

I PORTI ATTUALMENTE PRESENTI A MANFREDONIA

IL VECCHIO PORTO COMMERCIALE – INDUSTRIALE: Il porto è costituito da due lunghi moli a gomito (molo di ponente lungo 900 m e molo di levante di 925 m) e dalla banchina tramontana. Alla radice del molo di ponente esiste una darsena denominata “Cala Spuntone”. Pericoli: numerosi gavitelli e corpi morti all’interno del porto. Orario di accesso: continuo. Per accedere bisogna comunicare all’Autorità Marittima l’arrivo e la partenza in porto. Posti barca: 365. Lunghezza max: 20 m. Divieti: velocità massima 3 nodi; è vietato gettare fuoribordo immondizie e rifiuti di qualsiasi genere nelle acque portuali.

DIPORTO: Cala Spuntone (radice molo di ponente) Centro Velico Gargano n. 50 posti; molo di Tramontana, Lega Navale Italiana n. 90 posti per una lunghezza massima di 18 m ; spiaggia Diomede Sig. Guglielmi Francesco n. 30 posti; spiaggia Diomede Circolo Nautico Apeneste n. 40 posti; radice molo di Levante n. 35 posti; Cala delle Sirene c/o Lido Acqua di Cristo n. 120 posti. Le imbarcazioni da diporto possono anche attraccare alla testata del molo di Ponente previa autorizzazione dell’Autorità Marittima.

PORTO MARINA CALA DELLE SIRENE – Il Marina Cala delle Sirene si trova in prossimità della radice del Porto Industriale di Manfredonia, il località Acqua di Cristo; è composto da tre pontili galleggianti sistemati all’interno di una darsena in parte banchinata. Il porto può ospitare dalle 180 alle 200 barche ed è aperto tutto l’anno. Pericoli: molo del Porto Industriale di Manfredonia lungo 2,5 Km (segnalato con luci). Orario di accesso: continuo. Posti barca: 180/200. Lungh. max: 25m.

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