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Il Patto è tratto

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
10 Novembre 2009
Economia //

patto1FoggiaIN CALO del 24,8 %, nel 2009, i pagamenti della Giunta foggiana,  rispetto all’anno passato.  Con aggiornamento al 4 novembre, sono stati oltre 27 (27.949) i milioni relativi agli investimenti dell’amministrazione del capoluogo dauno, “libera” in un certo senso nello sviluppo dei propri piani interni, ma vincolata alle quote prestabilite dal Patto di Stabilità. Un patto da rispettare: pena un rapido peggioramento dei saldi di finanza pubblica interni (il Patto di Stabilità e crescita (Psc) è un accordo stipulato dai paesi membri dell’Unione Europea, inerente il controllo delle rispettive politiche di bilancio, per mantenere stabili i requisiti di adesione alla cosiddetta ‘Eurozona’, vale a dire l’Unione Economica e Monetaria *).

Un calo moderato, quello della Giunta foggiana, se si considera che nella graduatoria stilata, stamane, dal Sole24ore sono stati considerati in linea, con gli investimenti fatti nel 2008, i comuni che si sono attestati nell’anno in corso ad un quota pari al 90%. Foggia, come detto, ha raggiunto, il 65,2%. “Maglie nere” invece per Agrigento (24,8) Ragusa (39,2) e Perugia (43,1) le città con i disavanzi maggiori negli investimenti dell’ultimo biennio.

Nonostante i criteri adottati, i meccanismi del Patto di Stabilità continuano a suscitare le critiche di organi statali (con funzioni giuridiche, amministrative), come ad esempio alla Corte dei Conti, che avrebbe chiesto un pronunciamento alla Consulta sulla “legittimità costituzionale” dello stesso accordo stipulato dai paesi dell’Unione, poi determinatosi come Psi (interno). Un accordo “nato dall’esigenza di “convergere” le economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht, con principale parametro da controllare l’indebitamento netto” (saldo fra entrate e spese finali al netto delle operazioni finanziarie, comprese le partecipazioni e i conferimenti, della Pubblica Amministrazione (P.A.) e la causa di formazione dello stock di debito).

La richiesta alla Consulta di un vaglio sulla “legittimità costituzionale” del Patto giunge a pochi giorni dall’incontro fra singole amministrazioni e il Governo centrale, in attesa della nuova Finanziaria. Per diversi comuni, “a prescindere dai soldi realmente in cassa”,  il Patto aveva  iniziato già a bloccare i pagamenti per i mesi di giugno e luglio: solo grazie agli interventi del decreto anticrisi 2009, del ministro Tremonti, un prezioso 4% dei soldi “in parcheggio”, per le amministrazioni, sarebbe stato sbloccato.

Le criticità maggiori per i comuni si manifesteranno in ogni modo nel corso dei prossimi mesi: per tutti i casi di mancato rispetto ai vincoli del Psi, la legge richiederà un miglioramento dei saldi interni pari al 48% nel 2009, con il picco del 165% nel triennio successivo.

Il problema principale resterà quello di comprendere quali amministrazioni vivano realmente una situazione di “tranquillità finanziaria apparente”, e dunque di “rispetto” allo stesso Psi: quello che andrà stabilito è se i “dividendi sostanziosi” delle amministrazioni locali giungano dal sostegno, o meno, di società partecipate** (così costringendo le stesse Giunte a fare dei salti mortali per portare il bilancio in pareggio) o se invece siano il frutto di una conduzione non oculata fra entrate e spese annuali (che determina al contrario una situazione di più rapido ripristino interno).

Sempre in riferimento al rispetto dei vincoli del Psi, a luglio di quest’anno la Conferenza Stato-Città italiana aveva dato il via libera ai premi per gli enti virtuosi, vale a dire per le amministrazioni locali che avevano rispettato il Psi nel 2008, così centrando i parametri indicati dalla legge di riferimento. I benefici – una torta di poco più di 170 milioni di euro – furono indirizzati a circa 1.400 comuni. Oltre il caso della Giunta comunale di Milano, “beneficiata” con circa 7milioni di euro di premio, tutti i capoluoghi pugliesi, tranne Brindisi, rientrarono nell’elenco dei premiati. Tre con una cifra che superò il milione (Bari premiata con 1.786.000 euro, Taranto 1.378.069 e Lecce 1.128.926,00) per Foggia invece qualcosa come 600mila euro, per la precisione 595.628,00 euro.

campolascia Ancora più nello specifico, solo Cerignola, nella provincia, non riuscì ad ottenere alcun riconoscimento in danaro. Premiata anche l’amministrazione di Manfredonia ( con circa 461mila euro), di San Severo, con poco più di 371mila euro, e Lucera premio per 264mila 803euro. Premiati, tra gli altri comuni, Vieste, Vico del Gargano, Mattinata, Margherita di Savoia e Lesina. I premi dovrebbero arrivare ai comuni entro fine dicembre.

(per Manfredonia, dando una occhiata ai totali fra Spese correnti,
spese in conto capitale e spese per rimborso di prestiti, nell’esercizio del 2008
: per i Residui Conservati e Stanziamenti Definitivi di Bilancio il totale finale è stato pari a 20.581.338, 68 milioni di euro; per gli stessi totali, alla voce “Conti dei tesorieri” il totale è stato pari a 17.231.568,39; per gli impegni, nell’esercizio 2008: totale pari a  17.231.568,39; totale pari invece a 3.349.770,27 milioni di euro per i minori residui o economie-  per le entrate: considerando le voci ‘Entrate Tributarie’, Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di altri Enti pubblici, anche in rapporto all’esercizio di funzioni delegate, Entrate Extratributarie, Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti,Entrate derivanti da accensioni di prestiti, Entrate da servizi per conto di terzi: nell’esercizio finanziario del 2008 pari a 133.950.552,32 milioni di euro Residui Conservati e Stanziamenti Definitivi di Bilancio; un saldo negativo di 14.093.448,29, invece, per le Maggiori o minori entrate ).

Va tuttavia ricordato che i benefici in danaro per le amministrazioni derivano da criteri fissati nel nuovo patto di stabilità interno del 2009 , che ha infatti determinato dei prospetti di rilevazione del ”Monitoraggio semestrale per le Province e i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti”, in applicazione delle disposizioni di cui al comma 1 dell’articolo 9-bis del decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102.

Con il nuovo meccanismo, il Governo ha deciso di premiare i comuni con i saldi in positivo tramite una somma pari al 70% de mancati risparmi delle amministrazioni cosiddette “in difetto” (su 1000 euro di obiettivi mancati 700 vanno nelle tasche del comune disciplinato). Peccato però, come fatto notare dall’economista del Sole, G. Trovati, che Palermo e Catania siano state premiate, e reclamizzate sui giornali come amministrazioni virtuose, grazie ai tributi mandati dallo Stato (per obiettivi mancati da grandi amministrazioni)  per contrastare le voragini nelle casse interne, sviluppatesi nel tempo.

In base alle penalità stabilite, che restano in ogni caso: fissato un taglio del 30% nei compensi agli amministratori, oltre ai rischi (più elevati concretamente) per i precari legati alla stessa amministrazioni (tagliati definitivamente fuori da ogni ipotesi di stabilizzazione). Sarà quindi la spesa corrente a costituire il primo paletto da rispettare per i comuni, con un limite al 5% sotto il livello minimo registrato tra il 2005 e il 2007.

giannimongelliSi ricorda infine che la Giunta Mongelli ha stanziato, di recente, un piano di risamento amministrativo per recuperare una somma pari a 29.658.959,39 euro, da oggi (27 ottobre 2009) al 31 dicembre 2011. Una proposta avanzata dall’Amministrazione al Consiglio comunale e condivisa dall’intera maggioranza (22 voti favorevoli e 10 ‘no’ dai consiglieri di minoranza). Il disavanzo relativo al biennio 2008-2009, sarebbe stato provocato da minori entrate per 4 milioni di euro e maggiori spese per poco più di 6,5.

Con deliberazione 399, relativa alla seduta dello scorso 22 ottobre 2009, con oggetto: “Patto di stabilità 2009. Presa d’atto delle risultanze del monitoraggio del 1°semestre 2009, verifica andamento gestionale per il 2° semestre 2009 e misure organizzative finalizzate al rispetto della tempestività dei pagamenti da parte dell’Ente“, la Giunta, preso atto che i residui del titolo II delle spese in conto capitale al 31 dicembre 2007 (competenza e residui) ammontano ad € 149.477.572,95 e che pertanto, la detrazione spettante alla Provincia di Foggia è pari ad € 5.979.102,92 , ai sensi e per gli effetti dell’art. 9-bis del dl 78/2009 (legge 102/09) e che con decreto del Ministero del’Economia e delle Finanze si stabilisce che alle province non spetta il premio di virtuosità ai sensi dell’art. 77-bis del dl 112/2008; oltre al fatto che i dati cumulati al 30 giugno 2009 devono essere trasmessi a far data dal 13 ottobre 2009 ed entro il 31 ottobre 2009, ha deliberato di di dare mandato, inoltre, al Settore finanziario di monitorare il saldo finanziario per il secondo semestre 2009, al fine di verificare gli andamenti gestionali per l’adozione di eventuali azioni
correttive indispensabili per il perseguimento dell’obiettivo del rispetto del patto di stabilità.

Nell’ultimo bimestre del 2009 si dovrebbe  provvedere pertanto alla cessione dei suoli residui nelle diverse zone della 167, operazione da cui si attendono entrate di poco superiori a 3,5 milioni. Nel biennio 2010-2011 circa 18 milioni di euro sono attesi da maggiori entrate – attuazione dei programmi urbanistici in itinere (10,3 milioni), alienazioni e assegnazioni di suoli (5,2 milioni), entrate tributarie e amministrative (1,8 milioni) e condono edilizio (360.000 euro) – e da minori spese – revisione dei contratti e delle convenzioni per prestazioni di servizio (6,6 milioni), fitti di uffici e locali (1,6 milioni) e spese di economato (800.000 euro).

Note

* Il Patto di Stabilità si richiama agli articoli 99 e 104 del Trattato di Roma costitutivo della Comunità Economica Europea (così come modificato con il Trattato di Maastricht) e si attua attraverso il rafforzamento delle politiche di vigilanza sui deficit ed i debiti pubblici, nonché un particolare tipo di procedura di infrazione, la Procedura per Deficit Eccessivo (PDE), che ne costituisce il principale strumento. Come si legge nella relazione pubblicata sul sito della Commissione, infatti, «Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) è la concreta risposta dell’UE alle preoccupazioni circa la continuità nel rigore di bilancio nell’Unione Economica e Monetaria (UEM). Stipulato nel 1997, il PSC ha rafforzato le disposizioni sulla disciplina fiscale nella UEM di cui agli articoli 99 e 104, ed è entrato in vigore con l’adozione dell’euro, il 1º gennaio 1999». In base al PSC, gli Stati membri che, soddisfacendo tutti i cosiddetti parametri di Maastricht, hanno deciso di adottare l’euro, devono continuare a rispettare nel tempo quelli di ordine fiscale, ossia: un deficit pubblico non superiore al 3% del PIL; un debito pubblico al di sotto del 60% del PIL (o, comunque, un debito pubblico che dia segnali di rientro). A tale scopo, il PSC ha implementato la PDE di cui all’articolo 104 del Trattato, la quale nello specifico consta di tre fasi: avvertimento, raccomandazione e sanzione. Se il deficit di un Paese membro si avvicina al tetto del 3% del PIL, la Commissione europea propone, ed il Consiglio dei Ministri europei in sede di Ecofin approva, un “avvertimento preventivo” (early warning), al quale segue una raccomandazione vera e propria in caso di superamento del tetto. Se a seguito della raccomandazione lo Stato interessato non adotta sufficienti misure correttive della propria politica di bilancio, esso viene sottoposto ad una sanzione che assume la forma di un deposito infruttifero, da convertire in ammenda dopo due anni di persistenza del deficit eccessivo. L’ammontare della sanzione presenta una componente fissa pari allo 0,2% del PIL ed una variabile pari ad 1/10 dello scostamento del disavanzo pubblico dalla soglia del 3%. È comunque previsto un tetto massimo all’entità complessiva della sanzione, pari allo 0,5% del PIL. Se lo stato adotta invece “tempestivamente” le misure correttive, la procedura viene sospesa fino a quando il deficit non viene portato sotto il limite del 3%. Se le stesse si rivelano, però, inadeguate, la procedura viene ripresa e la sanzione irrogata. Il primo early warning fu proposto dalla Commissione e approvato dall’Ecofin nel 2001 contro l’Irlanda. L’Italia ha subito una PDE nel 2005, chiusa senza sanzioni nel 2008 per l’avvenuto rientro del deficit entro i parametri e per la tendenziale diminuzione del debito pubblico.(fonte: Wkipedia)

** Con Decreto Interministeriale (economia e interno), sentita la Conferenza Unificata, da emanarsi entro il 30 settembre 2009, saranno definite le modalità e la modulistica per assoggettare al Patto di Stabilità Interno le Società a Partecipazione Pubblica totale o di controllo: a) titolari di affidamenti pubblici locali senza gara; b) che svolgono funzioni dirette a soddisfare esigenze di interesse generali a carattere non industriale e commerciale; c) che operano per conto della Pubblica Amministrazione a supporto di funzioni amministrative di natura pubblicistica. In questo modo trova attuazione quanto, in parte, si prevedeva nell’art. 23 bis, del Dl 112/2008 (manovra estiva 2008) che rimandava a successivo regolamento (ancora fermo in forma di bozza) l’estensione delle regole del patto di stabilità anche alle società pubbliche, in particolare a quelle in house.

(immagine tratta da camolei.blogspot)

(il testo del presente articolo, anche alla voce Manfredonia, è di esclusiva proprietà del quotidiano Stato)

Esso si richiama agli articoli 99 e 104 del Trattato di Roma costitutivo della Comunità Economica Europea (così come modificato con il Trattato di Maastricht) e si attua attraverso il rafforzamento delle politiche di vigilanza sui deficit ed i debiti pubblici, nonché un particolare tipo di procedura di infrazione, la Procedura per Deficit Eccessivo (PDE), che ne costituisce il principale strumento. Come si legge nella relazione pubblicata sul sito della Commissione, infatti, «Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) è la concreta risposta dell’UE alle preoccupazioni circa la continuità nel rigore di bilancio nell’Unione Economica e Monetaria (UEM). Stipulato nel 1997, il PSC ha rafforzato le disposizioni sulla disciplina fiscale nella UEM di cui agli articoli 99 e 104, ed è entrato in vigore con l’adozione dell’euro, il 1º gennaio 1999».

Prescrizioni e sanzioni [modifica]

In base al PSC, gli Stati membri che, soddisfacendo tutti i cosiddetti parametri di Maastricht, hanno deciso di adottare l’euro, devono continuare a rispettare nel tempo quelli di ordine fiscale, ossia:

A tale scopo, il PSC ha implementato la PDE di cui all’articolo 104 del Trattato, la quale nello specifico consta di tre fasi: avvertimento, raccomandazione e sanzione. Se il deficit di un Paese membro si avvicina al tetto del 3% del PIL, la Commissione europea propone, ed il Consiglio dei Ministri europei in sede di Ecofin approva, un “avvertimento preventivo” (early warning), al quale segue una raccomandazione vera e propria in caso di superamento del tetto. Se a seguito della raccomandazione lo Stato interessato non adotta sufficienti misure correttive della propria politica di bilancio, esso viene sottoposto ad una sanzione che assume la forma di un deposito infruttifero, da convertire in ammenda dopo due anni di persistenza del deficit eccessivo. L’ammontare della sanzione presenta una componente fissa pari allo 0,2% del PIL ed una variabile pari ad 1/10 dello scostamento del disavanzo pubblico dalla soglia del 3%. È comunque previsto un tetto massimo all’entità complessiva della sanzione, pari allo 0,5% del PIL. Se, invece, lo Stato adotta tempestivamente misure correttive, la procedura viene sospesa fino a quando il deficit non viene portato sotto il limite del 3%. Se le stesse si rivelano, però, inadeguate, la procedura viene ripresa e la sanzione irrogata. Il primo early warning fu proposto dalla Commissione e approvato dall’Ecofin nel 2001 contro l’Irlanda. L’Italia ha subito una PDE nel 2005, chiusa senza sanzioni nel 2008 per l’avvenuto rientro del deficit entro i parametri e per la tendenziale diminuzione del debito pubblico.[1]

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