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Monster – Kiss, 2012

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
10 Novembre 2012
Musica //

Gene Simmons (fonte: www.musicmap.it)
Titolo: Monster
Artista: Kiss
Etichetta: Universal
Genere: Hard Rock
Uscita: 9 ottobre 2012


C’è un modo per non invecchiare mai. Suonare rock n’ roll, salire sul palco con i volti dipinti e trasformare il proprio gruppo in un marchio da milioni di dollari. Ladies and gentleman, ecco a voi i geni del brand management: i Kiss.

Chi si attendeva una ventata di novità ha evidentemente sbagliato i conti. Nonostante i tentativi di innovazione degli anni passati (The Elder, tanto per fare un esempio), la ruota del destino ha portato i Kiss a riproporre negli ultimi album la loro formula base: riff taglienti, refrain orecchiabili e hard rock a tutto spiano. La stessa di Destroyer, Love Gun e altri platter scolpiti nella memoria degli aficionados.

I paragoni sono sicuramente eccessivi: quello che ha appena debuttato nei negozi di dischi non è di sicuro il nuovo capolavoro del combo. Questo non toglie però che Monster conquisti ben più di una sufficienza risicata, grazie a un’efficacia compositiva che può nascere solo da anni di esperienza. Scolpire i ritornelli nella memoria, far ciondolare la testa a tempo e accompagnare lunghi viaggi in automobile: a questo sono sempre serviti gli album dei Kiss. E Monster svolge egregiamente tutti questi compiti.

Dal 1972 (quando vedeva la luce il nucleo originario dei Kiss) ad oggi sono cambiate molte cose: è caduto il blocco sovietico, sono crollate le torri gemelle, è sparita la lira: ma i quattro visi pitturati più longevi della musica sono ancora lì, a suonare lo stesso rock n’ roll del secolo scorso. Senza mostrare segni di debolezza.

Monster - cover
Il colore dei soldi

La loro scommessa, i Kiss l’hanno già fatta tempo addietro: salire sul palco in qualità di emeriti sconosciuti con un annuncio roboante (“Volete il meglio, e avrete il meglio!”), mascherando con il facepainting un’età troppo avanzata per una band emergente. Ora il tempo degli azzardi è finito: Simmons e soci giocano solo sui cavalli vincenti, a tutto beneficio del loro conto in banca. Tra i più invidiabili del rock, sia detto per inciso.

Tutto, in questo Monster, ricalca le alchimie di successo degli anni d’oro dei Kiss: l’opener Hell Or Hallelujah richiama l’attitudine di I Stole Your Love (che apriva il masterpiece Love Gun, datato 1977), The Devil Is Me segue il sulfureo sentiero di God Of Thunder (canzone-feticcio di Destroyer, 1976) e in All For The Love Of Rock & Roll non è difficile trovare echi di Rock and Roll All Nite (Dressed to Kill, 1975). Tutte canzoni che hanno contribuito a creare il mito dei Kiss, unica rock band che può contare su un vero e proprio esercito di fedelissimi: la Kiss Army, appunto, come vengono definiti i seguaci del verbo di Stanley, Simmons & Co. Fan disposti a qualunque cosa, innanzitutto a spendere i propri sudati risparmi in dischi, concerti, riproduzioni dei propri beniamimi e materiali griffati di qualunque genere, dalla biancheria intima alle bare per l’estremo saluto.

Paul Stanley (fonte: www.allposters.it)
Back to the future

Quarant’anni di carriera e 20 dischi all’attivo. I Kiss arrivano a questo Monster con un bagaglio di traguardi a cifra tonda. Ma guardarsi indietro non serve a nulla, quando il tempo perde di importanza. Il Demone, l’Uomo gatto, l’Uomo dello spazio e il Ragazzo delle stelle (questi i personaggi incarnati dalle quattro maschere) suonano la colonna sonora del loro sacro rito come se non fosse passato nemmeno un giorno.

Un disco, questo Monster, che trasuda professionalità da tutti i pori, pur senza riservare particolari sorprese. Il songwriting è accattivante e furbo quanto basta, le soluzioni non sono mai banali (pur seguendo la più classica marca Kiss), la performance dei quattro è assolutamente da manuale. E l’insieme suona incredibilmente schietto e diretto: un pregio non da poco, in tempi di postproduzione selvaggia che tende ad appiattire tutto sul mero piano della sovraincisione a posteriori.

Il platter sembra un’uscita dei tempi che furono. Di quando il computer non aveva sostituito la perizia d’esecuzione. Di quando il tempo limite per un vinile erano i 45 minuti (proprio la durata di Monster, guarda un po’). Di quando il rock era rock, senza tante sottocategorie che a volte puzzano tanto di snob.

Se esiste una formula dell’eterna giovinezza, l’hanno scovata Gene Simmons e la sua banda di sessantenni dal cuore rockettaro. Ascoltare e prendere appunti, please.

Tracklist

01. Hell or Hallelujah
02. Wall of Sound
03. Freak
04. Back to the Stone Age
05. Shout Mercy
06. Long Way Down
07. Eat Your Heart Out
08. The Devil Is Me
09. Outta This World
10. All for the Love of Rock & Roll
11. Take Me Down Below
12. Last Chance

Line up

Paul Stanley – chitarra, voce
Gene Simmons – basso, voce
Tommy Thayer – chitarra, voce
Eric Singer – batteria, voce


Valutazione: 7/10


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