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FOGGIA Centenario dell’arrivo dell’Acquedotto Pugliese a Foggia (FOTOGALLERY)

Dalle opere al Palazzo alla Fontana del Sele un secolo di sviluppo e di progresso 

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
11 Aprile 2024
Foggia // Politica //

Foggia. Cento anni fa, un evento trasformativo ha toccato le vite della comunità di Foggia, segnando un momento di svolta nel suo percorso verso il progresso e il benessere. Il 21 marzo 1924, le acque cristalline del fiume Sele iniziarono a fluire nelle vene della città attraverso l’Acquedotto Pugliese, un’opera di ingegneria tanto ardita quanto visionaria. Questo non fu solo il culmine di un progetto ambizioso, ma l’alba di una nuova era per il capoluogo dauno. La portata di questa conquista va ben oltre una semplice ricorrenza centenaria, rappresenta un profondo cambiamento nelle fondamenta stesse della comunità. L’arrivo dell’acqua a Foggia ha infuso speranza e ha rinnovato lo spirito di una popolazione assetata non solo di risorse idriche, ma anche di progresso e di nuove possibilità.

Oggi, cento anni dopo, ci ritroviamo a celebrare non solo il trionfo tecnico che ha reso possibile questa impresa, ma anche l’indomito spirito di una comunità che ha visto nell’acqua una fonte di vita, un legame che unisce passato, presente e futuro. Questa ricorrenza è un momento di profonda riflessione emotiva e di gratitudine verso coloro che hanno trasformato un sogno audace in una realtà duratura, un’opera che continua a garantire benessere e prosperità per l’intero territorio.

L’Acquedotto Pugliese, quindi, più che una struttura fisica, si rivela come il cuore pulsante di Foggia, un cuore che ha iniziato a battere forte un secolo fa e che continua a nutrire la vita di questa terra con un flusso ininterrotto di speranza e rinnovamento.

L’arrivo dell’acqua a Foggia – Cenni storici

Venerdì 21 marzo 1924: una data che segna un’epoca indimenticabile per Foggia, un momento storico impresso indelebilmente nella memoria collettiva. In questa giornata di inizio primavera, l’acqua delle sorgenti del fiume Sele, zampillando vigorosamente a 420 metri sul livello del mare dalla roccia del monte Paflagone, nell’Appennino campano, tra le province di Avellino e Salerno, raggiunse finalmente Foggia. Un sogno lungamente inseguito ma di enorme complessità sotto il profilo tecnico e dai costi esorbitanti.

Un sogno che cominciò a materializzarsi a seguito delle insistenze delle popolazioni locali, esasperate dalle epidemie dovute alla scarsità d’acqua, che portarono nel 1868 all’indizione di un concorso vinto dall’ingegnere salernitano Camillo Rosalba, ideatore di un progetto rivoluzionario che prevedeva di deviare le acque del Sele in Puglia. Il suo piano, sebbene inizialmente accantonato, gettò le basi per future realizzazioni.

La causa dell’acquedotto trovò un fervente sostenitore in Matteo Renato Imbriani, eletto a Trani, che trasformò la questione in una battaglia nazionale sotto lo slogan “Acqua e Giustizia”.

La sua tenacia fu fondamentale nel portare alla Camera, nel 1889, la proposta di legge che avrebbe avviato i lavori nel 1906, con un investimento di 125 milioni di lire dell’epoca. Il culmine di questo lungo percorso si materializzò con l’arrivo dell’acqua del Sele a Bari nel 1915 e a Foggia il 21 marzo 1924, quando dalla fontana in piazza Cavour si levò un getto d’acqua alto 25 metri, sotto lo sguardo della Madonna dei Sette Veli e alla presenza di Gaetano Postiglione, ingegnere foggiano e presidente dell’Ente Autonomo per l’Acquedotto Pugliese (EAAP) dal 1923 al 1932, insieme a una folla esultante. Un evento a cui dedicò un’intera pagina La Gazzetta di Puglia e che meritò una copertina commemorativa sulla Domenica del Corriere, grazie all’arte di Achille Beltrame. 

Ragioni atmosferiche fecero sì che la data dell’inaugurazione dell’Acquedotto Pugliese coincidesse precisamente con quella dell’annuale solennità religiosa della Madonna dei Sette Veli.
Mancano pochi minuti alle ore 16.00, uno squillo di tromba annuncia l’arrivo della Madonna in piazza Cavour. Il momento è solenne, commovente: tutti si scoprono di fronte alla Sacra Tavola preceduta dal Capitolo della Cattedrale e da S.E. Pomares. La Madonna è collocata su di un trono artisticamente addobbato dalle maestranze delle officine ferroviarie: mentre viene cantato il Te Deum, si accendono fuochi di artificio tra immensi spari di mortaretti. L’ansia si fa più viva, perché si aspetta il momento in cui potrà zampillare l’acqua. Uno squillo di tromba e donna Maria Postiglione taglia il nastro tricolore e la tradizionale bottiglia di champagne va ad infrangersi sulla fontana, tra grandi applausi ed evviva della folla. Finalmente l’acqua zampilla da tutti i fori della vasca e raggiunge un’altezza meravigliosa”. (da La Gazzetta di Puglia del 22 marzo 1924) 

L’entusiasmo della cittadinanza per l’arrivo dell’acqua segnò la fine di un’era difficile e l’avvio di un periodo di prosperità e progresso sociale. Gaetano Postiglione, nel suo ruolo chiave, non solo guidò questo cambiamento ma volle anche celebrarlo con la costruzione di due palazzi simbolo: uno a Bari, sede dell’Ente, e l’altro a Foggia, come Direzione Compartimentale, affidandone il progetto all’ing. Cesare Brunetti, in forza allo stesso EAAP. Queste strutture non solo servirono come centri operativi, ma divennero anche testimoni tangibili della grandezza ingegneristica e del progresso umano rappresentati dall’acquedotto, considerato da Postiglione come “la maggiore opera del nostro tempo”.

Il Palazzo di Acquedotto Pugliese di Foggia

É un gioiello architettonico eretto nel 1926 sotto la guida dell’ingegnere Cesare Vittorio Brunetti, incarna la bellezza senza tempo dello stile liberty. Situato strategicamente tra le vie Scillitani e Isonzo, è molto più di una sede amministrativa. Il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese a Foggia è un monumento alla grandezza dell’ingegneria e al gusto estetico dell’epoca. Entrando attraverso i suoi due distinti ingressi, ci si trova immersi in un’atmosfera di eleganza e maestosità. Il cortile interno, circondato da imponenti facciate, crea uno spazio di contemplazione e connessione tra gli edifici, una sorta di oasi urbana che accoglie chiunque varchi la soglia.

Il palazzo, bianco e imponente, si estende per sei piani, con le sue decorazioni in cemento che catturano lo sguardo e conferiscono un’eleganza raffinata. Ogni dettaglio, dalle cornici elaborate alle fini decorazioni, rivela l’attenzione al dettaglio e l’amore per l’arte che ha ispirato la sua creazione. Ma è sul suo tetto che il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese rivela veramente la sua bellezza distintiva. Qui, due cupole imponenti si ergono maestose, dominando il panorama urbano e conferendo al palazzo un’impronta neobarocca unica. Questi elementi architettonici, simboli di grandezza e prestigio, si uniscono armoniosamente al paesaggio cittadino, trasformando il palazzo in una testimonianza vivente del passato e del presente di Foggia. Il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese non è solo un edificio, ma un’icona di storia, cultura e bellezza. La sua presenza imponente e la sua straordinaria architettura continuano a incantare e ispirare, testimoniando l’abilità e la creatività dell’uomo nel plasmare il proprio ambiente e creare opere che resistono alla prova del tempo.

Centenario Fontana del Sele a Foggia icona storica che continua a fluire attraverso il tempo (5)
Centenario Fontana del Sele a Foggia icona storica che continua a fluire attraverso il tempo (5) maizzi

La Fontana del Sele

La Fontana del Sele, gioiello di Foggia e testimonianza vivente dell’arrivo dell’acqua in città, festeggia un secolo di storia. Questo simbolo di benessere e prosperità, battezzato il 21 marzo 1924 e progettato dall’ingegnere ravennate Cesare Brunetti (che ha anche disegnato le Fontane Virgiliane di Piazza XX settembre, inaugurate il 28 ottobre del 1930), è molto più di una semplice struttura; è un’icona di bellezza e significato che ha plasmato l’identità della città nel corso dei decenni.

La fontana si erge maestosa al centro di una vasca circolare, dominata da una grande stella marina a cinque punte. Questo simbolo di vitalità e rinascita è sostenuto da un imponente pilastro centrale in cemento armato, che conferisce alla struttura un’eleganza senza tempo. La sua forma evoca l’immagine di una conchiglia, elemento che richiama le acque marine che hanno viaggiato per portare il dono prezioso dell’acqua alla città. L’acqua del fiume Sele, portata fino a Foggia grazie al lavoro instancabile dell’Acquedotto Pugliese, ha alimentato non solo le fontane della città, ma anche i sogni e le speranze di intere generazioni.

Il suo flusso costante, simbolo di vita e rigenerazione, ha trasformato il paesaggio urbano e ha ispirato un senso di gratitudine e ammirazione tra i cittadini. Affidata all’Impresa di Costruzione dei fratelli Giovanni e Antonio Quarato, la Fontana del Sele è stata realizzata con cura e attenzione ai dettagli, testimoniando l’abilità artigianale dei suoi creatori. Ogni elemento, dalle eleganti curve della conchiglia alla precisione della stella marina, è stato plasmato con passione e dedizione, creando un’opera che continua a incantare e ispirare chiunque vi si avvicini. Oggi, a cento anni dalla sua inaugurazione, la Fontana del Sele continua a brillare come un faro di speranza e bellezza, un monumento alla forza dell’ingegno umano e alla generosità della natura. La sua presenza in città è un costante promemoria del potere trasformativo dell’acqua e del suo ruolo centrale nella vita e nella storia di Foggia

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“Non tutto ciò che viene affrontato può essere cambiato, ma niente può essere cambiato finché non viene affrontato.” JAMES ARTHUR BALDWIN

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