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Chirurgo estetico peggiora l’aspetto di una paziente: niente “lesioni alla persona”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
11 Dicembre 2012
Casi e Sentenze //

Chirurgia estetica (st - SSTR)
Foggia – IL chirurgo estetico che a seguito di un intervento, non migliora, anzi peggiora l’aspetto della paziente, non può, tuttavia, essere condannato per lesioni, perché gli inestetismi non sono una malattia. Così, la Cassazione, con la recente sentenza 47265, ha escluso il reato per gli interventi non riusciti e di conseguenza anche il diritto ai maxi risarcimenti. Non ha trovato dunque accoglimento la richiesta ai giudici di una signora 47 enne, che si era messa nelle mani di un professionista per correggere una serie di imperfezioni dell’addome, del dorso, delle ginocchia, delle cosce e delle mammelle, ottenendo risultati non proprio soddisfacenti. Subito dopo il passaggio davanti allo specchio era scattata, da parte della donna, la denuncia contro il chirurgo.

La signora aveva visto un eccesso di tessuti e delle irregolarità sulla pancia, me queste erano addirittura secondarie rispetto all’effetto finale della mastoplastica additiva, tra l’altro non richiesta, con la quale le erano state inserite due protesi di “differente volume e peso”, collocate in zona “retro ghiandolare” anziché “retro muscolare”. Il risultato erano seni asimmetrici, uno dei quali si muoveva innaturalmente. Una situazione che aveva compromesso anche la sua funzione sessuale, a causa dell’inevitabile disagio che provava a mostrarsi senza gli abiti.

Ma la Cassazione, non condividendo le contestazioni mosse dalla paziente, ha escluso che gli “inestetismi procurati con l’avventuroso trattamento chirurgico” possano essere considerati una malattia, né che risultava compromessa “l’integrità della funzione sessuale”. In aggiunta , ed un pò impietosamente, la Corte ha, poi, affermato che contano anche l’età e l’aspetto estetico che si ha prima di arrivare sul tavolo operatorio. “Non c’è dubbio che l’insulto estetico, tuttavia da rapportarsi all’età e alla pregressa condizione estetica – si legge nella sentenza – possa essere causa di responsabilità non patrimoniale da fonte contrattuale ex extracontrattuale, ove ne sussistano le condizioni. Esso però non può essere confuso con lo stato di malattia richiesto dalla legge penale, perché resti integrato il delitto di lesioni”.

La questione, invece , del risarcimento, in particolare in merito alla mastoplastica additiva, non richiesta ma frutto di un’iniziativa del chirurgo, si ha riguardato il parere del giudice civile. La Cassazione , in questo caso, ha accolto però in parte il ricorso del chirurgo e in parte anche quello della signora. La Suprema Corte ha invitato, infatti, i giudici di merito a rivedere la loro decisione in merito alla scelta di escludere il reato di lesioni colpose anche riguardo a una grave emorragia che la paziente aveva avuto durante l’operazione all’addome.

La perdita di una notevole quantità di sangue aveva provocato un brusco abbassamento dell’emoglobina che avrebbe potuto essere fatale, soprattutto perché l’intervento era stato eseguito in una struttura privata di day surgery, da un solo chirurgo e non da un’equipe come previsto dalla legge.

In conclusione la Cassazione ha ammesso che un disastroso risultato estetico può essere fonte di una vera e propria depressione e quindi di malattia. Ma la paziente/ricorrente, che per apparire bella aveva inutilmente sofferto anche più di un po’, non aveva mai affermato di essere depressa!

(A cura dell’Avv. Eugenio Gargiulo)

1 commenti su "Chirurgo estetico peggiora l’aspetto di una paziente: niente “lesioni alla persona”"

  1. trovo incredibile ed inquietante che un professionista probabilmente esperto e conosciuto nell’ambiente,possa arbitrariamente sottoporre la donna ad inserimento di protesi senza consenso della stessa.POCO SPAZIO nell’articolo è dedicato a questa ”mostruosita’ . saluti

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