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OMICIDIO Filippo Turetta, la Società italiana di Psichiatria: “Sono più numerosi i cattivi dei matti”

La presidente Bondi: "Errore ricondurre automaticamente efferati delitti ad un disturbo psichiatrico"

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
11 Dicembre 2023
Cronaca // Editoriali //

VENEZIA – “I gravi casi di cronaca in cui si verificano efferati delitti che turbano l’opinione pubblica – come il caso Turetta e l’omicidio di Giulia Cecchettin – ma anche altri gravi reati in cui i comportamenti rompono gli argini della normalità, siamo portati a pensare che sia una persona malata di mente a commettere questi atti. In realtà è un errore ricondurli automaticamente ad un disturbo psichiatrico o ad un vizio di mente.

Al netto delle valutazioni di merito del singolo caso dobbiamo ricordare che il male esiste, la violenza viene agita continuamente in vari ambiti della nostra società e i disturbi antisociali della personalità non possono essere restituiti alla sicurezza, in termini di pericolosità sociale, da un approccio medicalizzato”.

Così Emi Bondi, presidente della Società italiana di Psichiatria intervenuta stamani a Venezia, alla tavola rotonda su Psichiatria e Giustizia promossa da Motore Sanità presso la ex Scuola Grande San Marco al campo Santi Giovanni e Paolo.

“È un dato di fatto- ha aggiunto la psichiatra- che nella nostra società sono più numerosi i cattivi che i matti e ciò pone un problema semmai di prevenzione, sicurezza sociale, cura e custodia a tutto tondo.

La psichiatria non può occuparsi dell’ordine pubblico mentre può e deve operare nelle carceri, interagire profondamente con il sistema della giustizia e della reclusione e custodia ai fini della sicurezza e dalla cura di pazienti disturbati ma nell’attuale sistema di interazione della Psichiatria e della Giustizia siamo oltre le nostre possibilità.

Servono dunque- ha concluso Bondi- riforme concrete delle articolazioni dei servizi di Salute mentale, sia in ospedale che sul territorio, nelle carceri e negli altri luoghi di custodia ma al contempo un adeguamento in termini di quantità e qualità delle dotazioni strumentali, strutturali e di personale in cui effettuare la presa in carico, la cura e la custodia di chi commette reati e di chi, tra questi, è affetto da gravi vizi di mente. La psichiatria è fuori e dentro le carceri ma senza risorse, personale e strumenti”.

Fonti verificate: DIRE //

1 commenti su "Filippo Turetta, la Società italiana di Psichiatria: “Sono più numerosi i cattivi dei matti”"

  1. Da medico e neuropsichiatra infantile, che ha seguito molteplici corsi nazionali ed internazionali di psicologia investigativa e criminologia, confermo quanto detto dalla Presidente della SIP, drssa Emi Bondi.
    Mi riferisco al discorso in generale, tengo a precisare , non al caso specifico di Turetta.
    Intanto un appello ai mass media :
    Finitela di parlare di raptus o follia anche perché il termine raptus non esiste a livello psicodiagnostico, è stato coniato dai media ed è un termine o strategia difensiva ormai abusata dai legali degli imputati, finalizzata ad avere uno sconto di pena o evitare l’ergastolo, ma ciò, rischia di rimettere troppo presto in libertà, individui socialmente pericolosi per reiterazione del reato in assenza di strutture idonee ad esempio le REMS in cui ospitarli perché queste sono in minoranza rispetto ai soggetti che delinquono con patologie psichiatriche o disturbi di personalità.
    Inoltre sono aumentati i reati commessi da minori sia in gruppo che singoli e ciò è stato ribadito recentemente dalla Drssa Angrisano del TdM dell’ Aquila, che ha lanciato un allarme parlando di una esplosione di violenza da parte di minori.
    Ciò e’ secondo la mia esperienza lavorativa clinica il frutto di una assente educazione alle regole ai divieti ed a tollerare le frustrazioni, per cui questi bambini, cresciuti assecondati in tutti i loro capricci diventano precocemente dei piccoli tiranni ed in età adolescenziale delinquono o fanno uso di sostanze o fanno parte di baby gang o gruppi di bulli spesso per combattere la noia che non tollerano e per imporre con prepotenza la loro frustrazione.
    Questa generazione definita da me generazione A cioè anempatica anetopatica ed anaffettiva non ha sviluppato il senso di colpa né di responsabilità o rimorso è autoentrata ad avere gratificazioni ora e subito e cio spiega l’aumento degli accessi alle UOC di npi in adolescenza e preadolescenza perché la rabbia esplode sproporzionata al primo ostacolo anche minimo della vita ( bocciatura , rimprovero, delusione amorosa) ed è riversata su cose o persone inclusi sé stessi .
    I genitori devono essere educati ad assumersi la responsabilità di essere emotivamente presenti e vigilare sui figli, sulle amicizie, sui contatti che hanno sui social e sui loro comportamenti , non possono cadere dal pero se il figlio commette un reato, giustificandolo o minimizzando ciò che ha fatto ( tipica reazione) e bisogna rivolgersi agli specialisti competenti se si notano comportamenti preoccupanti ( isolamento o perdita di interesse per attività piacevoli, aggressività, disturbi del sonno o ipoalimentazione).
    Bisogna rivolgersi al PLS o al MMG che invierà ad uno psichiatra o neuropsichiatra infantile non ad uno psicologo in prima battuta.
    Questo perché la diagnosi deve essere fatta da uno psichiatra in quanto può essere necessaria una terapia farmacologica oltre che cognitiva in caso di squilibri biochimoci cerebrali. Quindi psichiatra e psicologo in equipe.
    Non si può andare solo in psicoterapia se si e’ in balia di pensieri ossessivi o depressivi o con rischio per la incolumita’ di se’ o degli altri.
    I giovani sono ciò che assorbono, quando cambieranno i modelli ( canzoni trap o rap che istigano alla violenza di genere, challenge estreme con istigazione al suicidio, serie TV su mafia ed affini in cui i boss diventano poi modelli da emulare, vedi Gomorra ) cambieranno anche loro.
    Conta l’esempio più che la predica e ciò dovrebbe valere in ogni famiglia.
    Io suggerirei che oltre ai corsi prematrimoniali ci sia una preparazione alla genitorialità.
    I figli non sono soggetti da venerare come Dio in terra bensì da educare ad affrontare gli ostacoli della vita insegnando rispetto di persone, regole sociali , abituando alle frustrazioni ed a parlare o confidarsi senza timore di punizioni o giudizi con i genitori o altre figure adulte di riferimento, se ci sono dei problemi in modo da prevenire poi tragedie annunciate.
    Drssa Anna La Barbera

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