Foggia – Appuntamento a sorpresa e tanta curiosità. Il Moody Jazz di Nino Antonacci, locale foggiano celebre per le notti di note jazzistiche, per l’appuntamento di mercoledì 30 sceglie di mettere l’interruttore in funzione scherzo. Due giorni al primo aprile, forse, il motivo del contagio? Chissà, fatto sta che “Mister O”, che celebrerà l’ennesima serata in musica in Via Nedo Nadi, fuor di gioco di parole, resta un vero e proprio mistero. Incerta la provenienza (l’unica cosa sicura è che proviene da fuori nazione), resta invece marcata a fuoco la sicura qualità ed un livello che, all’opposto, viene annunciato tutt’altro che criptico.
Ma l’attesa non deve lasciar passare messaggi di approssimazione. Tutt’altro. Come ammesso dallo stesso Antonacci in una nota, l’identikit dell’artista è scaturito da una scelta “ponderata, ricercando un perfetto compromesso fra l’indiscutibile qualità dell’artista, la sua popolarità e la capacità di soddisfare i gusti musicali di gran parte del pubblico”.
Un gioco, dunque, che solletica la curiosità degli abituèe (per giunta il nome non è noto neppure allo stesso staff del Moody) e dei neofiti del locale e che potrebbe determinare una nuova canalizzazione verso il locale sito all’interno dell’ex Cristallo. Tanto più perché, un po’ per scrupolo, un po’ per onestà, il Moody ha previsto un rimborso per quanti, al termine del concerto, non saranno soddisfatti dell’esibizione dell’artista misterioso. Anche se, poi, il nome deve essere effettivamente di grandissimo risalto. Se è vero, come è vero che il suo svelamento indurrebbe gli organizzatori ad approntare “diversi concerti consecutivi nel nostro club o cercare location più capienti”.
Quella del Moody, dunque, è una scommessa bella e buona, innestata sulle ali dell’entusiasmo e cavalcante quel bellissimo grifone che è divenuto, negli anni, “Lune…dì jazz”. Ecco come, nelle parole dell’onnisciente Antonacci, “Mister O è una nuova prova, è un nuova via per cercare di raccogliere la meraviglia, per rianimare la smania di scoprire e ritrovare quel senso di stupore un po’ perso nella possibilità virtuale di conoscere tutto prima”. E’ “la voglia di ricreare, anche solo per poco, l’attimo infinito della scoperta.”
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Indovina chi suona al Moody Jazz?
