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E continuano a chiamarli diversi

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
12 Maggio 2010
Editoriali //

Borgo Mezzanone (copyright Stato)
Entrata Borgo Mezzanone (image Stato 2010)
LINEA AUTOBUS PER IMMIGRATI ATAF, LA TESTIMONIANZA – Foggia – Passavo per la stazione verso le 19.30, aspettando il treno per andare a Lucera, quando vedo fermarsi un autobus dell’ATAF, quel numero 24/1, con cartello di destinazione “Borgo Mezzanone”. Durante la sosta, l’autobus viene invaso da una folla considerevole di giovani dai volti stanchi che, quasi consapevoli di essere i protagonisti di un austero e doveroso cerimoniale nei confronti di una società che non li accetta, sembravano vedere nel mezzo l’ultimo ostacolo prima di tornare a casa. La tratta 24/1 stazione- Borgo Mezzanone è stata introdotta soltanto pochi mesi fa, in aggiunta alla 24 che aveva come capolinea la villa comunale, quando l’Amministrazione comunale, d’accordo con i dirigenti dell’ATAF, ha ceduto alle proteste diffuse dei cittadini che si sentivano “a disagio” negli autobus, a causa della consistente presenza di immigrati, prevalentemente neri, che sono stati pertanto “raggruppati” in un unico autobus. Si evince che la disposizione di tale servizio aggiuntivo, che altro non ha fatto che soddisfare i desideri della massa che viaggia, sia stata semplicemente un pretesto per rendere ancor più difficoltosa l’integrazione di questi ragazzi che, costretti a sbarcare il lunario in qualità di venditori ambulanti o a lavorare in nero come braccianti agricoli, devono fare il possibile per essere fantasmi. Ma la cosa più raccapricciante è che la notizia di questo provvedimento non sia stata diffusa sufficientemente: ci sono stati pochissimi servizi ai telegiornali nazionali solo al momento dell’attuazione. Inoltre nessuno, per conto delle amministrazioni, comunale e regionale, ha avuto voglia, tempo e modo di fare dei controlli seri su quest’autobus, perché è palese che, attraverso questa politica che ha il solo intento di irrigidire norme e procedure nei loro confronti, a questi ragazzi non solo viene preclusa la possibilità di nuovi incontri, ma, salendo sull’autobus ammassati, anche l’opportunità stessa di comunicare tra di loro. Quindi mi chiedo: perché creare un autobus solo per extracomunitari e non attuare un potenziamento del servizio? Per quale motivo gli stranieri sono visti solo come un problema di ordine pubblico? Gli autisti di questa linea sono le vittime sacrificali? Mi riesce difficile comprendere quale sia la linea di demarcazione che separa le soluzioni messe in atto per facilitare l’integrazione degli immigrati in Italia da quelle che appaiono compatibili con la discriminazione nell’accesso ai sistemi di protezione sociale e ai servizi pubblici. Se è questo il prezzo da pagare alla globalizzazione, sarebbe stato preferibile che nessuno mai si muovesse. Sicuramente avremmo ottenuto tutti maggior dignità.
(la lettera è stata inviata gentilmente alla redazione dall’amico Nico Baratta, redattore Cultime di Foggia. Una lettera scritta da M.S, quindicenne, del Liceo Classico Bonghi di Lucera)

Michele Losappio, Regione Puglia
Michele_Losappio, Regione Puglia
LOSAPPIO: NO AD UNA ROSARNO PUGLIESE – “NO ad una Rosarno pugliese: iniziative a favore dei braccianti migranti che arriveranno in Puglia e in Capitanata per la stagione dei raccolti” sono state sollecitate dal presidente designato del gruppo Sel in Consiglio regionale, Michele Losappio, in una lettera agli assessori al lavoro Nicola Fratoianni e alla cittadinanza sociale Elena Gentile.
“La Caritas di Foggia– ricorda Losappio – ha lanciato un appello alle associazioni di volontariato per una tempestiva mobilitazione volta a garantire ai migranti che si apprestano a raggiungere la Capitanata per la raccolta del pomodoro dignità nel lavoro e condizioni di vivibilità. Sono le stesse considerazioni e gli stessi valori che in questi anni hanno visto la Giunta Vendola assumere iniziative concrete sia sul versante dell’accoglienza che su quello della prevenzione e del contrasto al lavoro nero”. “Sono convinto – aggiunge – che questo accadrà anche ora, per tempo e con maggiore efficacia del recente passato. Bisogna infatti concordare subito con AQP e con il territorio la disponibilità di serbatoi, bagni, docce. Prevedere e verificare forme di trasporto, monitorare l’accordo sottoscritto con la Guardia di Finanza per contrastare il lavoro nero e schiavistico”. “Il tragico precedente di Rosarno, con il coinvolgimento in questi giorni della Puglia attraverso l’arresto dei “caporali”, ci ammonisce a non indugiare. Conoscendo la vostra sensibilità e la conclamata attenzione verso i diritti universali dei cittadini del mondo sono certo – conclude Michele Losappio – che la Puglia farà anche questa volta la sua parte”.

IL CONVEGNO ALL’UBIK – Vivere la propria cultura in Italia, la propria religione, la propria civiltà. Essere musulmano, sentirsi italiano e restare contemporaneamente figlio di immigrati. È possibile? Quali rischi? Quali idee? Queste e altre domande sono al centro dell’incontro intitolato Giovani musulmani…Quali sfide? Seconde generazioni e associazionismo, organizzato in collaborazione con l’ Università degli Studi di Foggia, facoltà di Scienze della Formazione, in programma giovedì 13 maggio alle ore 19.00 nella sala eventi della libreria Ubik di Foggia. Oltre a Yassine Laffran, membro del Direttivo Nazionale dei Giovani Musulmani Italiani, sono previsti gli interventi di Patrizia Resta, docente di Etnoantropologia dell’Ateneo foggiano e del presidente del Centro Interculturale Baobab di Foggia, Domenico Lamarca. Presiede i lavori, la professoressa Rosa Parisi, docente di Antropologia delle culture del Mediterraneo dell’Università di Foggia.

Migranti, religione, civiltà. Cultura e, soprattutto, integrazione. Queste le parole protagoniste dell’incontro di giovedì 13 maggio, in una conferenza-dibattito aperta sia agli studenti dell’Ateneo foggiano che a tutti gli interessati, compresi insegnanti e formatori, lettori in genere e curiosi della diversità e delle “culture altre”. L’appuntamento consente anche di approfondire tematiche ormai improrogabili nel panorama culturale italiano, tanto al Nord che al Sud, attraverso rimandi ad alcuni dei migliori testi del genere in questione. Tra questi, si segnalano i seguenti titoli, oggetto stesso ma non limite della conferenza stessa: Giovani musulmani d’Italia (Carocci, 2007) di Annalisa Frisini, Porto il velo adoro i Queen (Sonzogno 2008) di Sumaya Abdel Qader, L’islam dentro casa. Identità e diritti di cittadinanza (Datanews, 2010) di Tariq Ramadan, Un quartiere multiculturale. Generazioni, lingue, luoghi, identità (Franco Angeli, 2006) di Giacalone F. e Pala L. e, infine, Nomadismi contemporanei. Rapporti tra comunità locali, stati-nazione e “flussi culturali globali”, a cura di Callari Galli M. ed edito da Guaraldi nel 2004.

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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