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Dopo Maroni, i rinforzi di Losappio: “hanno sottovalutato”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
12 Luglio 2010
Manfredonia //

(image Stato)
Un'altro momento della conferenza stampa nel Comune di Manfredonia (image Stato)
MANTOVANO: “RISPOSTA TARDIVA ? IL GOVERNO ATTIVO DA ANNI” – Al sottosegretario Alfredo Mantovano è spettata invece la difesa del Governo, la cui reazione è apparsa all’opinione pubblica forse tardiva ( “la presenza di Maroni non è il frutto degli eventi sanguinosi delle ultime ore, bensì il risultato di oltre un anno di attenzione del Governo al territorio” ).

MA MARONI CON CANDORE: “CRIMINALITA’ SOTTOVALUTATA MA PRESTO LE CONTROMISURE” – Più sincero Maroni nell’affermare che “sì, è stata sottovalutata l’escalation criminale che ha visto negli anni tristemente protagonista la provincia di Foggia, ma dalla riunione di oggi è emersa con chiarezza la necessità di prendere adeguate contromisure“.

Dal ministro degli Interni sono stati resi infine noti i numeri riguardanti i recenti beni confiscati definitivamente in provincia di Foggia: 16 immobili, di cui sette da assegnare e nove ancora da assegnare, oltre a beni mobili per un valore complessivo di due milioni di euro.

DOPPIA OPERAZIONE PRIMA DEL’ARRIVO DI MARONI – Sono state 7 le misure cautelari in carcere, emesse stamane dal Gip presso il Tribunale di Bari, dr. Sergio Di Paola, su richiesta del Sostito Procuratore della D.D.A. di Bari – dr. Domenico Seccia, nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione e favoreggiamento personale nei confronti del latitante Giuseppe Pacilli, colpito da Ordinanza di custodia cautelare in carcere e Ordine di carcerazione emessa dalla Procura Generale della Repubblica di Bari-Ufficio Esecuzioni Penali, perché condannato a 11 anni di reclusione per mafia, estorsioni e porto illegale d’armi.

I SOGGETTI INTERESSATI AI PROVVEDIMENTI – In particolare le 7 misure cautelari in carcere hanno riguardato: lo stesso Giuseppe Pacilli, nato a Monte Sant’Angelo nel 1972, latitante dal marzo 2009; Gianni Padovano, nato a San Giovanni Rotondo, nel 1977; Giuseppe Urbano, nato a San Giovanni Rotondo, classe 1983, Michele Sforza, nato a Monte Sant’Angelo, classe 1966, Antonio Pacillo, nato a Manfredonia classe 1955, Anna Conoscitore, nata a Manfredonia il 15 luglio 1973, Barbara Troiano nata in Francia classe 1959.

IL PROFILO DEL LATITANTE – GIUSEPPE Pacilli era uomo di fiducia nonché autista del capo clan Francesco Libergolis, nato a Monte Sant’Angelo l’08 febbraio 1943, alia Cicillo, ucciso in un agguato a Monte Sant’Angelo il 26 ottobre del 2009 ( L’agguato: ucciso Francesco Libergolis. Pacilli era stato coinvolto nella maxi operazione della Dda di Bari sulla mafia garganica, del 23 giugno 2004, e sfociata nell’operazione Iscaro Saburo, nel corso della quale è stato tratto in arresto in esecuzione di Ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di mafia, estorsioni ed armi. Successivamente Pacilli è stato sottoposto agli arresti domiciliari con sentenza n.60/08 e 34/06 della Corte d’Appello di Bari, emessa lo scorso 8 luglio del 2008.

LA FUGA PRIMA DEL TERMINE DEL PROCESSO – Nel corso del processo di primo grado, con il giudizio abbreviato, l’otto giugno del 2006 è stato condannato ad 8 anni di reclusione per associazione mafiosa, estorsione e detenzione illegale di armi, condanna confermata in appello e dalla Corte di cassazione il 20 marzo del 2009. Alcuni giorni prima della definizione del processo dinnanzi alla Corte di Cassazione, al fine di sottrarsi alla esecuzione della pena definitiva Pacilli Giuseppe evase dagli arresti domiciliari rendendosi nuovamente latitante. L’uomo era inserito tra i 100 latitanti più pericolosi.

LE indagini degli inquirenti, iniziate nella primavera del 2009 dal Commissariato di Manfredonia e dalla Squadra Mobile di Foggia, finalizzate alla cattura del citato Pacilli, hanno consentito di accettare la responsabile dei sopra citati individui, dimoranti nei comuni di San Giovanni Rotondo, Mattinata, Manfredonia e Monte Sant’Angelo, che hanno favorito la latitanza dello stesso Pacilli.

ESTORSIONE A COMMERCIANTE DI SAN GIOVANNI PER FINANZIARSI LA LATITANZA – Nel corso delle attività investigative sono emerse anche altre attività delittuose, fra le quali l’estorsione ai danni di un commerciante di San Giovanni Rotondo, attività commerciale gestita e ordinata dallo stesso Pacilli, per finanziarsi lo stato di latitanza. “L’esecuzione dei procedimenti cautelari – dicono dalla Questura – offrirà la possibilità di spezzare la rete dei fiancheggiatori nonché d’impedire al latitante Giuseppe Pacilli di godere di appoggi che alimentano ulteriolmente la sua pericolosità e la possibilità di muoversi liberamente per porre in essere gravi azioni delittuose in danno di esponenti del clan rivale”.

CERIGNOLA, SEI ARRESTI PER DROGA – Sei persone sono state arrestate dagli agenti del commissariato di Cerignola su disposizione del gip del Tribunale di Foggia Rita Curci, nell’ambito di un’operazione antidroga denominata “Monte Bianco”. Una settima persona sarebbe anch’ella in stato di arresto. L’indagine è stata avviata dopo che è stata scoperta un’intensa attività di spaccio di cocaina da parte di un operaio della Sofim di Foggia. Le ordinanze di custodia cautelare sono state richieste dal pm della procura di Foggia, Lidia Giorgio. Gli accertamenti degli agenti del commissariato di polizia di Cerignola si sono avvalsi di intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno; sequestrati decine di grammi di cocaina e di hascisc, 180 grammi di sostanza da taglio e la somma contante di 2.160 euro.

GLI ARRESTATI – Si tratta di Roberto Deramo, 29 anni, Francesco Lastella, 25 anni, già condannato a quasi sette anni di reclusione nell’ambito del processo dell’operazione “Ghostbuster”, dell’ottobre 2008, Giovanni Mancino, 27 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, i fratelli Giuseppe (29 anni) e Alberto Menniello (32 anni) e Geremia Stranezza, 33 anni, che aveva finito di scontare gli arresti domiciliari il 7 luglio scorso. Questi nomi della banda sgominata oggi dagli agenti del commissariato di Cerignola nell’ambito dell’operazione “Monte Bianco” (dalla residenza in viale Monte Bianco dei fratelli Menniello, con Alberto ritenuto al vertice dell’organizzazione). Tutti arrestati con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; una settima persona è ricercata. Un intenso giro di cocaina che interessava anche Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia. Accertati, in un anno di indagini, 2006/2007, oltre 1400 episodi di spaccio. Lo scambio droga-soldi avveniva, in maniera fulminea, in strada o presso il domicilio dell’acquirente. Un’unica utenza telefonica, nell’arco della giornata, passava dalle mani di un pusher all’altro. L’indagine è stata avviata dopo la perquisizione effettuata a casa di un operaio della Sofim Iveco di Foggia, che da fonti investigative, spacciava cocaina proprio all’interno dello stabilimento di Borgo Incoronata. Una telefonata sul suo “cellulare di servizio”, mentre gli agenti di polizia perquisivano la sua abitazione, ha dato il via alla scoperta del traffico illecito.

(ha collaborato Nicola Saracino)

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