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Through the Never – Metallica, 2013

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
12 Novembre 2013
Musica //

Hammet - dal concerto (fonte: metallica.com)
Titolo: Metallica 3D – Through the Never
Artista: Metallica
Casa di produzione/Etichetta: Picturehouse/Blackened
Genere: Trash Metal
Uscita: 24 settembre (Lp) – 29 ottobre (film)

È possibile costruire una carriera trentennale su una coppia di album usciti a distanza di due anni l’uno dall’altro? Sì, è possibile. Almeno per i Metallica. L’importante è che i due album siano capolavori come Ride the Lightning e Master of Puppets, in grado di cancellare dalla memoria scivoloni di dimensioni epiche.

La prima prova filmica degli alfieri del metal ‘made in Bay Area’, di per sé, aggiunge poco o niente a quanto si sapeva già. La tracklist del concerto in forma di film è, nelle sue linee generali, quella tipica delle esibizioni live dei four horsemen. Che, se da un lato sfornano Lp dal gusto discutibile, una volta sul palco rispolverano la grinta dei tempi andati attingendo a piene mani dal repertorio dei primi cinque album, con una particolare attenzione per il periodo 1984-1986.

Through the Never - Cover
E allora? E allora tra possenti cavalcate e ritornelli scolpiti nella memoria di ogni rockettaro degno di questo nome, si dimentica tutto. I mediocri Load e Reload, i pessimi St. Anger e Lulu (con buona pace dei fan dell’appena scomparso Lou Reed, colpevole al 50 per cento di quest’ultimo album): gli errori degli ultimi anni si dissolvono sotto la colata di metallo rovente che i quattro rovesciano sul pubblico in sede live.

I Metallica dal vivo sono una scommessa vinta in partenza: una specie di Queen del ventiduesimo secolo, da questo punto di vista. L’esecuzione è ineccepibile e, pur senza particolari virtuosismi, la tela tessuta pezzo dopo pezzo è solida e non dimostra nessuna smagliatura.

L’amalgama tecnico si conferma uno dei punti di forza dell’insieme: al contrario di quanto accadeva nei primi anni, in cui il sound era sostanzialmente espressione del duo Hetfield-Ulrich (rispettivamente voce-chitarra e batteria), ora ogni elemento trova la sua collocazione, senza che nessun soggetto predomini sull’altro.

Hammet, Urlich, Hetfield - dal concerto (fonte: metallica.com)
Discorso a parte per il basso, croce e delizia dei fan dei Metallica ormai da decenni (ovvero dalla prematura scomparta di Cliff Burton). Per mettere subito le cose in chiaro, bisogna dire che Robert Trujillo è uno dei migliori bassisti in circolazione: ma resta un musicista sostanzialmente punk, sempre all’altezza ma non sempre ‘nella parte’. Insomma, mentre Jason Newsted (bassista di comprovata fede trash metal e primo sostituto di Burton) è sempre sembrato l’uomo sbagliato al posto giusto, il poderoso latinoamericano è sicuramente l’uomo giusto al posto sbagliato.

Ma si tratta comunque di dettagli: i 93 minuti del film (e gli altrettanti della colonna sonora) scorrono via senza un intoppo, a parte il pressoché inutile ricorso all’ormai abusato 3D. C’è persino spazio per una piccola storia, che scivola via con una trama leggera come quella di un video musicale. Through the Never, in fondo, è questo: il più lungo videoclip mai girato. Operazione riuscita, prova superata.

Meglio riascoltare i vecchi pezzi che doversi sorbire un’altra dose di Lulu. I fan ne hanno già avuto abbastanza.

Diamo atto ai Metallica di averlo capito. Se non in studio, almeno on stage.

Track by Track

* ………….. trascurabile
** …………. da ascoltare almeno una volta
*** ………… da inserire in shuffle sull’mp3
**** ……….. da ricordare
***** ………. capolavoro

Disc 1

1. The Ecstasy Of Gold  (n.d.) *
Ormai storica overture dei concerti dei Metallica. Per chi non lo sapesse, si tratta della morriconiana L’estasi dell’oro, composta per la colonna sonora de Il buono, il brutto, il cattivo. Senza voto, per ovvi motivi.

2. Creeping Death *****
Classico senza tempo, in versione tiratissima. Strofa assassina e ritornello orecchiabile quanto basta. Un manuale di trash metal in 6 roventissimi minuti.

3. For Whom The Bell Tolls *****
Altro brano di culto, ancora in veste ipervitaminizzata. Impossibile da spiegare a parole. Bisogna ascoltarla e basta.

4. Fuel **
Nel calderone del mediocre Re-load (album da cui è tratto il brano), Fuel riusciva a fare comunque la sua figura, sebbene non fosse un brano imperdibile. Dal vivo resta un’ottima scaldapubblico, ma poco più.

5. Ride The Lightning ****
Ed è ancora storia. Gli effetti scenografici sono decisamente pacchiani, ma non è il caso di sottilizzare. Il brano resta una piccola gemma sospesa tra aggressività e melodia.
 
6. One ****
Pezzo ormai diventato doveroso. Una ballad struggente che, nota dopo nota, si trasforma in un violento urlo disperato. Dal vivo, se possibile, rende ancora di più che su disco.

7. The Memory Remains **
Sarà colpa del refrain orecchiabile, ma The Memory Remains si è trasformato in una tappa immancabile nei concerti. Una scusa per far cantare il pubblico a squarciagola. Divertente, ma la genialità è altrove.

8. Wherever I May Roam ***
Trascinante, orecchiabile, con un riff difficile da dimenticare. Wherever è come il limoncello: nulla di particolarmente sopraffino, ma fa sempre piacere.
 
<Disc 2

1. Cyanide ***
Unica concessione al buon Death Magnetic (album da cui è tratto, datato 2008). Decisa ed energica, ricorda i vecchi tempi. I ‘tallica hanno sfornato di peggio.

2. …And Justice For All ****
Lunga, elaborata, complessa, quasi barocca. Eppure straordinariamente avvincente. La magica alchimia dei 4 regala una versione strabiliante di un brano di rara eleganza.

3. Master Of Puppets *****
Come We are the Champions per i Queen: un inno, un simbolo, una leggenda. Nel caso si potesse ascoltare un solo brano, questa sarebbe la traccia da scegliere.

4. Battery ****
Furia, velocità e acceleratore a mille per un pezzo tra i più amati dai fan dei quattro cavalieri.

5. Nothing Else Matters ***
Ballatona strappalacrime che non delude mai. Con Nothing… i Metallica tentarono la scalata alle classifiche. Riuscendoci magnificamente. Se il loro conto in banca è quello che è, lo devono anche a questo brano. Forse un po’ sopravvalutato negli anni passati: ma la colpa non è sicuramente die Hetfield e soci.

6. Enter Sandman ****
Un giro di chitarra in grado di rivaleggiare, in quanto a notorietà, con Smoke on the water per un brano che, dal vivo, ha il dannato vizio di funzionare sempre a dovere. Una vera bomba a orologeria. Tutta da godere.
 
7. Hit The Lights *****
Come in una storia circolare, si termina proprio dove tutto ebbe inizio. Hit the Lights fu, a tutti gli effetti, la prima canzone dei Metallica. Ed è ancora capace di scuotere gli animi. Questa non è più solo musica: questa è storia.

8. Orion ****
Sui titoli di coda, a concerto concluso, scorrono le immagini dei quattro impegnati nella strumentale Orion. L’assolo di basso fa scendere una lacrimuccia, ricordando lo scomparso Cliff Burton. Una delle prove più eteree dei Metallica, dove l’attitudine trash è stemperata in un inseguirsi di melodie che molto devono agli anni ’70. Degna conclusione.

Line up

James Hetfield – voce, chitarra ritmica
Kirk Hammett – chitarra solista
Robert Trujillo – basso
Lars Ulrich – batteria


Valutazione: 9/10


[Live in Italy]

Al momento non sono previste date in Italia

1 commenti su "Through the Never – Metallica, 2013"

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