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Omicidio Mangini: 14 anni a Miucci, conducente mezzo

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
13 Marzo 2010
Manfredonia //

Omicidio Mangini: fermo A.G.Grilli, conferenza a Bari, proc. Laudati (Stato '10)
Omicidio Mangini: fermo A.G.Grilli, conferenza a Bari, proc. Laudati (Stato '10)
Manfredonia – ENZO Miucci, 27enne originario di Manfredonia, è stato condannato a 14 anni di reclusione per omicidio, con l’aggravante delle finalità mafiose. Miucci, parente della famiglia Libergolis, è ritenuto il conducente della motocicletta utilizzata dai due killer che la sera del 2 settembre del 2001 uccisero a Manfredonia Matteo Mangini, ventenne sipontino. Il giovane fu crivellato di colpi di pistola sotto i portici di via Gargano, nei pressi di un bar. Per questo omicidio il 2 marzo scorso i carabinieri del reparto operativo hanno arrestato, su ordinanza di custodia cautelare chiesta dalla Dda, il secondo presunto killer, Angelo Gioacchino Grilli di 32 anni, ritenuto il passeggero della motocicletta.

OMICIDIO MANGINI – MAXI PROCESSO ALLA MAFIA GARGANICA Dell’omicidio Mangini – ammazzato per contrasti nel mondo dello spaccio con il clan Libergolis (rifornitura della ‘merce’ a Cerignola, perchè quella dei Libergolis non sarebbe stata ritenuta sufficientemente ‘buona’ ndR) si parla anche nel maxi- processo alla mafia garganica: la corte d’assise di Foggia nel marzo 2009 ha inflitto l’erg astolo a Franco Libergolis, 31 anni, quale mandante dell’agguato. Peraltro lo stesso Enzo Miucci è stato a sua volta coinvolto nel maxi- processo alla mafia ed assolto in via definitiva dall’accusa di essere affiliato al clan Libergolis.

LA SENTENZA – La sentenza di condanna a 14 anni nei confronti di Miucci è stata pronunciata al termine del processo abbreviato chiesto dalla difesa e che ha comportato lo sconto di un terzo della pena, dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale per i minorenni di Bari. All’epoca dell’omicidio Mangini, Miucci era minorenne: avrebbe compiuto 18 anni un mese e mezzo dopo l’agguato, il 16 ottobre 2001. Miucci è stato riconosciuto colpevole di concorso in omicidio premeditato aggravato dalle finalità mafiose perchè Mangini sarebbe stato eliminato per favorire il clan Libergolis. Il pm ne chiedeva la condanna a 17 anni di reclusione, il difensore l’assoluzione: farà appello contro il verdetto di primo grado. Miucci nonostante la condanna è a piede libero: nei suoi confronti c’era stata una richiesta di arresto respinta nel 2009 dal gip del Tribunale per i minorenni, sul presupposto che non ci fossero esigenze cautelari visto che i fatti contestati risalivano a 8 anni prima.

LIBERO, MA IRREPERIBILE – Enzo Miucci (che nell’inchiesta sulla mafia garganica veniva indicato con il soprannome «u’ criature») è quindi un uomo libero, anche se da 10 mesi se ne sono perse le tracce. Sparì dalla circolazione nel maggio 2009, pochi giorni dopo l’omicidio di Andrea Barbarino , il paralitico amico dei Libergolis e assolto nel maxi- processo alla mafia, ammazzato a Manfredonia da due killer mentre era sulla sedia a rotelle nei pressi di casa. Qualche giorno dopo l’omicidio di Barbarino, Miucci (bene rimarcare che è estraneo a quel delitto) sparì dalla circolazione. Un familiare ne denunciò anche la scomparsa ai carabinieri e fu lo stesso scomparso qualche giorno dopo a contattare gli investigatori, spiegare che non c’era nulla di strano nel suo allontanamento, avendo soltanto deciso di allontanarsi da Manfredonia. Fatto sta che da allora non è stato più visto o controllato dalle forze dell’ordine.

PADRE UCCISO PER FAIDA – Enzo Miucci è il figlio di Antonio, il cognato di Ciccillo Libergolis ammazzato a Monte Sant’Angelo il 14 agosto del ‘93 nell’ambito della faida tra i Libergolis e gli Alfieri/Primosa. Per l’omicidio di Antonio Miucci fu arrestato, processato e assolto Michele Alfieri, il giovane montanaro ucciso nel gennaio scorso a Monte Sant’Angelo davanti ad un bar.

L’AGGUATO A MANGINI – Quali elementi hanno portato ora alla condanna di Enzo Miucci per l’omicidio Mangini? Gli stessi posti alla base del provvedimento di cattura che il 2 marzo scorso ha portato in carcere Angelo Gioacchino Grilli. Il padre di Matteo Mangini parlò con un conoscente presente sul luogo dell’agguato e registrò il colloquio all’insaputa dell’interlocutore. Il testimone avrebbe rivelato al padre della vittima d’aver riconosciuto sulla moto dei sicari Enzino Miucci alla guida e Angelo Grilli seduto dietro. La difesa di Miucci ha replicato che i due killer di Mangini avevano il casco da motociclisti e che il testimone, sentito in corte d’assise nel maxi-processo alla mafia garganica, aveva escluso d’aver potuto riconoscere i due sicari proprio perchè agirono con il volto coperto. Un altro degli elementi d’accusa contro Miucci e Grilli è rappresentato dalle intercettazioni ambientali eseguite sull’auto di Franco Libergolis, condannato all’ergastolo quale mandante dell’omicidio Mangini. Parlando con un amico, Libergolis avrebbe detto che Miucci e Grilli si erano esercitati su una moto in vista dell’agguato ai danni del rivale.

(testo da sezione cronaca de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno‘)

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