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La Russa “arma” di bombe i caccia di Amendola

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
13 Ottobre 2010
Editoriali //

Il cacciabombardiere Amx. (Fonte image: ansa.it)
FOGGIA – DOTARE gli aerei italiani di stanza in Afganistan di maggiore potenziale esplosivo. La proposta, lanciata dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ora al vaglio del Parlamento, arriva nel momento del cordoglio per i 4 alpini assassinati a seguito dell’attentato rivendicato dai talebani. Tra i caduti anche il 23enne salentino Marco Pedone, le cui spoglie sono state ricondotte al paese natio Patù, dopo i funerali militari a Roma. Gli altri militari uccisi sono il caporalmaggiore Gianmarco Manca, 32 anni, di Alghero (Sassari), il caporalmaggiore Sebastiano Ville, nato a Lentini (Siracusa) nel 1983, il caporalmaggiore Francesco Vannozzi, nato a Pisa nel 1984.

LA BASE AMENDOLA E LA GUERRA IN ORIENTE – Pilotati dai gruppi di volo del 32/o Stormo di Amendola (Foggia) e del 51/o Stormo di Istrana (Treviso), in Afghanistan, precisamente ad Herat, sono attualmente schierati quattro AMX, che hanno solo compiti di ricognizione e possono eventualmente sparare con il solo cannoncino da 20mm per coprire le nostre truppe sul terreno. L’aeroporto militare Amendola ospita anche il 28º Gruppo Velivoli Teleguidati, dotato di velivoli a pilotaggio remoto (UAV) RQ-1 Predator. I Predator sono stati dispiegati operativamente in Iraq nel 2005 e in Afghanistan (2006-2007).

GLI AEREI AMX sono frutto della collaborazione industriale tra Italia e Brasile, sviluppati come cacciabombardiere e ricognitore in versione monoposto e biposto (AMX-T). Prima dell’inizio della guerra in Afganistan era, chiaramente, già preventivata la possibilità che i 4 Amx e il personale addetto (molti, inclusi i piloti, del 32° Stormo di Amendola), si ritrovassero a sganciare bombe. Tanto che era stato perfezionato uno specifico addestramento nell’ambito di una gigantesca esercitazione «combat» condotta in America. Durante quest’ultima sono stati sviluppati specifici programmi addestrativi per operare con l’ausilio di visori notturni ed e’ stato avviato un programma di ammodernamento volto, tra l’altro, a dotare il Ghibli (il nickname attribuito ai velivoli negli anni Novanta) di munizionamento piu’ moderno e preciso.

GLI ALLEATI E LE BOMBE – La missione Isaf (a guida Nato) pone strettissime regole di ingaggio che impediscono azioni che mettano a rischio la vita dei civili. “Le colonne del nostro contingente che cadono nelle imboscate talebane vengono soccorse dalle bombe lanciate dai jet alleati ma non dagli Amx italiani che ne sono privi” – spiega Gianandrea Gaiani, direttore della rivista online Analisi Difesa – “Eppure l’Aeronautica, dopo aver speso centinaia di milioni per ammodernare i jet Tornado e Amx, ha acquistato per 34 milioni di dollari 500 Small Diameters Bombs, ordigni a basso potenziale concepiti proprio per ridurre i rischi di danni collaterali. Anche i nuovi velivoli teleguidati Reaper acquistati dall’Aeronautica e già arrivati alla base pugliese di Amendola, sono disarmati per decisione politica”. “La rivendicazione dei talebani – ha detto La Russa intervistato dal Tg2 – conferma la natura terroristica dell’attentato. E proprio per contrastare il terrorismo serve che siano la Camera e il Senato a decidere se occorre armare i nostri bombardieri”.

LA POSIZIONE DELLA NATO – L’eventuale decisione di armare i caccia italiani con bombe a bordo “non è in contraddizione” con il mandato e la strategia militari delle forze Isaf in Afghanistan. Lo ha detto il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, interpellato a Bruxelles. Rasmussen ha sottolinenato che la decisione finale dovrà essere assunta “a livello nazionale”. Rasmussen giudica “del tutto naturale” il dibattito aperto in Italia sulla ricerca di mezzi e strumenti che possano contribuire a “difendere meglio le proprie truppe dispiegate sul terreno, impegnate nel controllo del territorio.”

6 commenti su "La Russa “arma” di bombe i caccia di Amendola"

  1. Armare gli aerei……questa si che si chiama missione di pace…..Ma perchè non mandiamo i Kamicaze…..Bossi, Calderoli, Zaia, Cota….almeno li perderanno la voglia di insultare qualcuno o la bandiera nazionale…Meglio ancora se mandiamo er trota figlio di Bossi….sai che figurone…….A prescindere da questo, non so quanto sia giusto armare o meno, per proteggere la vita dei nostri si deve fare tutto il possibile ma la cosa migliore e ritirarsi con dignità perchè non è possibile vangelizzare chi non sa dell’esistenza di Dio….

  2. chi opera sul territorio ha tutto il diritto di difendersi, gli aerei verranno armati di bombe solo a scopi difensivi. Ricordiamo tutti che i talebani sono assassini professionisti e sanno bene che devono attaccare le parti più deboli. i nostri militari operano nella zona più pericolosa di quel territorio, e non vedo perchè non debbano avere gli armamenti necessari per DIFENDERSI. E facile parlare da casa, a casa siamo tutti buoni e pacifisti, ma poi dimentichiamo che lì abbiamo i nostri ragazzi che rischiano la vita, e troppi l’hanno persa. Giusta o non giusta, questa missione, lo stato deve permettere ai nostri militari di poter svolgere il loro dovere.

  3. “Ricordiamo tutti che i talebani sono assassini professionisti”. D’accordo,ma lo sono sul loro territorio in cui tu, caro Domenico, non hai nessun titolo per lanciare bombe.
    per quel che riguarda i soldati abbiamo le solite scene: la stantia retorica dell’eroe, la consunta questione della missione di pace. Scusami: ma anche i bimbi sanno che la pace non si fa con le botte, bensì tendendo le mani al prossimo, cercando coinvolgimenti ed allargamenti. Chiediti come mai in Afghanistan si sta pensando a fare elezioni e armare un esercito e non a riaprire scuole e ripristinare quei luoghi di cultura, TUTTI AUTOCTONI, in cui REALMENTE si forma il cittadino. La realtà è che alla Nato non interessa un tubo l’indipendenza afghana. gli occidentali non vogliono correre il rischio di avere a che fare con un popolo libero, ma con un gregge da governare, con l’ennesima base da sfruttare. l’hanno fatto anche in Italia, caro Domenico. Do you remeber Maddalena? E, come da noi, in tutti i paesi del blocco sovietico.
    Non scherziamo, suvvia. Molti dei “nostri ragazzi”, e lo dico a rischio e pericolo di vilipendio e blasfemia antinazionale (uuu che paura…) sono unicamente fanatici e fanfaroni. esaltati che non esitano a mettere a repentaglio la vita di gente che non conoscono neppure e la tranquillità delle proprie famiglie. hanno figli piccoli che lasciano soli, mogli ad aspettare. Il tutto per soldi. tanti soldi… Siamo seri, per favore. Io non sono pacifista e non lo sono mai stato. Odio la pace sociale in cui chi ha continua ad avere. Ma odio le guerre che sono di conquista, in cui chi ha non semplicemente continua ad avere, ma punta ad incrementare…

  4. Caro Radicale, ti devo dare ragione… la guerra è la cosa più terribile e la democrazia in quel paese conta poco, su questo devo darti ragione. Vorrei sottolineare però che noi non siamo aggressori, anche io avrei preferito che l’Italia non intervenisse… ma ci è toccato andare, non so quanti di quei soldati che si trovano laggiù, hanno deciso di andarci, li hanno mandati! allora facciamo una bella cosa, togliamogli anche i fucili e mettiamo ”fiori nei loro cannoni”, magari dotiamoli di divise fucsia. La mia speranza è che non ci sia mai bisogno di quegli esaltati, in casa nostra!

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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