A volte basta urtare qualcuno, in modo erroneo, per scatenare – irreversibilmente – uno scambio di vedute di foggia e stile manuale. O altrimenti detto: di violenza. Un termine da sottolineare con ironia data la delusione implicita e derivante dal comportamento di persone, di esseri umani, che fanno dell’ orgoglio una questione addirittura vitale. O rovesciando il sentimento di superbia e alterigia: di morte. Quasi come se la persona sentitasi colpire fosse pronta addirittura a morire, a soffrire, pur di non vedere celato neanche velatamente il proprio orgoglio di essere un uomo. Un orgoglio manifestato all’esteriore attraverso gesti ed azioni riconducibili a sopraffazioni censurabili, nonchè violenze fisiche.
Scenografie carpite da vie, rioni, e pianterreni di monolocali, di una qualsiasi cittadina del Meridione (ma anche a Nord del Rubicone). I passi che camminano lenti fino a quando uno sguardo – prolungato eccessivamente – diviene sufficiente per attivare invettive e diatribe fra persone che, fino ad istanti prima, non si erano neppure notate. Neanche con indifferenza.
Da qui delle dimostrazioni improbabili di condottiero e armigero. Spesso con l’utilizzo di colpi da arti marziali. Colpi che, nell’attimo di un gesto di violenza, sfociano anche in esecuzioni criminali. Stile camorra. Ancora scene da un paesino del Meridione. Spesso ai malcapitati non viene dato il tempo nemmeno di difendersi o quantomeno di fuggire dall’incubo materializzatosi. Questo nonostante i litiganti, le pedine, un attimo prima, avevano già sedato la rissa. All’insegna di una sana e religiosa bevuta.
E in questo caso non si può non far riferimento alla sparatoria a Manfredonia avvenuta nella notte di Halloween. Scenografie ed azioni che riportano ad un b-movie di Tarantino: dopo la bevuta, il distacco. Dopo l’arrivederci, l’esecuzione (per fortuna non andata a segno). Tragedia dunque sfiorata a Manfredonia. Tragedia sfiorata per la fortuna dei ragazzi che si sono salvati. Per la fortuna delle famiglie che non hanno perduto i propri cari.
Fortuna nonostante la rissa avvenuta a Manfredonia, tra il 31 ottobre e il 1^novembre (La rissa, l’arresto), dovrebbe ora far riflettere l’imbecille (e di tempo per riflettere ne avrà di sicuro – il reo – immerso ora nell’ozio di una splendida struttura con tutti i comfort in pochi metri quadri ) relativamente al caso di non aver compiuto il proprio disegno criminale. A questo punto – rivisitando con auspicio i canovacci di queste commedie tragi-comiche – si spera solo che questo novello Michael Myers, di estrazione sipontina, possa avere piena contezza ora della scenata impressa, della gravità del gesto compiuto in una serata che avrebbe dovuto rappresentare un momento di festa (in maschera) e non, al contrario, un remake di Halloween diretto da Rob Zombie.
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