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“Se bussano alla porta, non aprite”. I Bambini nascosti. Una canzone per restare umani

AUTORE:
Paolo Cascavilla
PUBBLICATO IL:
13 Novembre 2020
Manfredonia //

“Cercavamo braccia, sono arrivati uomini” scrive lo scrittore svizzero Max Frish. E la frase diventerà celebre.

Un emigrato siciliano si presenta all’ufficio degli stranieri della polizia di Zurigo. “E la bambina?” Chiede il funzionario. “L’abbiamo lasciata in Italia”. Dietro c’è la moglie che fa segno di sì con la testa. “E la bambina?” ripete. “L’abbiamo lasciata in Italia”, rispondono di nuovo entrambi. E’ una scena di un film straordinario, “Siamo italiani” (1964) del regista svizzero Alexander J. Seiler . Gli immigrati italiani possono fare due scelte dolorose. O lasciare i bambini in Italia, con nonni, zii… o metterli in uno degli istituti nati in provincia di Como o Varese, come se fossero orfani. C’è una terza possibilità: portarli illegalmente in Svizzera e tenerli nascosti.

Al mattino presto, quando i genitori vanno a lavorare, chiudono i figli in casa con l’ordine di non far rumore, di non aprire se bussano alla porta, di non affacciarsi al balcone o alla finestra, di nascondersi bene… Non devono usare il bagno, non utilizzare lo scarico dell’acqua perché i vicini si potrebbero insospettire, intravedere il sole, ascoltare le voci di bambini e ragazzi che giocano… Costretti a nascondersi come nel gioco più antico, ma senza il piacere di essere ritrovati. Poi forse la sera, la mamma torna, bussano alla porta… “Mamma, se è papà, io mi nascondo, e lui mi viene a cercare, mamma io mi nascondo…”. E si compie così un rito rassicurante. Ma sempre piano, sussurrato, silenzioso. “La tribune de Lausanne” calcola che sono da 10.000 a 15.000 i bambini italiani clandestini in Svizzera.

Nessuna delle scelte cui sono costretti gli immigrati è priva di conseguenze. I nonni spesso non ce la fanno, e quando i genitori tornano a Natale a stento sono riconosciuti dai figli. La stessa cosa accade quando vengono lasciati in istituto. Lacerazioni, incomprensioni, sensi di colpa. Si utilizzano le pieghe della legge: il visto turistico. Dura sei mesi, e quando scade non ci sono rinvii, la polizia si presenta in casa, verifica e accompagna immediatamente alla frontiera. Anche se i ragazzi vanno a scuola, frequentano il catechismo per la prima comunione… L’allontanamento è effettuato pure per i neonati.

Nessun ragazzo pare abbia scritto un diario come Anna Franck, ma possiamo vedere il film di Seiler, i servizi giornalistici e le interviste su Rai Storia. Ascoltiamo i racconti, vediamo madri che giocano felici con i figli, ma è una finzione, subito dopo sono costrette a lasciarli in un istituto… E viene forte il desiderio di sapere il resto della storia. “Mia madre non piangeva ma soffriva molto – dice una donna ormai anziana – Quei genitori, oggi, possono sembrare duri… Erano questi i tempi, si fuggiva dalla miseria e si voleva assicurare un futuro a noi figli”.

Il 10 agosto 1964 il governo svizzero e quello italiano concordano regole e impegni per migliorare le condizioni di soggiorno dei lavoratori italiani in Svizzera. Vi è anche la riduzione dei tempi per i ricongiungimenti familiari (da tre anni a 18 mesi). Un accordo utile anche alla Svizzera, così si può stabilizzare la manodopera formata e specializzata. Ma si accendono le proteste della popolazione. Uno degli estensori dell’accordo si difende: “Ma non possiamo costringere i lavoratori al celibato. Né pretendere di importare solo la popolazione attiva, lasciando in Italia moglie e figli”. Il parlamento approva dopo mesi di trattative.

“Restiamo umani”, scriveva al termine di ogni articolo o negli auguri di Natale e di buon anno, Vittorio Arrigoni, cooperante italiano in Africa, Palestina… Ucciso da un gruppo terrorista jihadista. “Restiamo umani. Stay human” è il messaggio di una canzone, I bambini nascosti, di Domenico Lamarca. Ascoltandolo conosciamo un pezzo di storia, quando i migranti eravamo noi, ma pensiamo anche a Lesbo, alla Siria, all’Africa, ai migranti bambini che attraversano il mare, ai tanti campi profughi…

Domenico Lamarca è un cantautore pugliese. Il testo della sua canzone, I bambini nascosti, ha ricevuto a Fiuggi il premio “Sergio Bardotti” . Partecipa al Concorso “Musica contro le mafie”. Attraverso facebook si può ascoltarla e sostenerla. Si vota fino al 22 Novembre.

A cura di Paolo Cascavilla, fonte futuriparalleli.it

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