Edizione n° 5386

Iscriviti al canale Whatsapp

Foggia

Manfredonia

Cronaca

Politica

Sport

Eventi

San Severo

Cerignola

‘Freddato’ esponente Alfieri. ‘Alterazioni’ nelle cause

AUTORE:
Girolamo Romussi
PUBBLICATO IL:
14 Gennaio 2010
Cronaca //

Territorio di Monte Sant'Angelo (fonte image: pdmontesantangelo.blog..it)
Monte Sant’Angelo – MICHELE Alfieri, 35enne di Monte Sant’Angelo, appartenente ad una delle famiglie della Faida del Gargano (la storica lotta tra clan malavitosi locali, Li Bergolis-Romito/Alfieri-Primosa, che dal 1978 ad oggi ha originato la morte di circa 35 persone), è stato ammazzato ieri sera, verso le ore 19 e 30 a Monte Sant’Angelo, nei pressi del Bar Byron di via Manfredi. Sono stati sei i colpi di pistola (calibro 9 Corto) sparati dai killer (probabilmente due) tutti in pieno volto (chiaro segno di esecuzione mafiosa, come avvenuto in altri omicidi che hanno coinvolto esponenti della mafia locale). Gli inquirenti, carabinieri del comando provinciale dei carabinieri di Foggia, non escludono per ora “l’evoluzione di qualsiasi pista d’indagine”. Per gli inquirenti sarebbe infatti “deleterio e in contrapposizione alla definizione del caso” escludere “piste diverse” da quella del coinvolgimento di esponenti criminali, per l’omicidio di Alfieri. “Analizzare gli eventi criminali – ha dichiarato a Stato il maggiore Rocco Italiano – tramite le attuali dinamiche e modalità, nonchè alleanze, in trasformazione, degli attentati di mala locale”. Già eseguiti gli stub su una decina di persone (metodo per rilevare la presenza di nitrati, possibili residui di uso di polvere da sparo, sulle mani o sui vestiti di un sospettato. Si presenta come un grosso stick di colla, che viene passato sulle parti da ispezionare, e poi sigillato. Monouso e dopo il rilievo viene inviato al laboratorio per l’analisi. Va precisato che lo stub, prima definito cd “guanto di paraffina”, del quale e’ solo un pronipote piu’ sofisticato, rileva eventuali tracce di nitrati, ma questo non vuole dire, in senso assoluto, che in caso di positivita’ il sospettato debba aver per forza sparato. Tracce di nitrati infatti possono provenire anche da altre sorgenti, quali i nitrati usati in agricoltura o nello sviluppo di pellicole fotografiche ecc. con le quale il sospettato potrebbe essere entrato in qualche modo in contatto). L’esecuzione in stile malavitoso con la quale è stata ucciso Alfieri non dovrebbe dunque rappresentare un chiaro segnale di presenza, accertata, di esponenti avversari della mala locale, nonostante la pista dell’omicidio per vendetta resta attualmente una delle più plausibili. L’omicidio di Michele Alfieri segue, in ordine di tempo, quello di Giuseppe Speranza, secondo omicidio dall’inizio dell’anno in Capitanata (per il quale è stato già disposto un decreto di fermo: al 19enne Alessandro Scrocco) ma avvenuto per modalità, tempistiche, motivazioni e logiche del tutto diseguali rispetto all’omicidio, di ieri sera, di Monte Sant’Angelo.

.

I PRECEDENTI: fra le piste infatti seguite dagli inquirenti per la morte di Michele Alfieri quella di un omicidio in risposta alla morte di Ciccillo Li Bergolis il 67enne Francesco Libergolis, detto “u Calcarùle”, esponente di spicco della famiglia omonima della Faida del Gargano, freddato lo scorso 26 ottobre, poco prima delle undici di sera, nei pressi del suo deposito di attrezzi agricoli in agro di Monte Sant’Angelo, con colpi al torace sinistro, con un colpo di fucile caricato a pallini, e 6 colpi di pistola calibro 9×21 al volto, chiaro sintomo di esecuzione mafiosa. Libergolis era stato per diverso tempo a capo dell’omonimo clan opposto a quello dei Primosa-Alfieri. Il fratello di Francesco, Pasquale, che divideva con Ciccillo il comando del clan malavitoso, venne ucciso, nello scorso giugno del ‘95, a colpi di fucile, grosso modo secondo le stesse dinamiche delittuose subite dal fratello Francesco. Dieci anni dopo, maggio 2005 , Francesco Libergolis viene arrestato, dai carabinieri del territorio, all’interno di una masseria. Va anche ricordato che Ciccillo “u Calcarule” era zio del 33enne Armando, presunto capomafia del Gargano, imputato per cinque omicidi ma scarcerato a giugno del 2008). Michele Alfieri appartiene alla famiglia nemica dei Li Bergolis e nel 1992 (appena minorenne) uccise Matteo, figlio di Ciccillo, per vendicare l’omicidio di suo padre Peppino ammazzato, insieme allo zio Pietro, nel marzo del 89 (fonte: Teleradioerre).Dopo l’arresto Alfieri confessò il delitto e fu condannato. Agli inquirenti raccontò di aver ucciso l’uomo per vendicare l’omicidio di suo padre.

.

GLI ALTRI AVVENIMENTI LEGATE ALLE FAMIGLIE IN ORDINE TEMPORALE -L’omicidio di Francesco Libergolis è stato preceduto, in ordine di tempo, dall’esplosione di un ordigno rudimentale all’interno del parafango dell’autovettura dei fratelli Romito (ordigno formato prevalentemente da polvere pirica, piazzato all’interno dell’Audi A4 Station Wagon di Ivan Romito. Fatto avvenuto lo scorso 18 settembre 2009 nella zona ex macello di Manfredonia, viale di Vittorio, verso le ore 16 e 30. Con Ivan in auto l’altro fratello Mario Luciano, entrambi rimasti illesi nella deflagrazione. Ivan Romito, ex calciatore in forza all’Andria fino allo scorso anno, non ha precedenti penali, mentre Mario Luciano venne arrestato nell’ambito del blitz denominato Iscaro-Saburo del giugno del 2004 poi assolto, da tutte le accuse, nell’ambito del processo alla mafia del Gargano due anni più tardi). Dall’omicidio del pregiudicato immobilizzato su una sedia a rotelle, ferito alla schiena da tre dei quattro colpi di fucile a canne mozze sparati da un’auto in corsa sulla quale c’erano due sicari, il 28enne Andrea Barbarino (un personaggio ritenuto vicino al clan mafioso Libergolis, considerato dalla procura antimafia di Bari un personaggio ‘minore’ tra quelli affiliati ai clan coinvolti nella sanguinosa faida del Gargano. Il pregiudicato ucciso era costretto su una sedie a rotelle per le ferite riportate in un agguato subito nel 2003, assolto in precedenza al termine del maxi processo scaturito dall’operazione ‘Iscaro-Saburo’ che nel giugno 2004 portò all’arresto di oltre 100 persone. Il 2 ottobre 2000 Barbarino sfuggì ad un agguato assieme al suo Michele Santoro, poi ucciso nel 2003. All’epoca imperversava la ‘guerra’ tra il clan Libergolis (al quale tutti e due erano ritenuti affiliati) e la famiglia Mangini. In risposta all’agguato – secondo gli investigatori – furono assassinati due esponenti del clan Mangini: il 29 ottobre 2000 venne ucciso Matteo Ferrandino, mentre Matteo Mangini venne assassinato il 2 settembre 2001 a soli 20 anni – fonte: Antimafia2000.it).E in precedenza dall’omicidio del 43enne allevatore sipontino Franco Romito, causa, secondo gli inquirenti, dell’agguato successivo ai danni di Andrea Barbarino. Come già detto, Romito fu assassinato lo scorso 21 aprile 2009, quando percorreva assieme al suo autista personale, il 64enne Giuseppe Trotta, viale degli Eucalipti a Siponto. In seguito la presunta mano dei Libergolis sull’omicidio, un clan mafioso al quale Romito è stato accusato di appartenere prima di essere assolto anche in appello dai reati di associazione mafiosa, traffico di droga e duplice omicidio. Secondo gli investigatori, i Libergolis potrebbero aver assassinato il loro ex alleato dopo che questi era tornato in libertà (nel giugno 2008) e dopo aver scoperto, leggendo gli atti del processo a loro carico, che Romito li aveva ‘venduti’ perché era un confidente dei carabinieri.

(immagine da farm2.static.flickr.com/)

2 commenti su "‘Freddato’ esponente Alfieri. ‘Alterazioni’ nelle cause"

  1. Anche altre testate, con giornalisti di valore, hanno evidenziato il fatto, in ogni modo ci proviamo a raccontare sempre la verità, grazie gentile lettore, GdF – Redazione Stato

Lascia un commento

In ogni paese c’è una orrenda casa moderna. L’ha progettata un geometra, figlio del sindaco. (Dino Risi)

Anonimo

StatoQuotidiano sei tu!

StatoQuotidiano, fondato nell'ottobre 2009, si basa sul principio cardine della libertà d'informazione, sancita dall'art. 21 della Costituzione.

Il giornale si impegna ad ascoltare la comunità e a fornire informazione gratuita, senza sostegno di classi politiche o sociali.

Ai lettori che ci seguono e si sentono parte di questo progetto, chiediamo un contributo simbolico, per garantire quella qualità che ci ha sempre contraddistinto!

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce, articoli, video, foto, richieste, annunci ed altro.

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce o disservizi.

Compila il modulo con i tuoi dati per promuovere la tua attività locale, pubblicizzare un evento o per proposte di collaborazione.

Nessun campo trovato.