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Che cosa ci aspetterebbe nella Nuova Era?

AUTORE:
Ferruccio Gemmellaro
PUBBLICATO IL:
14 Aprile 2017
Cultura // Editoriali //

Bari. Una Nuova Era parteciperebbe certamente all‘eterno gioco “causa-effetto”. La causa della sindrome millenaria che nel passato millennio aveva scatenato le Crociate – il conflitto cristiano-musulmano, ieri addotto inizialmente dal Sepolcro, poi dall’infame egemonia commerciale, oggi dal petrolio – e gli Ordini Cavallereschi, l’odierna assistenza sociale. E nella cultura, la scuola delle abbazie ed episcopali, la scuola di corte, che ci avrebbero accompagnati scindendoci in educazione religiosa e laica, cosi come nell‘arte, nell’espressionismo in genere.

La necessità di una più agevole pubblicazione e diffusione del pensiero scritto, quale strumento culturale, produsse l’invenzione della stampa – soppiantando la tecnica amanuense – che era rimasta insostituibile per l’intero millennio. Anche l’esigenza di una lingua universale, ovvero comprensibile in ogni contrada del mondo conosciuto, colse l’opportunità del latino, che poi avrebbe ceduto l’onore all’inglese, pur sopravvivendo quale lingua internazionale nella chiesa cristiana, nella giurisprudenza, nella medicina, biologia…. Nel nostro paese, accantonammo il provenzale per optare nel volgare (latino popolare), oggi sfociato nell’italiano.

Nella musica nacquero nuovi strumenti di cui si faceva variare a piacere la lunghezza della corda con un ponticello (Gerberto). Più fondamentale, però, furono ideate le note grazie al monaco aretino Guido, le quali, per chi non lo avesse mai saputo, sono le prime sillabe dei primi sette versi di un inno (poesia) a S. Giovanni, oggi, è mutata solo la prima da Ut a Do.

Che cosa ci aspetterebbe dal terzo millennio, in una Nuova Era? L’idea di un innovamento, che non sia affatto sinonimo di rinascimento 0, peggio, neo-rinascimento, avrebbe affascinato frange delle nuove generazioni, i futuri responsabili e gestori dell’umanità. Incenerire, insomma, negli studi e conseguentemente nella memoria i pensieri filosofici, ideologici, religiosi, i costumi, le tradizioni, le regole, le convenzioni; le leggi che progressivamente avevano ordinato i nostri padri e noi stessi.

L’irreversibile scomparsa della carta stampata – come accadde per la scrittura amanuense – ne sarebbe un prodromo. Ma è importante prodromo l’idea di azzerare tutti i record agonistici per ricominciare daccapo. E cosi potremo incenerire la letteratura – narrativa e poesia – la musica, la pittura per un espressionismo radicalmente innovativo. In realtà, queste opere, salvo alcuni significativi esemplari, rischiano di essere inceneriti nel cerebrale dei nostri discendenti, per cui qualcuno avrebbe accennato a questo millennio come il futuro I dell’Era Nuova interrompendo la cronologia, oggi III dell’Era Cristiana). La cronologia storica, ovvero i segmenti temporali, dal Medio Evo al Contemporaneo, passando dal Moderno, dovrebbe in ogni caso essere riordinata.
In realtà, del passato remoto abbiamo salvato nel nostro cerebrale, come memoria storica dell’umanità, rari esemplari quali Odissea e Bibbia. `

Che cosa salveremo del passato e del passato prossimo.

La BBC. ne ha stilato una classifica di almeno cento capolavori. .. tra cui, oltre ai citati Bibbia, e Odissea di Omero, I tre moschettieri di Dumas ma anche Lolita di Nabokov.

(A cura di Ferruccio Gemmellaro, Meolo 14.04.2017)

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