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AZIENDE Orari di lavoro dei dipendenti: cosa sono, come vengono limitati dalla normativa e alcuni consigli per la loro gestione

Il rispetto e la precisa programmazione degli orari di lavoro è qualcosa di imprescindibile per le aziende

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
14 Giugno 2024
Focus // Lavoro //

Il rispetto e la precisa programmazione degli orari di lavoro è qualcosa di imprescindibile per le aziende e interessa, nello specifico, il lavoro giornaliero e quello settimanale, le pause, gli straordinari e il riposo.

Qualora tali fattori non fossero impostati in maniera corretta, il rischio è quello di incorrere – oltre che in possibili sanzioni – in un rapporto non soddisfacente tra datore di lavoro e dipendente, a fronte dell’insorgere di possibili malintesi, errori in busta paga e inefficienze dal punto di vista organizzativo.

Queste situazioni possono essere evitate avvalendosi del supporto degli strumenti giusti, come ad esempio il software per la gestione dell’orario di lavoro Dipendenti in Cloud, il quale consente una programmazione semplice sia da impostare che da conteggiare e controllare. Gli orari sono altamente personalizzabili e facilmente riutilizzabili in un clic.

In questo articolo analizziamo cosa si intende per orari di lavoro, quali sono i limiti dettati dalla normativa e alcuni consigli per strutturarli al meglio.

Cos’è l’orario di lavoro e cosa dice la normativa

Il Decreto Legislativo 66/2003 e l’Articolo 36 della Costituzione rappresentano le norme di riferimento in Italia nella disciplina dell’orario di lavoro, definendo i parametri a cui le imprese devono attenersi e il limite dell’orario di lavoro settimanale e giornaliero.

Entrando più nel dettaglio, stando a quanto disposto nell’Articolo 36 della Costituzione, la retribuzione del dipendente va calcolata su base oraria. Inoltre, viene stabilito il diritto della persona a godere di un periodo di riposo.

Per quanto riguarda il Decreto Legislativo 66/2003, esso indica una definizione di orario di lavoro, il quale non è altro che il periodo durante il quale il dipendente risulta operativo, rimanendo a disposizione del datore di lavoro risultando attivo nell’esercizio delle sue funzioni.

A tali norme, che presentano indicazioni di ordine generico, occorre integrare quanto predisposto nei Contratti Collettivi Nazionali, i quali entrano più nel dettaglio e forniscono indicazioni più precise rispetto alla singola mansione.

Orario giornaliero e settimanale: cosa c’è da sapere

Il Decreto Legislativo 66/2003 prevede due tipologie contrattuali, a tempo pieno e part-time.

Nei contratti full time, il limite di orario settimanale ammonta a 40 ore suddivise su 5 oppure 6 giorni. Questo parametro può però presentare variazioni sulla base di quanto indicato nel CCNL di riferimento.

I contratti a tempo parziale, invece, prevedono un orario ridotto. Pertanto, si parla di part-time verticale nel momento in cui il collaboratore opera su turno pieno, e di part-time orizzontale se invece la distribuzione oraria viene ripartita su scala settimanale.

Alcune precisazioni. Nella definizione dell’orario di lavoro non va conteggiato il tempo relativo al tragitto-casa lavoro e quello inerente le pause. Anche la reperibilità non rientra nell’orario di lavoro standard e deve essere remunerata a parte, tramite un’indennità.

E il limite di orario settimanale? La normativa attuale stabilisce che non deve superare le 48 ore per un periodo di 7 giorni, ore relative allo straordinario incluse. Questa indicazione è di ordine generale e per una maggiore precisione è buona prassi consultare le indicazioni contenute nel CCNL di riferimento.

C’è anche un limite di orario giornaliero, viene da domandarsi? Al momento, in realtà, no, ma può essere calcolato in relazione alla durata minima del riposo giornaliero, pari a 11 ore: non sarebbero, di conseguenza, da superare le 13 ore giornaliere.

La gestione delle pause e del riposo

Come abbiamo già avuto modo di accennare, nell’Articolo 36 della Costituzione viene stabilito il diritto al riposo dei lavoratori. Vediamo come bisogna, nel concreto, comportarsi:

  • Il riposo giornaliero viene quantificato in 11 ore consecutive su 24 ore lavorate, in considerazione di un orario massimo di lavoro pari a 13 ore.
  • L’indicazione riportata qui sopra presenta possibili deroghe per quanto riguarda i lavoratori che hanno orari frazionati e quelli che operano con reperibilità.
  • Il riposo settimanale obbligatorio per legge è di 24 ore libere ogni 7 giorni, a fronte di un periodo di tempo non superiore ai 14 giorni. Tali ore vanno cumulate a quelle del riposo giornaliero.

La gestione dello straordinario

La gestione delle ore di straordinario è qualcosa di alquanto complesso ed è solitamente oggetto di disciplina nei CCNL. Se ciò non fosse, occorre predisporre un accordo tra le parti, senza comunque superare le 250 ore annue e le 48 ore ogni 7 giorni in 4 mesi.

Consigli per la gestione degli orari di lavoro

Una programmazione puntuale e precisa è imprescindibile quando si tratta di organizzare gli orari di lavoro del personale. Permette di predisporre un clima positivo all’interno dell’azienda e ottimizzare le risorse, evitando di incorrere in possibili sanzioni.

Gli strumenti che si possono utilizzare per tale scopo sono diversi, sia manuali che telematici. Quello considerato a oggi il più valido è un software di gestione dei dipendenti fruibile da PC e da app mobile, rispettoso della privacy delle risorse e utile per favorire la comunicazione tra le parti.

Il programma, inoltre, consente una rilevazione esatta delle presenze, persino per i lavoratori che non operano in azienda e si trovano in smart working/trasferta.

Questa soluzione è perciò l’ideale sia per rispettare i diritti del lavoratore sia per assicurare l’operatività dell’azienda. (nota stampa).

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