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Precari scuola, Garavaglia: “ci vogliono ignoranti”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
14 Settembre 2010
Capitanata //

Commissione regionale Pari opportunità, Mariapia Garavaglia
La senatrice Pd Mariapia Garavaglia (image P.Ferrante)
Foggia – “SENZA scuola saremo tutti manifatturieri. E, per giunta, manifatturieri di manifatture di bassa lega”. Non fa sconti Mariapia Garavaglia, senatrice del Pd con una lunga militanza democristiana alle spalle. Foggia le accoglie un tributo caloroso. Si parla di scuola. Il Partito Democratico del capoluogo dauno le ha costruito intorno il dibattito, partecipato – svoltosi questa sera nella Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte –, “Dalla scuola che non c’è alla scuola che vogliamo”. Si discute di orizzonti. Di progetti. Di indirizzi. Chi meglio di lei, ex ministro ombra all’Istruzione, è in diritto di criticare la Gelmini ed indicare le strade da seguire. Rude, interventi a gamba tesa. La Garavaglia non fa sconti. Siede al centro del tavolo, proprio dietro la bandiera tricolore del partito. Di fianco, la collega docente – senatrice – democratica, Colomba Mongiello. “I precari sono importanti, ma non sono LA scuola. È necessario riportare il fuoco della discussione sul tema della qualità della pubblica istruzione”.

Mugugni. Sindacalisti e politici avevano puntato tutto sulle magagne della destra, sullo sfascio di una precariato senza sbocco, sulla quantità di una classe docente sempre più impoverita nei numeri generale a fronte di un’impennata dei bisogni educativi che una società multiculturale porterebbe con sé. Mentre parla a braccio, la senatrice Pd snocciola dati su dati e a memoria: “Non sarò educata, né contenuta” aveva esordito il discorso. Tant’è. Punzecchiature a sindacati, dirigenti e docenti sui ritardi di reazione quando “la finanziaria di Tremonti” tolse alla scuola otto miliardi di euro; scoccate ai genitori, rei di interpretare “la scuola come un deposito”; accuse ad una stampa che “regge la coda alla Gelmini”, finanche “quella a noi amica”; dita puntate contro chi ha fatto il gioco della ministra puntando a sfasciare l’immagine dell’Università, contro “esponenti della nostra parte politica” che scrivevano editoriali sulla bontà della riforma. Doveva razionalizzare un settore a rischio esplosione. Nei fatti, ha dato corpo invece ad una delle più grandi contestazioni popolari dal 1968 in poi.

Garavaglia raccoglie applausi quando incita a non arrendersi ad un sistema scolastico improntato ad arte per ridurre all’impotenza la capacità critica. “Ci vogliono ignoranti – denuncia – Vogliono ignoranti i nostri figli”. Una generazione indotta al silenzio “e all’obbedienza”. E rincara: “Una persona ignorante è una persona obbediente. E loro vogliono persone obbedienti”.

Tavolo del dibattito
Da sx M.Rauseo, segret. cittad. Pd, R.Cicolella, Commissione regionale Pari opportunità, la senatrice Garavaglia, C.Mongiello, senatrice pd, E.Ciccarelli, moderatore, Di Sabato, provveditore (image P.Ferrante)
PRECARI DI PENSIERO – Precari di natura, “precari di pensiero”, l’aveva preceduta la senatrice democratica Mongiello. Perché precariato non significa soltanto assenza di lavoro. – applausi – . Precariato è “assenza di progetti, impossibilità anche ad intestarsi una casa o la macchina”. I precari sono “fuori dal mondo”. Una condizione che preoccupa il futuro, forse meno la politica. Gli otto miliardi di euro cancellati alla scuola sono stati destinati al rifinanziamento delle missioni militari all’estero. Armi invece di penne. La Mongiello va giù dura, prendendo di mira l’azione congiunta Gelmini – Brunetta – Tremonti. Quella della ministra bresciana laureata in Calabria, infatti, più che una riforma è da interpretarsi come un “taglio lineare di tipo economico”. Con buona pace degli intenti formativi e del mondo culturale.

I NUMERI – E con buona pace, in fondo, anche dei Direttori degli Uffici scolastici – complicazione lessicologica per definire i Provveditori agli Studi – obbligati ad equilibrismi e contorcimenti per mettere a posto i tasselli mancanti. Schiacciati fra i docenti in fermento ed un governo da contro barricata, si trovano a fare i conti sul poco rimasto. Ritardi negli incarichi, scuole fatiscenti, classi affollate, corsi tagliati, ore mancanti, sovrannumero e sottonumero, accorpamenti fra scuole e comuni. Un caos che solo nella provincia di capitanata ha messo ko più di un plesso, costretto alla chiusura. Intanto, per il prossimo anno scolastico alle porte, gli studenti saranno, in tutto 111.677, con un calo di 1.521. Visto l’aumento di extracomunitari, il dato è spiegabile solo alla luce di un calo demografico. C’è gente che va via, famiglie che non possono permettersi prole.

Segno meno anche alle voci assunzioni docenti (- 360 unità, il settore maggiormente in sofferenza), assunzioni personale ATA di segreteria (- 57 unità), assunzioni di collaboratori scolastici (- 185 unità) e posti per docenti di sostegno (- 34 unità a fronte di un incremento di domanda che si aggira attorno alla centinaia di ragazzi). In calo il numero delle nomine: sole 370 a fronte delle 600 dell’anno scorso.

FOCUS TAGLI IN CAPITANATA, L’OTTO OTTOBRE SCIOPERO NAZIONALE – Proposta Losappio, Vendola invita al dialogo il ministro Gelmini, le proteste dei comitati dei precari a Foggia, i tagli

A FOGGIA PROTESTA GIOVENTU’ ITALIANA CONTRO IL CARO LIBRI: Protesta Gioventu’ italiana contro il caro-libri

LA SOLIDARIETA’ DI DISABATO (PPV) AI PRECARI DELLA SCUOLA – “La Puglia per Vendola ribadisce la sua solidarietà ai lavoratori precari della scuola”, ha detto in una nota Angelo Disabato, capogruppo de “La Puglia per Vendola” in Consiglio regionale – i quali anche in Puglia subiscono le conseguenze della chiusura dei ministri Giulio Tremonti e Mariastella Gelmini alle loro ragioni e che sono impegnati a manifestare, nelle diverse città pugliesi, il loro disagio”.

SUI TAGLI – “Complessivamente la Puglia perde quasi seicento posti di lavoro – ha detto Disabato – Il dato di fatto dei tagli al settore è però il drammatico impoverimento del sistema pubblico dell’istruzione, che sta avendo come effetto una riduzione sensibile dell’offerta formativa oltre a generare tensioni sociali e ad accentuare la dispersione scolastica .
Attuare il diritto a una scuola pubblica di qualità è essenziale per formare adeguatamente le nuove generazioni e abituarle a un corretto equilibrio dei rapporti sociali attraverso i necessari strumenti culturali”.

È grave che i ministri del Governo Berlusconi responsabili dei tagli neghino la situazione di danno al sistema scolastico pubblico che gli stessi tagli stanno arrecando. È altrettanto grave che si sottraggano al confronto con i lavoratori della scuola per delle soluzioni condivise. Ci impegneremo, rispetto al nostro ruolo, per essere vicini ai lavoratori precari che lottano per il diritto al lavoro, e agli studenti e alle loro famiglie affinché si affermi il loro diritto a un’istruzione qualificata”, conclude Di Sabato.

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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