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Operazione “Mare Nostrum” sul Gargano: 14 arresti e 10 impianti di mitilicoltura sequestrati

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
14 Ottobre 2021
Focus e Inchieste // Gargano //

Foggia, 14/10/2021 Ben 14 misure cautelari e 10 impianti di mitilicoltura sulla costa nord del Gargano posti sotto sequestro.

È il risultato della operazione ‘Mare Nostrum’, al termine delle indagini coordinate dalla Repubblica di Foggia, svolte sulla costa del Gargano dal Nucleo Speciale d’Intervento del comando generale del corpo delle capitanerie di porto-guardia costiera.

L’accusa per i soggetti coinvolti – sottoposti tutti ai domiciliari – è di disastro ambientale e combustione illecita di rifiuti: “Uno tsunami sull’equilibrio dell’habitat vivente”, ha dichiarato il Procuratore aggiunto di Foggia Antonio Laronga.

Una operazione che ha interessato la costa nord del Gargano, 60 chilometri di spiaggia, da Chieuti a Capojale. Nel corso delle indagini sono state sequestrate 10 aree demaniali marittime date in concessione per un totale di circa 30 milioni di metri quadrati, 10 impianti di mitilicoltura, un’area demaniale marittima occupata abusivamente con un impianto di mitilicoltura e di altre due aree a terra nei comuni di Lesina e Cagnano Varano.

 

Secondo quanto emerso dalle indagini, dieci delle dodici cooperative che gestiscono gli impianti avrebbero smaltito illecitamente un’ingente quantitativo di rifiuti prodotti nelle aree in concessione consistenti in non meno di 27 tonnellate di reste dismesse e non meno di 4 mila tonnellate di cozze abbandonate in mare, i gusci di mitili morti. Gli investigatori hanno anche accertato la quasi totale assenza dei documenti di tracciabilità dei rifiuti, in particolare dei formulari identificativi.

 

Gli indagati, hanno spiegato gli inquirenti, erano a conoscenza dei reati che stavano commettendo e che stavano distruggendo il mare del Gargano. Nell’ordinanza del Gip, infatti, un sospettato afferma: “Il mare e’ un disastro sono sparite le lumachine e anche i pesci”. Un vero e proprio tzunami ambientale come è stato descritto dagli inquirenti. Per il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro: “siamo di fronte ad disastro ambientale dove per ricostruire l’habitat naturale distrutto sarà necessario impiegare risolse economiche ingentissime”. Basti pensare che la Regione Puglia solo per verificare la portata del disastro ha stanziato fondi per 250mila euro.

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