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CORONAVIRUS Covid, nuova variante JN.1 in Italia: cosa sappiamo e perché si teme un picco tra Natale e Capodanno

Il Covid e la nuova variante JN.1 in rapida diffusione anche in Italia fanno prevedere un aumento dei contagi nel periodo delle feste natalizie

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
14 Dicembre 2023
Covid-19 // Cronaca //

FOGGIA – Casi di Covid e ricoveri ospedalieri in crescita in Italia, dove la nuova variante JN.1 in rapida diffusione fa temere un nuovo picco di contagi tra Natale e Capodanno.

Il più recente monitoraggio delle varianti dell’Istituto Superiore di Sanità indica che la nuova forma mutata del coronavirus Sars-Cov-2, discendente di Pirola (BA.2.86), rappresenta una percentuale significativa dei casi di Covid sequenziati nel nostro Paese, in co-circolazione con altri ceppi sempre appartenenti alla grande famiglia Omicron, tra cui la variante Eris (EG.5) e i suoi lignaggi discendenti, come HV.1.

Nell’ultimo periodo, in particolare, Pirola e il suo sotto-lignaggio JN.1 hanno mostrato un aumento della prevalenza, con range regionali che arrivano a toccare anche il 60%, come in Calabria, anche se in termini assoluti, il maggior numero di casi si registra in Lazio e Lombardia.

Situazione analoga in molti altri Paesi, come in Francia, Spagna, Portogallo e Olanda, ma anche fuori dall’Europa, come negli Stati Uniti, dove la circolazione di JN.1 è particolarmente sostenuta e dove, la diffusione di altri virus respiratori, come quelli dell’influenza stagionale, sta facendo registrare un aumento delle sindromi simil-influenzali, soprattutto nei bambini.

Sempre negli Stati Uniti, dove JN.1 è stata inizialmente identificata, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) prevedono che i casi di Covid dovuti alla variante JN.1 continueranno ad aumentare, innescando nuove ondate di Covid, dal momento che questa variante è quella in più rapida ascesa negli USA, essendo passata dall’8,1% al 21,4% nelle ultime due settimane. Nel Regno Unito, il vantaggio di crescita settimanale si aggira intorno all’84%.

Cos’è la nuova variante Covid JN.1

JN.1 è una variante che discende da BA.2.86, la forma mutata di Sars-Cov-2 più comunemente conosciuta con il nome di Pirola e classificata come “variante di interesse” (variants of interest, VOI) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Rispetto alla sua progenitrice, che si distingue dagli altri lignaggi Omicron in circolazione per la presenza di oltre 30 mutazioni a livello della proteina Spike, la variante JN.1 contiene un’ulteriore mutazione caratteristica (L455S) oltre ad altri quattro cambiamenti in proteine non-Spike.

Queste mutazioni addizionali hanno mostrato di conferire a JN.1 “un’infettività significativamente più elevata rispetto a BA.2.86” come recentemente documentato in uno studio condotto in Giappone e attualmente disponibile in preprint su BioRxiv.

Dallo stesso studio è inoltre emerso che la variante JN.1 è particolarmente abile nell’eludere la risposta immunitaria indotta dalle varianti precedenti, inclusa Eris, il che confermerebbe l’aumento di casi che si riscontra a livello globale. Ad ogni modo, ad oggi, non ci sono prove che le infezioni da JN.1 comportino un maggiore rischio di Covid grave rispetto ad altre varianti.

Quali sono i sintomi della variante JN.1

Il numero di casi di variante JN.1 a livello globale (al 5 dicembre, su GISAID sono presenti 3.618 sequenze classificate come JN.1) non permette ancora di avere un quadro chiaro dei sintomi di Covid scatenati da questa forma mutata e in cosa differiscano da quelli dovuti ad altre varianti di Sars-Cov-2. In generale, i sintomi più comuni che possono far sospettare il Covid sono simili a quelli di altre infezioni virali e includono:

febbre alta
brividi
tosse persistente
perdita o alterazione del gusto o dell’olfatto
mal di testa
stanchezza
mal di gola

L’ondata di Covid prevista nelle feste di Natale

Al momento non è noto in che misura JN.1 stia contribuendo all’aumento dei contagi, ma le previsioni dei principali enti di controllo internazionali indicano che nei Paesi dove la nuova variante si sta rapidamente diffondendo, il numero dei casi di Covid continuerà a crescere nel corso del mese di dicembre, portando a nuove ondate di infezioni tra Natale e Capodanno.

A supportare tale previsione anche i dati della sorveglianza genomica in Francia, Spagna e Regno Unito, da cui è stato possibile stimare il tasso di riproduzione effettiva (Re) di JN.1 – il numero atteso di nuove infezioni causate da un soggetto infetto in una popolazione in cui alcuni soggetti potrebbero non essere più suscettibili.

Questo tipo di indagine ha rivelato che l’Re della variante JN.1 è più alta rispetto alla Re di altre varianti in circolazione, come BA.2.86.1 e HK.3, indicando che JN.1 ha la capacità di diventare una variante dominante a livello globale.

Ciò significa che nelle prossime settimane potremmo assistere a una variazione dello scenario virologico che, assicurano gli esperti inglesi, non dovrebbe portare a cambiamenti nei sintomi o nella gravità del Covid né a una minore efficacia dei vaccini.

“Non penso che ci sia nulla ora di cui dovremmo preoccuparci eccessivamente – ha affermato il professor Nicolas Locker, virologo presso il Pirbright Institute di Woking – . Ad oggi non abbiamo visto cambiamenti nei sintomi o nella gravità delle infezioni, né ci sono indicazioni che facciano temere per la protezione conferita dai vaccini aggiornati contro la variante Omicron XBB.1.5, peri i quali è stata dimostrata l efficacia anche contro il progenitore di JN.1, ovvero BA.2.86”.

Fonti verificate: FANPAGE //

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