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Manfredonia. Madonne….e quanda ‘mbbrugghje

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
15 Maggio 2017
Manfredonia // Spettacoli //

Manfredonia. Dopo il consueto appuntamento invernale, non poteva mancare in primavera (dal 26 al 28 aprile dal 4 al 5 maggio) il ritorno in scena della “Compagnia Teatro Stabile Città di Manfredonia” diretta da Dina Valente.

Questa volta Dina e Filomena Trotta hanno voluto regalare un’ondata di freschezza, restituendo al pubblico, in anteprima, una piacevole “chicca”. Prima di introdurre lo spettatore nel vivo della commedia, gli attori sono stati accompagnati sul palco dall’eleganza e dalla grazia delle giovani ballerine dell’Art Ballet di Lucrezia Trotta. Una novità che con lustrini e leggiadre movenze, non ha potuto che rendere ancor più completa la cornice di questo nuovo lavoro.

Un uomo di mezza età, sposato ad una donna molto più giovane, con una suocera ancora piacente, che muore dalla smania di maritarsi, ha un figlio segreto che vive lontano. Tutto scorre liscio nella tranquilla villetta di famiglia, quadretto borghese e perfetto, in cui fanno da sfondo un maggiordomo un po’ svitato e una morigerata cameriera che lustrano specchi e gingilli da mattina a sera. Tutto sembra apparentemente perfetto, dallo stile negli arredi, alla scelta della mise delle “signore”, anche se in realtà così proprio non è: il padrone di casa, un po’ goffo e panciuto, nasconde qualche scheletro nell’armadio che non vuole assolutamente far saltar fuori, per non rischiare di rovinare il sudato idillio creato con la bella e piacente moglie, innamorata e ingenua come una fanciulla nel fiore degli anni. L’equilibrio familiare, però, già palesemente precario, perché fondato su un’importante verità celata, si incrina quando il giovane figlio, un po’ per bisogno e un po’ per ricatto si ripresenta nella casa paterna.

Da questo momento in poi, sul palco, si snoderanno una serie di equivoci e situazioni esilaranti, la cui trama si rivelerà così paradossale da poter correre il rischio di perdersi fra i meandri di “qui, pro, quo” parentali, ai limiti dell’inverosimile. Come accaduto già altre volte in passato, direttore e regista ci hanno catapultato dai cortili popolani e modesti di Manfredonia e dal vernacolo sipontino, al quale siamo tanto affezionati per storia e folclore, nel caleidoscopico vortice di una commedia degli equivoci, in cui il cuore del “pasticce” ruota intorno al vissuto di due coppie incrociate, che si ritroveranno a giocare a carte scoperte solo sul finale. “Povero chi ci capita!”, avrà pensato qualcuno assistendo alla commedia, osservando il volto e gli sguardi dei personaggi minori che orbitano, di volta in volta nel salotto (ci piace menzionare il povero amico milanese che si ritrova attribuito un figlio non suo, pur di parare le spalle al compagno furbetto o il comandante della polizia che con i suoi “sveglissimi” appuntati corre a dipanare una matassa intessuta di “fischi per fiaschi” ).

Tra gli interpreti e attori, Anna Castigliego, Camillo Renegaldo, Filomena Trotta, Matteo Caratù, Pino Biondi, Luigi Armiento, Assunta Facciorusso, Martina Olivieri, Peppe Sfera, Ciro Salvemini , Antonio Renegaldo e Michele Renzulli.

Una menzione particolare a Filomena Trotta nei panni di una suocera un po’ svampita ed eccentrica che accalappia un altrettanto scaltro fidanzato piacente e compiacente.

Il nostro grazie più grande a Dina Valente,colonna portante del “Teatro Stabile Città di Manfredonia”, sempre presente nella sua impeccabile eleganza, a testimoniare che la volontà e la determinazione femminile, in teatro come altrove, tutto possono. E un ricordo riaffiora alla mente mentre ti allontani e pensi a quanti anni sono trascorsi, a quante risate e lacrime riecheggiano ancora fra queste mura, persone, personaggi e suoni, una magia che si riaccende ancora e che per sempre si riaccenderà.

(A cura di Mariella La Forgia, Manfredonia 15 maggio 2017)

FOTOGALLERY A CURA DI LUIGI STARACE


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