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POLITICA Ciro Caliendo (CIA San Severo): “Governo ritarda l’attuazione del granaio d’Italia”

"Questa decisione danneggerà ulteriormente tutto il comparto cerealicolo".

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
15 Maggio 2024
Politica // San Severo //

Il 6 maggio 2024, il Consiglio dei Ministri ha discusso e approvato un documento che affronta diverse questioni agricole di cui si parla da mesi, sia da parte delle associazioni di categoria che dai numerosi presidi nati in tutta Italia per protestare contro l’eccessiva burocrazia, la mancanza del Granaio d’Italia, calamità naturali, e varie misure economiche a tutela del settore. Inizialmente, sembrava che questo governo di centrodestra fosse pronto ad affrontare le varie problematiche, prevedendo l’attuazione del Granaio d’Italia già da luglio 2024 con la nuova annata del grano. Tuttavia, ora pare che l’implementazione del Granaio d’Italia sia stata posticipata a gennaio 2025.

È importante sottolineare che il Granaio d’Italia è l’unico sistema in grado di tracciare le produzioni di grano e semola italiane, eliminando il falso Made in Italy e permettendo ai consumatori di scegliere se acquistare prodotti italiani o meno, garantendo inoltre un giusto prezzo in relazione alla qualità e provenienza dei prodotti. Ricordo che, tramite CIA Puglia, è stata firmata una petizione l’anno scorso che ha raccolto più di 50.000 firme, con diverse manifestazioni presso la Camera di Commercio di Foggia e il porto di Bari.

Come rappresentante territoriale della CIA San Severo, aggiungo che, nonostante la battaglia sindacale portata avanti da oltre un anno dalla CIA, sia a livello regionale che nazionale, e gli sforzi di tutti gli agricoltori che si sono mobilitati con le proprie risorse, il governo attuale non ha ancora attuato il sistema Granaio d’Italia. Questo sistema non solo tutelerebbe il settore cerealicolo, ma anche tutti i consumatori.

Questa decisione danneggerà ulteriormente tutto il comparto cerealicolo, permettendo ai consumatori di continuare a pagare per una qualità che non c’è, mentre i produttori non riceveranno il giusto compenso.

Il motivo dietro questa decisione non è chiaro: potrebbe essere dovuto alle lobby, alle multinazionali, ai grandi importatori o ai trasformatori. Una cosa è certa: il settore agricolo ha bisogno di schieramenti politici solidali con gli agricoltori e vicini a tutti gli italiani!

CIRO S. CALIENDO

Lo riporta LaGazzettaDiSanSevero.it.

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