di Franco Rinaldi
Molti non sanno, che la “Perchiazze” (Portulachia), è tra le piante di verdure spontanee mangerecce, comune in tutte le regioni italiane. Cresce copiosa in ogni dove, in particolare nel periodo estIvo. Nel nostro agro, però, ma non è tanto considerata e consumata. E’ una pianta con foglie carnose e lucide che produce fiorellini gialli. Va subito evidenziato, che è una pianta erbacea infestante a ciclo annuale, ma che ha proprietà decisamente benefiche.
Può essere consumata cruda, utilizzando le foglie carnose ma anche gli steli, ad insalata, insieme a pomodori, rucola e cipolle. Oppure, utilizzando solo le foglie carnose si può preparare con le uova un’ottima frittata. Oltre che come pianta commestibile, la Portulachia ha notevoli proprietà curative. Tantè che viene tuttora utilizzata in erboristeria, come disinfettante, antifebbrile e antinfiammatorio.”A perchiazze”, ha altresì, proprietà antidiabetiche e diuretiche.
A detta sempre di esperti, la pianta contiene numerosi nutrienti antiossidanti e acidi grassi della famiglia omega -3 e vitamina A e C. Un’erba spontanea, toccasana, per la salute, per le sue molteplici peculiarità curative. In loco, un tempo, i contadini, la chiamavano anche “a perchiacche”, che ha anche un altro significato, perché è il termine in vernacolo, che viene attribuito alla parte intima della donna.
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