Manfredonia – ABBIAMO appreso fra i banchi di scuola che l’acqua deve essere da sempre qualcosa di veramente importante se il primo filosofo della storia, Talete (VI secolo a.C.), vi ha riconosciuto il principio di tutto. Del pensatore di Mileto, sfortunatamente, non abbiamo scritti, neppure un frammento utile a chiarire se la stessa acqua sia o meno un bene indisponibile. In questi giorni, in Parlamento, si discute di cose antiche. L’art. 15 del d.l. 153/2009 segna un passo avanti decisivo sulla strada della privatizzazione dell’acqua. In sostanza, porte aperte, anzi spalancate, al privato e sempre meno pubblico, che del resto è notoriamente inefficiente. D’altra parte, per il Governo, è semplicemente questione di adeguamento alla disciplina comunitaria (la stessa Europa, per intenderci, dei crocifissi fuori dalle aule). L’idea di Europa, tuttavia, non è dovunque la stessa. A Bari, sicuramente, non come a Roma. Per il presidente Vendola, infatti, in quel di Strasburgo la pensano diversamente. Al punto da decidere la regione Puglia ad impugnare l’art. 15 della legge in discussione alle Camere presso la Corte costituzionale proprio in forza di diverse risoluzioni del parlamento europeo, che riconoscono nell’acqua un bene comune dell’umanità, affrancando i servizi idrici dal rispetto intransigente del principio comunitario della concorrenza. La questione non è di poco conto. Dal 2006 è attivo il Forum italiano dei movimenti per l’acqua (www.acquabenecomune.org), in questi giorni sul piede di guerra più che mai. Iniziative di protesta e aperte prese di posizione nel senso di una ripubblicizzazione del sistema idrico stanno coinvolgendo molte realtà locali nazionali, a diverse latitudini. Non sono in pochi, in circostanze come questa, a proporre letture complessive, richiamando fatalisticamente l’attuale egemonia delle potenti lobbies finanziare nella direzione degli Stati. Personalmente trovo sconsolante l’incapacità della politica di gestire il mercato, in ossequio a presunte dinamiche di autoregolazione. Platone – per restare in ambito filosofico – ha detto che la città perisce quando è affidata a uomini di ferro o di bronzo. Spaventa che nella classe politica attuale ci sia poca traccia di oro. Per Anassimene, filosofo contemporaneo di Talete, principio di tutto è invece l’aria. Visti i tempi, si consiglia di cominciare a farne scorta.