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Tutela coste pugliesi: dettagli, cifre e rilancio Prc

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
16 Dicembre 2009
Manfredonia //

Manfredonia-MareFra gli ambiti di studio del Prc: – Altimetria / orografia Altimetria / orografia; – Lame e idrografia superficiale Lame e idrografia superficiale; – Tipologia Tipologia; – Geologia Geologia; Zone Umide e caratteri ambientali Zone Umide e caratteri ambientali (Aree marine protette, Siti di (Aree marine protette, Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, Piano Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, Piano Urbanistico Territoriale Tematico /Paesaggio; Piano di Assetto Urbanistico Territoriale Tematico /Paesaggio; Piano di Assetto Idrogeologico); Idrogeologico); Sistema vegetazionale vegetazionale. L’ambito di studio verso terra è definito da un limite variabile a seconda delle caratteristiche ambientali specifiche del luog; l’ambito di studio verso mare è invece definito dalla linea di costa individuata sulla base della carta del 2005. Per un corretto studio delle aree costiere è stato opportuno stato opportuno procedere all procedere all’individuazione dei tratti di litorale in cui il trasporto solido, dovuto al moto ondoso e alle correnti litoranee, è confinato. Tali tratti sono definiti come ”Unità Fisiografiche Fisiografiche”. Per ognuna delle delle unità s sono individuati: i limiti geografici, amministrativi, l’area demaniale, i principali corsi d i principali corsi d’acqua, le principali opere di sbarramento sui corsi d le principali opere di sbarramento sui corsi d’acqua, la morfologia (studio della costa emersa e sommersa), l’orientamento della linea di riva, i porti e le opere di difesa, e i vincoli sovraordinati sovraordinati. Per le analisi: gli usi costieri (anni 1975, 1990, 2000), – il sistema insediativo (sistema storico, superficie urbanizzata, abitanti per ettaro, abitazioni vuote, abitazioni per epoca le infrastrutture, le analisi socio – economiche diacroniche su Popolazione, Abitazioni, Agricoltura e Industria, la pressione turistica le concessioni presenti, la criticit la criticità della costa (tendenza evolutiva prima del 1992al 2005). A Vieste per esempio sono stati riscontrati 47300 i ml di costa, con 1010921 di kmq di fascia demaniale, e 3440, 55 ha di ambito di studio. Nello studio del Prc è stato inoltre evidenziato come «per una corretta gestione della fascia costiera occorre aggiornare i dati delle particelle catastali dell’area demaniale e delle concessioni che su esse sono state rilasciate. Al fine di rispettare le prescrizioni della Lr 17/2006, occorrebbe ubicare le concessioni nelle particelle catastali, non solo in termini di superficie, ma anche in termini di lunghezza del fronte mare occupato, per una risposta concreta alla norma regionale che richiede un corretto utilizzo e accesso alle aree demaniali marittime per le finalità turistico turistico-ricreative ricreative. Area demaniale:  Per ogni comune e per l’intera Regione è stata riportata nello studio l’area demaniale (Ad), il numero delle concessioni (N), l’area delle particelle area delle particelle catastali interessate da concessioni,   l’area delle superfici area delle superfici concesse ( concesse (Ac Ac) e la lunghezza del litorale (L). Con i dati disponibili si è valutato l’impatto delle concessioni sull’uso della fascia costiera, sia a livello comunale che regionale, indicando una procedura da riprodurre nella redazione dei Piani Comunali delle procedura da riprodurre nella redazione dei Piani Comunali delle Coste (PCC). Dallo studio è risultato che a livello Regionale il numero di concessioni per ogni chilometro di costa è 1,11, mentre il rapporto tra l’area delle superficie date in concessione e l’area demaniale area demaniale è 0,09. Aree demaniali e concessioni. Le concessioni nella legge regionale: vietato il rilascio, il rinnovo e la variazione di concessione demaniale in lame; foci di fiume o di torrenti o di corsi d’acqua, comunque classificati; canali alluvionali; a rischio di erosione in prossimità di falesie; archeologiche e di pertinenza di beni storici e ambientali. Nelle aree classificate siti di interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS) o comunque classificate protette, nonché nelle aree di cordoni dunali e di macchia mediterranea, il rilascio e la variazione della concessione demaniale è subordinato alla preventiva valutazione favorevole d’incidenza ambientale effettuata dal competente Ufficio regionale. La criticità. La criticità all all’erosione dei litorali erosione dei litorali è stata definita in funzione di tre  indicatori, che individuano la tendenza evolutiva storica del litorale, tendenza evolutiva recente e lo stato di conservazione dei dei sistemi dunali. La criticità all all’erosione è stata classificata in elevata, media e bassa.  Per definire la sensibilità si è suddivisa l’intera linea di costa in tratti della lunghezza di 100 mt. I differenti livelli di criticità all all’erosione ambientale sono stati quindi incrociati, dando origine a nove livelli di classifazione che determinano norme di riferimento per la redazione dei PCC. criticità alta e sensibilità alta,  media , bassa e così via. Il rilascio delle concessioni demaniali è di norma consentito nelle zone caratterizzate da bassa criticità. Nelle zone caratterizzate da elevata sensibilità ambientale è di norma vietato il rilascio di concessioni demaniali e  comunque, salvo impossibilità di poter disporre nel territorio comunale di zone caratterizzate da bassa e/o media sensibilità, sono previste in via prioritaria Spiagge Libere con Servizi (SLS) e, Stabilimenti Balneari (SB). In entrambi i casi i servizi minimi di spiaggia devono essere contenuti ed essenzialmente limitati al chiosco bar e ai servizi direzione e igienico-sanitari, da sottoporre comunque a valutazione di impatto ambientale. Sono state così definite politiche di fruizione del litorale, coerentemente con il sistema dei vincoli ambientali e delle conseguenti scelte urbanistiche, nel rispetto delle criticità evidenziate. Per le stesse ragioni nel Prc si è evidenziata la necessità che i piani urbanistici impediscano destinazioni d’uso per attività produttive di tipo industriale in quelle aree caratterizzate da «forte vocazione turistica». Spetterà in definitiva ai comuni il rispetto delle regole stabilite nel PRC, ma ancor più il compito di interpretare i Piani Comunali delle Coste come «una opportunità per associare alle modalità di fruizione dell’area demaniale adeguate politiche di recupero e di risanamento ambientale».

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