Lucera. La delusione è giunta senza preavviso con il verdetto negativo sulla candidatura di Lucera a Capitale Italiana della Cultura. L’audizione, pur ricca di retorica promettente (futuro, presente, multiculturalismo, coinvolgimento giovanile), è stata esposta come una recita priva di autenticità. Il presidente del comitato promotore ha presentato una coalizione di imprenditori, ma le imprese culturali e creative erano assenti, e le idee concrete sono mancate. L’audizione è stata un susseguirsi di discorsi evasivi e progetti vaghi, slegati dalla realtà culturale già esistente a Lucera. Il video presentato come emblema della candidatura si è rivelato una semplice panoramica della città, priva di empatia. Solo la performance di Fabrizio Gifuni ha saputo emozionare.
Il dossier della candidatura è stato mantenuto segreto fino alla fine, ignorando il coinvolgimento dei cittadini. Quest’esperienza dimostra che nell’amministrazione pubblica non c’è spazio per l’improvvisazione e le scorciatoie inutili.
Tuttavia, la candidatura di Lucera e dei Monti Dauni ha suscitato un senso di orgoglio e potrebbe essere un catalizzatore per coinvolgere tutti, sia nel settore pubblico che privato.
Oggi, Lucera e i Monti Dauni hanno bisogno di una leadership illuminata e eticamente responsabile, in grado di progettare utilizzando e proteggendo le risorse locali. È necessario creare reti solide per lo sviluppo locale e promuovere un maggiore senso civico e partecipazione attiva.
Non servono pavoni o avvoltoi, ma formiche laboriose e organizzate, che lavorino con umiltà e impegno per un futuro dignitoso.
Firmato, Lucera Non Tace ODV