Edizione n° 5391

BALLON D'ESSAI

STIVALE // Domina l’anticiclone africano, temperature oltre i 40 gradi
8 Luglio 2024 - ore  14:55

CALEMBOUR

DICHIARAZIONI // Gattino giù dal ponte, Salvini “inasprire pene. Sono criminali”
8 Luglio 2024 - ore  13:51

Iscriviti al canale Whatsapp

Foggia

Manfredonia

Cronaca

Politica

Sport

Eventi

San Severo

Cerignola

Mafia e Foggia: esistenze in bilico

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
17 Aprile 2010
Editoriali //

Convegno: 'esistenza fenomeno mafioso a Foggia' (image N.Saracino)
Convegno: 'esistenza fenomeno mafioso a Foggia' (image N.Saracino)
Foggia – ESISTE o meno il fenomeno mafia a Foggia? Se ne è discusso nel corso del convegno “Il Fenomeno mafioso a Foggia: analisi e prospettive”, svoltosi questo pomeriggio nella sala Tribunale di Palazzo Dogana a Foggia. Organizzato dal Leo Club di Foggia, l’incontro ha visto la partecipazione dell’avvocato Carlo Mari, del Procuratore distrettuale antimafia Giuseppe Gatti, introdotti e moderati dal direttore della Gazzetta di Capitanata Ernesto Tardivo, dopo i saluti del vice-presidente della Provincia, Billa Consilio, e del Presidente del Leo Club Foggia, Ilaria Mari. Si è trattato di un dibattito utile ad accendere i riflettori su un fenomeno, come quello mafioso, apparentemente silenzioso ma in grado di irrompere nella società con una forza devastante, come dimostrano gli episodi di cronaca nera a cui siamo tristemente abituati.

CONSILIO: “CAMBIARE MENTALITA’” – Lo sostiene il vice-presidente della Provincia di Foggia, Billia Consilio, secondo la quale “parlare di mafia a Foggia non è facile, spesso lo si fa soltanto quando c’è il morto. In realtà il fenomeno mafioso è molto radicato sul territorio”. Secondo la Consilio, che sostituiva il Presidente Pepe all’incontro di oggi, “il contesto sociale in cui si vive deve necessariamente cambiare se si vuole creare un antidoto alla mafia, partendo dalle piccole generazioni e infondendo nei giovani la cultura della legalità“. Ma nonostante la continua attualità del fenomeno-mafia, non c’è ancora una chiara definizione della sua consistenza. Come sostiene il Presidente del Leo Club di Foggia, Ilaria Mari, è indispensabile fare chiarezza su queste tematiche se si vuole davvero affrontarle nel modo giusto”. A tal proposito, Mari cita una frase pronunciata da Paolo Borsellino: “parlate della mafia in qualsiasi modo, ma fatelo”.

IL FENOMENO IN CAPITANATA – I momentii più caldi del fenomeno mafia in terra foggiana sono relativi proprio all’omicidio Panunzio, avvenuto il 6 novembre del 1992, e l’omicidio di Marcone, avvenuto il 14 marzo 1995, e che hanno visto protagonisti a più riprese la “Società” e la “Sacra Corona Unita”, come vengono definite le ramificazioni mafiose foggiane. Le prime manifestazioni a carattere mafioso in Capitanata si registrarono a partire dalla metà degli anni ’80, ed ebbero un carattere imitativo, come ricorda il Procuratore distrettuale antimafia, Giuseppe Gatti. La mafia garganica e dauna presenta due realtà, una che vive di schemi storici, di derivazione siciliana, mentre l’altra ha una anima propria, e segue dei criteri geo-criminali”. Un fenomeno in continua evoluzione, quindi, in bilico tra tradizione e innovazione, in cui esistono varie realtà che conferiscono dinamismo e pericolosità al movimento. Tra di esse, tristemente note sono quelle che in passato hanno agito non soltanto nel capoluogo dauno, ma anche a Manfredonia, Cerignola, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia. L’esistenza di un’associazione a stampo mafioso fu stabilita per la prima volta con la sentenza del 29 luglio del 1994, riguardante il processo Panunzio. Un anno dopo circa, il 4 agosto del 1995, la Corte d’Assise di Bari modificò la decisione dell’omonimo collegio giudicante foggiano, stabilendo che non si poteva parlare di mafia in quanto i gruppi esistenti non si erano ancora federati, non acquisendo quindi la capacità di intimidazione tipica della mafia. Le carte in tavola furono ulteriormente cambiate con la decisione della legge del 13 ottobre del 1996 che riconosceva l’esistenza del fenomeno mafioso e inseriva, tra i provvedimenti, la possibilità per gli imputati coinvolti in processi per attività mafiose di patteggiare la pena. Tra i pericoli principali della mafia c’è quello del radicamento nel territorio.“La mafia storicamente svolge una funzione sociale”, ammonisce Giuseppe Gatti. In passato essa ha consentito distribuzione di risorse, impoverimento della famiglie, “inclusione nelle società”. Tre sono le sue caratteristiche principali: assoggettamento, intimidazione e omertà. Urgono dunque provvedimenti concreti per arginare il fenomeno, non ancora molto esteso sul territorio di Capitanata, ma che rischia di diventare una vera e propria emergenza nei prossimi anni. A tal proposito, Gatti individua due tipi di interventi-argine: provvedimenti repressivi e preventivi, necessari per compiere quello “sforzo di legalità” in grado di consentire all’intera provincia di Foggia di uscire dal tunnel del degrado economico, culturale e sociale.

Lascia un commento

“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

Anonimo

StatoQuotidiano sei tu!

StatoQuotidiano, fondato nell'ottobre 2009, si basa sul principio cardine della libertà d'informazione, sancita dall'art. 21 della Costituzione.

Il giornale si impegna ad ascoltare la comunità e a fornire informazione gratuita, senza sostegno di classi politiche o sociali.

Ai lettori che ci seguono e si sentono parte di questo progetto, chiediamo un contributo simbolico, per garantire quella qualità che ci ha sempre contraddistinto!

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce, articoli, video, foto, richieste, annunci ed altro.

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce o disservizi.

Compila il modulo con i tuoi dati per promuovere la tua attività locale, pubblicizzare un evento o per proposte di collaborazione.

Nessun campo trovato.