Omicidio di Marco e Claudio Marrandino: le indagini proseguono
Le indagini sull’omicidio dei fratelli Marco e Claudio Marrandino, rispettivamente 40 e 29 anni, continuano dopo che i due sono stati uccisi a Orta di Atella, in provincia di Caserta, sabato pomeriggio. Un uomo di 53 anni, identificato come A.M., è stato accusato del crimine. Nonostante continui a proclamarsi innocente, le evidenze finora raccolte indicano che l’uomo ha puntato una pistola contro i carabinieri prima di tentare la fuga. Ripercorriamo i fatti e vediamo cosa sappiamo e cosa rimane ancora da chiarire.
Il video dell’omicidio
Marco Marrandino, avvocato ed ex presidente del Consiglio comunale eletto con una lista civica, e il fratello Claudio, imprenditore edile, sono stati uccisi sabato poco dopo le 14. L’omicidio è avvenuto all’uscita dell’Asse Mediano tra Succivo e Orta di Atella.
In un video si vedono i momenti dell’aggressione. I due viaggiavano su una Bmw bianca che si è fermata lungo la strada. Un’auto grigia si è avvicinata e i due veicoli si sono affiancati. Dopo un breve scambio di parole, una persona è scesa dall’auto grigia e ha iniziato a sparare. Claudio è stato colpito per primo, mentre Marco ha tentato di fuggire ma è stato colpito alla schiena.
La dinamica dell’omicidio e il confronto con i carabinieri
Nel primo interrogatorio, l’indagato ha dichiarato di non sapere nulla e di essere stato rapinato della sua auto, per cui si trovava in ospedale. Tuttavia, la sua versione presenta incongruenze. I carabinieri sono arrivati sul luogo dell’omicidio mentre l’aggressione era ancora in corso e hanno visto l’uomo sparare.
Una pattuglia di carabinieri, impegnata in un servizio di controllo del territorio, ha notato le due auto ferme con i rispettivi occupanti in apparente discussione. Avvicinandosi, il capo pattuglia ha visto l’indagato puntare l’arma contro il militare, che ha risposto sparando due colpi senza colpire l’aggressore. L’uomo è fuggito lanciando pezzi di vetro dal finestrino della sua auto, danneggiando quella dei carabinieri, ma è stato rintracciato poco dopo in una struttura sanitaria e sottoposto a fermo.
La perquisizione e le armi ritrovate
L’auto utilizzata per la fuga è stata ritrovata abbandonata in una zona rurale vicino alla clinica. Durante la perquisizione domiciliare dell’indagato, i carabinieri hanno trovato armi e munizioni fatte in casa, tra cui un fucile a canne mozzate con matricola abrasa e una pistola semiautomatica illegalmente detenuta. Sono stati anche sequestrati oltre 100 chilogrammi di bossoli e materiale per il confezionamento di cartucce e polvere da sparo. Il 53enne era già stato oggetto di provvedimenti amministrativi di divieto di detenzione armi e revoca del porto d’armi.
Il movente dell’omicidio
Il movente del duplice omicidio resta ancora un mistero. Potrebbe trattarsi di un atto d’impeto o di un delitto legato a una vendita in un’asta giudiziaria. Nessuna pista è esclusa, soprattutto considerando che l’omicidio è avvenuto poche ore dopo l’arresto di Emanuele Libero Schiavone, figlio del capoclan pentito Francesco Schiavone. Negli ultimi giorni, nel Casertano, si sono verificati diversi episodi violenti, inclusi raid con decine di colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione della famiglia Schiavone a Casal di Principe, coincidenti con la tornata elettorale.
Lo riporta Today.it