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Un ‘affare campano’ i pomodori pugliesi

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
17 Agosto 2010
Editoriali //

Casse pomodori
Casse di pomodori (cittanuove-corleone.it)
Foggia – LA campagna dei pomodori 2010, uno dei settori trainanti dell’agroalimentare di Capitanata e di tutta l’economia pugliese, ricomincia anche quest’anno ma intrisa di veleno. Colpa dei drastici tagli ai guadagni degli agricoltori della provincia di Foggia decisi dalle industrie di trasformazione del pomodori, praticamente quasi tutte campane. A parte qualche piccola fabbrica come la Futuragri, società di imprenditori foggiani, infatti, non ci sono praticamente industrie pugliesi di trasformazione del pomodoro. Il trasporto del prodotto costa anche 800 euro, con i camion nella maggior parte dei casi provenienti dalla stessa Campania. “Quasi il 30 per cento del prodotto -spiega ai microfoni di Stato il Presidente della Coldiretti Pietro Salcuni– è scartato perchè le ditte sanno che i contadini hanno seminato più della quantità richiesta nel contratto. In più le industrie pretendono la racconta a mano, facendo ulteriormente lievitare i costi per gli agricoltori”. Pietro Salcuni, Presidente regionale della Coldiretti di Puglia, di recente è stato nominato dalla Coldiretti Nazionale commissario della Federazione Provinciale Coldiretti di Bari.

LE INDUSTRIE LASCIANO MARCIRE IL RACCOLTO – Sotto accusa sono finite le industrie della Campania, responsabili, secondo le associazione agricole pugliesi come Apo e Coldiretti, di inviare meno camion, provocando la perdita di un prodotto facilmente deperibile quale è il pomodoro per industria. “La colpa – continua Salcuni- è anche dell’Apo Foggia che permette questo. Ci sono poi le ditte campane che speculano sulla situazione inviando meno camion, rispetto ai ritmi lavorativi delle fabbriche che sono ben altri. Prima tra tutte “AR” del campano Antonino Russo, sita a Foggia, sulla quale avevamo puntato molto e che ci ha deluso”. L’impianto, infatti, può lavorare, al giorno, il carico proveniente da 250 tir, ma finora non è andato oltre 160.

LA STORIA DI AR Industrie Alimentari S.p.A. inizia nei primi anni sessanta con la fondazione della ditta individuale “La Gotica” di Antonino Russo. Nell’anno 1979 “La Gotica di Russo Antonino” viene conferita in una nuova società di capitali, la “Conserviera Sud S.r.l.”. Negli anni ottanta Antonino Russo costituisce altre quattro società nel settore delle conserve alimentari e nell’anno 2000 tutte le società produttive vengono incorporate in un’unica azienda denominata “AR Industrie Alimentari S.p.A”. Nel 2001 con la “Princes Foods Limited” viene costituita la “Napolina Ltd”. Il programma di espansione aziendale ha portato alla costruzione di un moderno stabilimento produttivo a Foggia che occupa una superficie di oltre 500.000 mq e offre 700 posti di lavoro (600 stagionali, 100 a tempo indeterminato).

LE CIFRE DELL’ “ORO ROSSO” – In provincia di Foggia il giro d’affari legato all’”oro rosso” registra cifre a 8 zeri. In Capitanata, infatti, ogni anno vengono prodotti 19/20 milioni di quintali di pomodori, venduti ad una media di cento euro a tonnellata. Il valore complessivo della produzione supera i duecento milioni di euro. A questo bisogna aggiungere la fase di lavorazione e inscatolamento che crea reddito per gli industriali campani cosi come campana è spesso la gestione del trasporto del prodotto.

5 MLN DI QUINTALI IN ESUBERO – L’Apo (Associazione produttori ortofrutticoli) di Foggia ha segnalato per quest’anno, 5 milioni di quintali di extra produzione di pomodori in Capitanata, non previsto dagli accordi bilaterali fra organizzazioni agricole e industrie della trasformazione alla vigilia della campagna. “La colpa -spiega Salcuni – è degli avventurieri che hanno spinto gli agricoltori a piantare più pomodori del necessario per rifarsi del denaro che hanno anticipato. E’ un discorso già visto e rivisto, Niente di nuovo sotto il sole. Il loro scopo è sempre stato quello di creare scompiglio nel mercato”.

Gli industriali campani coinvolti nella trasformazione del pomodoro in pelati, passata e concentrato, secondo la Coldiretti, conoscono da tempo questa speculazione ai danni degli agricoltori pugliesi e la sfruttano a loro vantaggio rallentando la raccolta del pomodoro “inviando meno macchine e stabilendo un prezzo inferiore o peggio lasciando andare a male i pomodori sulle piante”, continua Salcuni. Discorso a parte per l’Emilia Romagna, regione tra le maggiori produttrici di pomodoro in Italia, dove gli accordi tra domanda e offerta vengono rispettati”.

LA PIAGA DEL POMODORO CINESE – Il 10 agosto scorso, proprio in Emila, precisamente nel Reggiano, sono state sequestrate 220mila buste di concentrato di pomodoro e il proprietario della ditta denunciato per frode.Il Nucleo Antifrodi Carabinieri di Parma ha accertato 350.000 kg di prodotto italiano “tagliato al 65%” con pomodoro cinese. Negli ultimi anni sono stati sequestrati in Italia “quantitativi di concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina con larve di insetti e muffe”, spiega Lorenzo Bazzana della Coldiretti. “Il danno alla salute – continua – dipende dal tipo di muffa presente: si può andare dall’intossicazione alimentare alla morte. Le normative sanitarie cinesi sono differenti dalle nostre e non è escluso l’uso di prodotti antiparassitari non impiegati da noi”. L’import di concentrato di pomodoro cinese ha registrato un balzo del 174% nel trimestre dicembre-febbraio 2010 rispetto al precedente periodo del 2009, anno in cui in Italia sono arrivati 82 milioni di chili di prodotto da “taroccare” come Made in Italy e minaccia seriamente le decine di migliaia di aziende ortofrutticole piccole e medie del Mezzogiorno che costituiscono i tre-quarti della produzione totale italiana.

FOCUS – Crisi pomodoro: disvalore produzione-entrate, Pd chiede Tavolo verde. Il problema immigrati: proposta Cgil

3 commenti su "Un ‘affare campano’ i pomodori pugliesi"

  1. Questi sono i prolemi di cui si dovrebbe occupare il nostro governo nazionale. Armonizzare con leggi e verifiche il flusso delle produzioni agricole e delle lavorazioni deglle stesse, mettere freni a speculazioni e contraffazioni.
    Purtroppo non hanno tempo perchè si devono occupare delle leggi che servono a dare impunità alle malefatte del loro capo.
    Spero che almeno il nostro governo regionale faccia del suo meglio per mettere ordine in queste aree così vitali per le nostre popolazioni.
    Che ci voule a mettere fouri legge le importazioni e l’uso di pomodori e derivati cinesi in quanto scadenti.
    Che ci vuole a a mettere ordine sui contratti fra agricoltori e trasformatori dei prodotti agricoli sopratutto per i più deperibili.
    Agevoliamo ed icrementiamo la industria conserviera pugliese se le ditte campane non ci danno garanzia di serietà.
    Vendola non ci rimane che appellarci a te.

  2. FRODI ALIMENTARI, ROMANO: ALL’ ATTIVITÀ DI REPRESSIONE VANNO AFFIANCATE QUELLA DI INFORMAZIONE E QUELLA DI CONFRONTO TRA LE PARTI

    “L’impegno nella lotta alle frodi alimentari costituisce una priorità nell’azione intrapresa dal Ministero che ho l’onore di guidare e in tal senso va considerata la partecipazione dei Nuclei Antifrodi Carabinieri alla Fiera del Levante, nel corso di “Agrimed-Salone della promozione dell’agroalimentare”, al convegno organizzato da UNAPROL proprio sull’azione antifrode. Il Ministero auspica forme sempre più incisive di collaborazione tra organismi di controllo e operatori del settore: il nostro mercato agroalimentare deve essere sempre più trasparente nel tutelare legalità e qualità delle produzioni, non solo nell’ interesse dei consumatori, ma soprattutto dei produttori corretti e onesti che non possono subire una concorrenza sleale quale è quella del sistema dell’illegalità”.

    Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, commenta le iniziative che saranno intraprese nel corso delle manifestazioni che si svolgeranno a Bari dal 10 al 18 settembre nel corso della FIERA DEL LEVANTE- AGRIMED SALONE DELLA PROMOZIONE DELL’AGROALIMENTARE .
    In particolare, nel quadro del programma di Comunicazione Istituzionale avviato dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari per diffondere la cultura della “legalità” e della “tutela della qualità” nel comparto agro-alimentare, i Nuclei Antifrodi Carabinieri saranno presenti nello spazio espositivo del Ministero ove i visitatori potranno porgere domande e chiedere informazioni sul tema delle frodi alimentari e potranno documentarsi sulle attività del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari e dei suoi Nuclei Antifrodi Carabinieri che operano a tutela dei consumatori e degli stessi operatori del settore.

    La partecipazione dei Nuclei Antifrodi Carabinieri vedrà anche un momento particolarmente significativo il 13 settembre con il convegno organizzato da UNAPROL, Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano sul tema: “La tutela della qualità nelle produzioni nazionali dell’olio extravergine d’oliva e la lotta alle frodi”.

    Il rapporto di collaborazione tra i Nuclei Antifrodi Carabinieri e UNAPROL consentirà di intraprendere più efficacemente una comune azione nella lotta alle frodi alimentari in particolare nel settore dell’olio extravergine d’oliva, il prodotto di eccellenza del “Made in Italy” che va sempre più tutelato soprattutto dalle più recenti condotte fraudolente che hanno visto introdurre nei cicli produttivi nazionali oli stranieri “deodorati” e/o di pessima qualità.

    Proprio recentemente, il 2 agosto scorso nell’ambito dei controlli straordinari sulle importazioni dell’olio extravergine d’oliva disposti dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, i NAC, Nuclei Antifrodi Carabinieri, hanno individuato una frode commerciale posta in essere sul flusso di commercializzazione dell’olio extravergine d’ oliva che ha portato al sequestro di oltre 9000 litri olio proveniente dalla Spagna e dalla Grecia risultato “deodorato” alle analisi di laboratorio.

    La nuova normativa ha consentito di avviare in maniera mirata le indagini sulle tracce dell’olio deodorato che anche le principali associazioni di produttori italiane hanno più volte segnalato come nuova forma di minaccia per le produzioni nazionali che devono confrontarsi con competitors che pongono in commercio “olio extavergine d’oliva” a costi bassissimi, ma ben lontani da quello derivato dalla qualità delle cultivar nazionali.

    UNAPROL, fondata nel 1966 da Coldiretti e Confagricoltura, rappresenta la principale realtà dell’associazionismo nel settore dell’olio d’oliva a livello nazionale ed europeo cui aderiscono circa 550mila produttori olivicoli, rappresentati territorialmente da 71 associazioni provinciali, e pertanto l’impegno comune di tanti operatori del settore a fianco dei Nuclei Antifrodi Carabinieri consentirà di diffondere più efficacemente la “cultura” della legalità e della tutela della qualità nella produzione dell’olio extravergine d’oliva .

    I NAC ricordano agli operatori del settore e ai consumatori che possono inoltrare richieste di informazioni o segnalazioni di sospetta irregolarità alla casella di posta elettronica ccpacdo@carabinieri.it , oppure contattare il numero verde 800 020320. Per informazioni generali i consumatori possono consultare il sito istituzionale del Reparto sul link http://www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/consigli/tematici/ . Per i casi più gravi e urgenti il cittadino può sempre rivolgersi ad una delle oltre 4600 Stazioni Carabinieri diffuse su tutto il territorio nazionale.

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