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OMICIDIO Processo Turetta: papà e sorella Giulia tra i testimoni. Solo uno per il 22enne

Rischia l'ergastolo

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
17 Settembre 2024
cronaca italiana // Primo piano //

VENEZIA – La prima udienza del processo a Filippo Turetta, il 22enne rinchiuso nel carcere veronese di Montorio per il femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, è fissata per la mattina di lunedì 23 settembre.

Difficilmente il ragazzo sarà nell’aula, all’interno della Cittadella della Giustizia di Piazzale Roma, a Venezia, la cui capienza massima è di venti cittadini e venti giornalisti.

Altri 18 posti a sedere saranno a disposizione delle parti processuali.

Si tratterà chiaramente di un processo con una risonanza nazionale, ma senza troppe telecamere (saranno ammesse solo quelle della Rai).

I legali dell’imputato, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera hanno confermato che non chiederanno per il loro assistito la perizia psichiatrica, tuttavia la Corte ha la facoltà di chiederla anche d’ufficio.

Sul telefono di Turetta le ultime foto di Giulia Cecchettin
Sul telefono di Turetta le ultime foto di Giulia Cecchettin ph ANSA

Hanno chiesto invece che difesa del loro cliente venga ascoltato il solo medico legale di parte.

Il 22enne di Torreglia è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking ed occultamento di cadavere.

Rischia l’ergastolo.

Non saranno sentiti i genitori di Turetta, mentre tra i testimoni dell’accusa ci sarà il padre e la sorella di Giulia Cecchettin.

Ma anche alcune amiche della ragazza il cui cadavere fu rinvenuto lo scorso 18 novembre in una scarpata tra Piancavallo e Barcis, pochi giorni prima che il suo ex fidanzato fosse fermato mentre provava a fuggire in auto in Germania.

Fonte: agi

Tra i teste presenti anche la persona che sentì le urla della giovane aggredita nel parcheggio vicino a casa e naturalmente i carabinieri che hanno preso parte alle indagini e i consulenti medico legali.

Non Turetta, quindi, il cui obiettivo, ancora prima di evitare il carcere a vita, è quello di sfuggire ad un processo mediatico.

Obiettivo a cui punta anche Stefano Manduzio, presidente della Corte, che in tale ottica ha emanato il provvedimento che vede ridotti al minimo i posti disponibili per la stampa.

Lo riporta fanpage.it

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A settembre, c’è nell’aria una strana sensazione che accompagna l’attesa. E ci rende felici e malinconici. Un’idea di fine, un’idea di inizio. (Fabrizio Caramagna)

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