Edizione n° 5392

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No della Consulta a Legge regionale sulle farmacie: vittoria della “Casta”

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
17 Novembre 2009
Editoriali //

La disposizione contenuta nell’art.14, peraltro, era finita nel calderone delle inchieste sulla sanità pugliese aperte dalla Procura di Bari. Il pm Desirè Digeronimo aveva fatto acquisire in agosto copia della legge per verificare se in questo modo fosse stata favorita illecitamente l’apertura di nuove farmacie. Il primo comma dell’art.14 delle legge 19/2008 modificava, infatti, i parametri per autorizzare l’istituzione di nuove farmacie, stabilendo, come criterio demografico, che nei comuni con popolazione fino a 12.500 abitanti ci debba essere una farmacia ogni 3.500 abitanti, rispetto ai 5.000 abitanti fissati dalla legge nazionale n.475 del 2 aprile 1968, chiamata ‘riforma Mariottì. Una sentenza conservatrice, quindi, che arriva quasi da un anno dal bando nel quale si annunciava che circa 40 sedi farmaceutiche di nuova istituzione sarebbero state assegnate tramite concorso pubblico in Puglia e successiva graduatoria. A tale annuncio hanno fatto seguito le domande di ammissione dei farmacisti e corsi di preparazione per i quiz. Nella regione Piemonte, paradossalmente, nel quale era stato diffuso un bando simile, l’assegnazione di nuove sedi farmaceutiche, diversamente dalla Regione Puglia, dovrebbe aver luogo. Un passo in avanti nelle liberalizzazioni delle farmacie era stato effettuato anni addietro tramite la cosiddetta “Legge Bersani” che consentì  l’apertura delle para farmacie. Quest’ultime oggi sotto seria minaccia di chiusura a seguito di una nuova proposta di legge emanata dall’attuale governo Berlusconi (del quale si tratterà nei prossimi articoli). A tale riguardo Il MNLF sostiene il Progetto di Legge S 1389 presentato, tra gli altri, dai Senatori Francesco Carella (Verdi – Ulivo), Nicola Mancino (Margh. DL- Ulivo), Guglielmo Castagnetti (FI). On Carella, nel Disegno di Legge, spiega che “Particolarmente penalizzati dall’attuale sistema sono, poi, moltissimi giovani farmacisti, le cui possibilità di inserimento professionale risultano essere scarse o nulle. Date queste carenze, tanto gravi quanto strutturali, appare più che opportuno procedere, alla luce dei princìpi di economia di mercato sanciti dalla Costituzione e rinsaldati dal Trattato istitutivo della CEE, ad una riconsiderazione complessiva della disciplina del settore, al fine di comporre, in modo più equilibrato, l’interesse pubblico all’esistenza di una rete di farmacie efficiente e qualificata in tutto il territorio nazionale con l’esigenza di restituire il settore alla iniziativa privata, eliminando gli infiniti «lacci e lacciuoli» che oggi lo soffocano, in modo da migliorare l’offerta dei servizi farmaceutici, ridurne i costi e creare nuove occasioni di lavoro. Né appare ormai più percorribile la strada, già percorsa in passato, dei correttivi parziali e contingenti, che rischiano di rendere ancora più complessa una matassa di interessi già troppo aggrovigliata” Esiste una massa di giovani e meno giovani istruiti e a molte molto qualificati, che oscillano tra attività indipendenti al margine dei rispettivi ricchi mercati senza beneficiarne, se non in valori trascurabili, e lavoro dipendente con una remunerazione scarsa e senza garanzie sul mantenimento del posto stesso.

(immagine tratta da mentelocale.it)

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