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Clinica San Michele: chiusura azienda e amministrazione Salatto

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
18 Giugno 2010
Manfredonia //

Bari, gli occupati della Clinica San Michele in attesa del termine dell'incontro (Stato)
Manfredonia – DOPO la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria, in regime di ricovero per acuti, della Casa di Cura privata San Michele di Manfredonia e in seguito alle reazioni dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni locali Chiusura casa di cura San Michele Manfredonia, la deliberazione regionale, reazione dei sindacati il pensiero è rivolto ora al futuro degli stessi occupati; occupati con futuro incerto, come quello della stessa struttura sanitaria. Una struttura, si ricorda, in gestione, almeno fino alla revoca stabilita dalla Regione, dalla Daunia Medica srl, che faceva capo a sua volta alla famiglia Ciliberti (ultimo amministratore delegato Domenico Ciliberti – a cui si sarebbe affiancata per opere di adeguamento della struttura, la signora Franca Campo, secondo i lavoratori, ma in questo senso mancano ancora conferme ufficiali). Voci fondate vorrebbero l’ex socio di minoranza Potito Salatto (anni addietro titolare del 49% delle quote societarie della casa di cura e proprietario di altre strutture sanitarie in Capitanata) come nuovo amministratore della clinica privata San Michele (grazie ad un conferimento di deleghe). Una gestione che replicherebbe come detto quella avvenuta alcuni anni fa, quando Salatto lasciò l’amministrazione della struttura sanitaria dopo oltre 20 anni di controllo. Una gestione che sarebbe ben vista dagli stessi (ex) occupati nella struttura (44), ora preoccupati per la loro posizione occupazionale. Le strade percorribili sono pertanto due: accoglimento del ricorso da parte del Tar di Bari relativamente alla sospensiva della delibera regionale (con Salatto che rimane comunque Ad della Casa di Cura, con nuova gestione e permanenza nel territorio dei lavoratori); rigetto del ricorso e cambio dunque nella denominazione societaria della Casa di cura, con Salatto che rimane comunque unico amministratore societario della struttuta sanitaria privata (anche se si parla ancora di un ruolo in minoranza della stessa famiglia Ciliberti). In ogni modo, i lavoratori sarebbero salvi in ambedue i casi: “con certezza i posti letto non saranno toccati – dice un sindacalista – i lavoratori della San Michele rimarrano occupati nel territorio”. Resta in ogni modo la parvenza di un possibile auspicio e volontà interna per un ritorno del patron Salatto.


STAMANE A BARI IL TAVOLO DELLA REGIONE. IL SOSTEGNO DEI CONSIGLIERI DE LEONARDIS E MARINO – A sole 48 ore dalla chiusura della Clinica San Michele, questa mattina nella sede dell’Assessorato alla Sanità di Bari, si è tenuto l’incontro fra le Parti Sindacali la Rappresentanza Politica, e la parte datoriale il Sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, i Consiglieri Regionali del territorio, Giandiego Gatta, Dino Marino, Franco Ognissanti,Giannicola De Leonardis e l’Assessore Comunale di Manfredonia alle “Risorse del Territorio e sviluppo economico”, Antonio Angelillis.

FIORE: UN ATTO DOVUTO, UN OBBLIGO DI LEGGE – “E’ stato un atto dovuto ed un obbligo di legge, altrimenti avremmo commesso un omissione di atti pubblici”, ha spiegato L’assessore alle Politiche della Salute Tommaso Fiore, riferendosi alla delibera n.1415 del 14 giugno 2010 La delibera , che ha disposto la Revoca immediata dell’accreditamento e la chiusura immediata della struttura, “una revoca che deriva dal fatto che mancano una serie di parametri organizzativi, e dall’altra una serie di parametri autorizzativi che mancano di un fondamento tecnico amministrativo, violando una normativa regionale che risale al 2004“.

L'incontro di Bari (Stato)
L'incontro di Bari (Stato)
FIORE: LA PROPRIETA’ PRESENTI IL RICORSO AL TAR – “Ci aspettiamo” continua L’assessore alla Sanità “che la proprietà faccia tutti i passi dovuti con un ricorso al Tribulale amministrativo regionale. Se dovesse il Tar dare la sospensiva, alla stessa delibera regionale,l’Azienda dovrebbe attuare un’operazione di risistemazione di alcuni degli aspetti più clamorosi dal punto di vista sanitario, per riprendere immediatamente l’attività..

“Se diversamente la sospensiva non sarà data dal TAR, in quel caso scatterà la vera emergenza occupazionale e un destino diverso della stessa struttura”. Un futuro e dunque un’emergenza occupazionale “non facile da affrontare – ha detto Fiore – in quanto ci troviamo in una situazione particolare dovuta alla Finanziaria Nazionale, che ci impone necessariamente di procedere ad un taglio di 1000 posti letto in Puglia. È ipotizzabile che non si possa immaginare una operazione in termini di ricoveri e cura con altri privati interessati a questa struttura o mettere in rete la stessa con altri con presidi. Invece sarà sicuramente possibile predisporre atti che consentono elementi di riconversioni in altre attività sanitare o socio sanitarie. Questo è lo scenario che si aprirà nei prossimi giorni”. Presenti al tavolo delle trattative, Antonio Bonanese della CGIL, Giovanni D’Alessandro e Antonio Cisternino della CISL, Luigi Giorgione della UIL, Massimiliano Defonso dell’USPPI e Alberto Pinto dell’UGL Sanità e Pro.sa.r.

DI FONSO: SIAMO SORPRESI – “Per noi tutti è stato un fulmine a ciel sereno” dice Massimilano Di Fonso Segretario Provinciale del Sindacato USPPI, “ forse anche la classe politica locale non si aspettava un provvedimento di questa portata che mette a rischio circa 50 posti di lavoro. Mi sono chiesto, come mai in questo contesto non si è dato alla stessa azienda (Daunia Medica) il tempo necessario per trovare eventuali soluzioni. Ma siamo consapevoli che dagli atti del provvedimento della Giunta, si tratti di elementi di notevole gravità. Come già più volte ribadito sia da tutte le sigle sindacali che dalle rappresentanze politiche,adesso abbiamo a cuore la necessità che entro qualche settimana si possa risolvere il problema dei lavori definitivamente”.

Difatti, il timore principale è che “se in questi giorni permane una tensione relativamente alta sulla vicenda”, non così potrebbe essere “con il passare del tempo, per via degli innumerevoli impegni della classe politica”. “Accogliamo con grande soddisfazione ciò che l’assessore Fiore ha già preannunciato – dicono i sindacati – e cioè trovare a tutti i costi una alternativa che possa dare continuità a tutti i lavoratori della clinica San Michele. Per concludere ancora Di Fonso si augura che “qualsiasi iniziativa possa venire fuori da una tavolo tecnico a delle proproste di alternativa, deve essere fatto non oltre un mese massimo 40 giorni, anche perché in tal periodo l’azienda si è resa disponibile a coprire gli stipendi cosa che poi superato questo breve periodo, rimarrà incerto”.

SALATTO A BARI IN VESTE DI AMMINISTRATORE STRAORDINARIO – A rappresentare la clinica San Michele Salatto in qualità di Amministratore Straordinario,che ha esplicitamente affermato che “gli stipendi saranno assicurati per ancora altri 2 mesi”, e che “l’azienda farà tutto il possibile per trovare una soluzione che sia di riconversione o altro, al fine di assicurare di poterdare continuità lavorativa ai dipendenti della struttura”. Nei prossimi giorni verrà valutata la fattibilità del progetto dal punto di vista clinico, e verranno approfondite tecnicamente le altre faccende.

CHINESE BOX – RICCARDI CESTINA IL PASSATO: CON SALATTO UNA PROPRIETA’ “NON MUTA” – Infine è intervenuto il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, che ha ringraziato in primis l’assessore Fiore e i consiglieri Regionali del territorio presenti. ”Prendiamo atto – ha detto il Sindaco, dopo aver ascoltato Potito Salatto – di una proprietà che finalmente parla, e che fino a qualche giorno fa era “muta”e che al mutismo aveva spesso atteggiamenti rassicurativi molto discutibili. Questo ci fa ben sperare che si possa recuperare il livello occupazionale,che è la cosa alla quale più teniamo maggiormente – continua Riccardi – accogliamo con altrettanto favore che la proprietà voglia mantenere il presidio Clinico,senza nessuna idea di cambiamento di destinazione, cosa che mi vedrebbe come forte oppositore. Questa presa di posizione da parte di Potito Salatto mi rincuora e ci fa comprendere che con uno sforzo concertato possa produrre un buon risultato”, ha concluso Riccardi.

Ha chiuso il tavolo di trattativa lo stesso Fiore assicurando che ci sarà un nuovo incontro con le parti interessate al fine di “avanzare eventuali ipotesi da percorrere, inerenti la riconversione della Clinica, per discutere su aspetti possibili che possano portare a soluzioni sul ripristino di soluzioni sanitarie sicure previste dalla legge ,oppure considerando una riconversione”.

I LAVORATORI – Intanto i dipendenti della ClinIca San Michele hanno ringraziato “tutti i sindacati e le parti Politiche, l’assessore alla Santà, Il Sindaco di manfredonia Angelo Riccardi, I consiglieri regionali Dino Marino, Franco Ognissanti, Giandiego Gatta, per aver preso a cuore questa disperata situazione”.

I CONSIGLIERI REGIONALI -A seguito della revoca degli accreditamenti della clinica San Michele di Manfredonia, il consigliere regionale dell’UdC, Giannicola De Leonardis ha partecipato ad un tavolo convocato dall’assessore Fiore ed a cui erano presenti il sindaco di Manfredonia, rappresentanti della proprietà sindacali. Il consigliere regionale De Leonardis, ha espresso la propria solidarietà ai quarantasei lavoratori, il cui posto di lavoro è in pericolo, a seguito della revoca dell’accreditamento disposta dalla Regione: “Ho chiesto di garantire – spiega – l’occupazione dei lavoratori a tutela delle loro famiglie. Dall’incontro è emerso che la proprietà si è impegnata a corrispondere ai dipendenti le prossime due mensilità, il tempo ipotizzato perché il TAR si esprima sul ricorso che sarà presentato avverso alla revoca di accreditamento”. “L’assessore Fiore da me sollecitato – dice De Leonardis – si è reso disponibile ad attivare tutte le soluzioni possibili sino alla riconversione della struttura, per garantire l’occupazione: lo ringrazio”. “Continueremo – conclude il consigliere regionale – a seguire la vertenza, auspicando che la Regione sia consequenziale negli impegni assunti”.

MARINO: NESSUNO DEI 44 LAVORATORI RESTERA’ PER STRADA – Il consigliere regionale del PD, Dino Marino, ha espresso la sua soddisfazione sugli esiti dell’incontro, chiesto da lui e che si è tenuto questa mattina presso l’assessorato alla sanità con i sindacati. “Abbiamo dato ai lavoratori e alle loro famiglie una speranza concreta – ha detto Marino. Importante e determinante è stato il ruolo del Governo regionale, infatti, l’assessore Tommaso Fiore, si è reso disponibile a trovare qualsiasi soluzione in grado di salvaguardare i livelli di occupazione, anche attraverso un percorso di riconversione della struttura sanitaria. Abbiamo dimostrato – ha ribadito l’esponente del Pd – la serietà e la concretezza con cui vengono affrontati problemi drammatici come la situazione dei lavoratori della clinica. La giunta è stata costretta a chiudere la clinica per le gravi inadempienze dell’azienda, ma questa mattina abbiamo tracciato un ipotesi di lavoro con la quale nessuno dei 44 lavoratori resterà per strada. Questo è l’impegno preso – ha concluso Marino – di fronte ai sindacati e al sindaco di Manfredonia”.

LE INDAGINI – La revoca dell’autorizzazione sanitaria emessa dall’Asl regionale è stata in ogni modo stabilita a seguito delle diverse inadempienze tecniche-organizzative-strutturali della struttura, dopo le verifiche della Tenenza della Guardia di Finanza di Manfredonia. Naturalmente, con la pubblicazione sul Burp della delibera regionale, l’indagine sulla casa di cura ha avuto un punto d’arrivo da un punto di vista amministrativo; non così sul piano giuridico penale, a giorni ci potrebbero infatti essere degli sviluppi della Magistratura.

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