Villa Debora, ribattezzata “Oasi della pace”, nascondeva una realtà ben diversa da quella promessa. Nel novembre 2022, un blitz dei carabinieri ha rivelato gli abusi subiti dagli anziani ospiti, insieme alla sottrazione dei loro beni personali, come denaro e gioielli. Otto persone sono state identificate come vittime, provenienti da Lucca, Bagni di Lucca, Pontedera, Gallicano, Cerreto Guidi, Coreglia Antelminelli, Fivizzano e Castelnuovo Garfagnana.
La Procura ha ora chiesto il rinvio a giudizio per i due gestori della struttura: V.D’I., 53 anni, originario di Castelfiorentino, e D.C., 53 anni, di San Severo (Foggia), residente a lungo a Pesaro. D’I. era di fatto il titolare, mentre D.C. lavorava come operatrice non assunta. I reati contestati includono maltrattamenti in famiglia aggravati, circonvenzione di incapace e appropriazione indebita. Inoltre, D.C. dovrà rispondere anche di violenza sessuale per aver molestato alcune anziane ospiti, accompagnando i gesti con commenti volgari in presenza di altre persone.
Le intercettazioni ambientali effettuate dai carabinieri, grazie alle segnalazioni di frequentatori occasionali della struttura, hanno rivelato un clima di disprezzo e mortificazione continua per gli anziani ospiti, che soffrivano di gravi disagi fisici e psichici e non erano in grado di prendersi cura di sé stessi. Le registrazioni hanno documentato minacce di violenze fisiche (“Ti spezzo le gambe”) e psicologiche, come il divieto di contattare i familiari.
Oltre agli abusi, i gestori sono accusati di lucro illegale. Avendo accesso ai bancomat e ai codici PIN degli ospiti, avrebbero prelevato o disposto bonifici per almeno 30.000 euro, utilizzati per scopi estranei alla gestione della casa famiglia. V.D’I. si sarebbe persino fatto intestare una Panda del valore di 5.000 euro, senza versare nulla al legittimo proprietario, e numerosi gioielli, ricordi preziosi degli ospiti, sono scomparsi.
Le accuse di violenza sessuale riguardano esclusivamente D.C., intercettata mentre faceva commenti osceni sui palpeggiamenti forzati subiti dalle anziane durante le operazioni di igiene personale.
Lo riporta NurseTimes.org