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Coppie di fatto: quando la giurisprudenza supera la legge (italiana)

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
18 Dicembre 2012
Casi e Sentenze //

Omosessualità (Cn.24@)
Roma – “APPROVATA la legge sulla parificazione tra figli legittimi e naturali, è arrivato il momento che l’Italia si allinei con il resto dell’Europa anche sul trattamento giuridico delle unioni civili, essendo diventata ormai intollerabile la frammentarietà e approssimazione delle norme in materia nonché la tendenza conservatrice ad interpretare la convivenza come disimpegno e scelta di instabilità”, così l’avv. Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, offre uno spunto di sensibilizzazione e di dialogo a livello istituzionale.

E spiega: “La Corte di Cassazione sta cercando di colmare i vuoti normativi dell’ordinamento italiano al fine di elevare il livello sia giuridico che culturale del nostro Paese. E se da piazza Cavour è giunto il sì al risarcimento del convivente in caso di decesso dell’altro per incidente stradale, alla rilevanza della convivenza prematrimoniale ai fini della ripartizione della pensione di reversibilità tra ex coniuge e coniuge superstite, al diritto del convivente di trattenere le somme spontaneamente elargite dall’altro, la Corte Costituzionale ha invece sancito l’illegittimità costituzionale del primo comma dell’art. 6 della cosiddetta legge dell’equo canone nella parte in cui non prevede, tra i successibili nella titolarità del contratto di locazione in caso di morte del conduttore, il convivente more uxorio. E non solo”.

“La equiparazione del convivente al coniuge – afferma il matrimonialista – ormai è vigente in tema di amministrazione di sostegno e agli effetti anagrafici, nella legge 40/2004 per cui possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, nella legge 54/2006 in tema di affidamento condiviso, in materia di adozione, consentita anche quando i coniugi abbiano convissuto in modo stabile e continuativo prima del matrimonio per un periodo di tre anni”.

“Eppure – sottolinea il presidente dell’AMI – in Italia ancora manca una regolamentazione organica ed unitaria delle unioni civili, quasi che il riconoscimento di una disciplina chiara e comunitaria sia la minaccia di un qualcosa di male da venire anziché la conseguenza naturale del diritto costituzionalmente garantito di esprimere la propria personalità in una formazione sociale. Così il convivente continua a non avere accesso alla pensione di reversibilità né gli viene riconosciuto alcun diritto successorio, per non parlare di tutti gli altri svantaggi relativi alle detrazioni fiscali. Da non dimenticare il dato statistico che in Italia sono censite almeno un milione e mezzo di coppie di fatto e che un bambino ogni cinque nasce fuori dal matrimonio (120.000 all’anno).”

E con uno sguardo all’Europa: “La maggioranza dei Paesi dell’Europa occidentale ha già adottato misure volte a tutelare giuridicamente le coppie di fatto, stante anche l’assoluta incoerenza di prevedere garanzie per i figli nati fuori dal matrimonio ma non per i loro genitori”.

“Nella mia esperienza professionale ed umana – racconta l’avv. Gassani – la convivenza more uxorio e la famiglia di fatto sono vissute come potenziale luogo di arricchimento della personalità e non di anarchia, in cui determinate regole sarebbero ben accette. Se i conviventi, infatti, rifuggono per antonomasia diritti, doveri e burocrazia matrimoniale, è pur vero che dovrebbe essere assicurata a prescindere una tutela in ordine agli aspetti fondamentali della vita in comune, laddove vi è quasi sempre un convivente forte ed uno debole o eventi improvvisi tali da sconvolgere gli equilibri presenti”.

Ancora: “Nell’inerzia del legislatore alcuni Comuni e Regioni hanno preso iniziative per il riconoscimento delle coppie di fatto, ma a fronte di circa 2 milioni di italiani che convivono more uxorio, il “fai da te”dei meri patti di convivenza non è più tollerabile. Per questo motivo l’AMI, dopo la battaglia vinta sulla equiparazione tra figli legittimi e naturali, ora punta i riflettori sull’esigenza di una innovazione legislativa in favore delle unioni civili”.

“Sarà presentato nei prossimi giorni alle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera – annuncia l’avv. Gassani – un progetto di legge sulla istituzione della carta dei diritti e doveri delle coppie di fatto. Lungi dal confezionare un doppione del matrimonio, questo documento tenderebbe a tutelare le famiglie conviventi more uxorio da almeno cinque anni e con figli, prevedendo per esempio il diritto agli alimenti in favore del convivente più debole in caso di rottura del rapporto – ferma restando la prova di aver dato un sensibile contributo alla crescita economica e professionale dell’altro – e la pensione di reversibilità nell’ipotesi di convivenza stabile more uxorio di almeno dieci anni”.


Infine una constatazione: “Gli italiani sono profondamente cambiati negli ultimi anni e il legislatore deve fare i conti con la nuova realtà. Nel nostro Paese si creano ogni anno migliaia di nuove famiglie di fatto che hanno una struttura complessa (mettono al mondo figli, fanno progetti a lungo termine, condividono il mutuo) del tutto sovrapponibile a quella delle coppie legate in matrimonio. Per molti si tratta di una convivenza obbligata, dati i tempi biblici per ottenere il divorzio, per tanti altri di una scelta di vita. In questa società che cambia non vi è una sola ragione plausibile perché lo Stato non debba proteggere ogni tipo di famiglia, senza per questo svuotare di significato il matrimonio, la cui stessa solidità e indissolubilità sono ormai un lontano ricordo”.


Redazione Stato

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