BRESCIA – L’ufficio in via Oberdan, il bar vicino a via Orzinuovi, la pasticceria di Erbusco. O i caselli autostradali. È anche qui — oltre che in Rete — che prendevano forma, per gli inquirenti, gli accordi illeciti o gli scambi di denaro cash.
Mazzette.
Finalizzate a corrodere il libero mercato turbandone le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici.
E che appalti. Non a caso, la provincia di Brescia viene definita dal gip Gaia Sorrentino «il centro decisionale» dell’organizzazione criminale sgominata dalla Guardia di Finanza, con la coordinazione del pm Marzia Aliatis, dedita a vario titolo alla corruzione, alla turbata libertà degli incanti e a una serie di reati tributari milionari.
Gli indagati
In carcere sono finiti i fratelli S. e V. P. B., 53 e 56 anni, bresciani, il primo ritenuto l’amministratore di fatto della Valcart srl di Rogno (Bergamo) che smaltisce rifiuti e commercializza rottami, oltre a P. G., 69, di casa nel Foggiano.
L’hacker del gruppo. Ai domiciliari, invece, c’è A. M., 52 anni, residente in provincia di Novara, “dipendente infedele di E-Distribuzione” (estranea alla vicenda), per la precisione responsabile dell’Unità centrale gestione materiale.
Tredici in tutto gli indagati, tra cui altri cinque bresciani di origine o residenza che rispondono anche di reati tributari per milioni di euro in tutto.
Tre i filoni di questa inchiesta, che intreccia due partecipate dello Stato — Enel Distribuzione, appunto, e Terna spa (a sua volta estranea) — e alcune società cartiere, collegati dai protagonisti principali del sodalizio.