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Maria: umiliata da pseudo imprenditori, fuga in Germania Sud

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
19 Maggio 2014
Lavoro // Manfredonia //

Manfredonia – DISOCCUPAZIONE e malaoccupazione fanno rima con emigrazione, così ecco centinaia di giovani della nostra terra, lasciare affetti e abitudini made in Manfredonia alla ricerca di stabilità economica e migliore qualità di vita, portandosi in valigia competenze e sogni, assieme ad una buona dose di coraggio. Stato ha raccolto la testimonianza di Maria (nome di fantasia), che circa un anno fa, dopo anni di lavoro malretribuito, ha deciso di lasciare il suo Paese alla volta di una cittadina della regione del Baden Württemberg, nella Germania del sud.

Maria ha lavorato per anni a Manfredonia in vari settori: “L’unica esperienza positiva è stata quella presso un oculista: svolgevo le mansioni pattuite e venivo retribuita correttamente, ma purtroppo è durata poco perché il dottore ha chiuso lo studio.” Uno dei ricordi peggiori della ragazza riguarda il periodo in cui ha lavorato nel settore della ristorazione: “Ero stata contattata per lavorare 8 ore in cucina- racconta- e invece mi sono ritrovata a lavorare 12-14 ore al giorno in cucina, nelle sale, nei bagni, nei giardini…insomma una tutto fare, per 30-40 € al giorno, senza contributi… e vi assicuro che le parole non possono descrivere le umiliazioni subite!

Lasciata la ristorazione, Maria ha tentato di realizzare il suo sogno: diventare pasticcera. Ha frequentato dei corsi specifici per migliorare le sue competenze, ma la ricerca di un impiego nel settore, anche a bassa retribuzione è stata vana. Così ha iniziato a fare la commessa nel settore delle telecomunicazioni. “Qui la situazione è stata tragica-continua-mobbing giornaliero, 10-12 ore di lavoro, una paga bassissima e il titolare che spesso dimenticava di avere di fronte esseri umani e non animali.Dopo quasi un anno di inferno ho deciso di lasciare perché la mia situazione psicologica era diventata molto critica e non riuscivo più a stare li! Il lavoro in fondo mi piaceva, ma l’ambiente lavorativo assolutamente no!”.

Nel frattempo Maria si è sposata e ha avuto una bambina. Anche suo marito ha vissuto anni di precariato e malaoccupazione, ma quando il suo datore di lavoro gli ha abbassato la paga a 20 euro per 10-12 ore di lavoro al giorno, ha capito che era giunto il momento di fare le valige e Maria l’ha subito appoggiato! “La ricerca di un buon impiego al centro e al nord Italia è stata vana…-ricorda la ragazza-“Mio marito ha dei parenti in Germania e conosce il tedesco, così abbiamo deciso di trasferirci nel Paese europeo che sembrava offrire migliori prospettive di lavoro!”.

Appena giunte nella “Grande Germania” Maria e sua figlia sono rimaste colpite da “La pulizia delle strade, le infrastrutture curatissime, le automobili che ovunque rispettano i semafori e i segnali stradali” e suo marito, operaio qualificato con una buona conoscenza del tedesco, ha trovato lavoro quasi subito. “Dal punto di vista lavorativo qui è tutto registrato-continua- “ore di lavoro, ferie, malattie, straordinari…tutto!”. E vai avanti solo se lavori, se sei assenteista, o perdi tempo ti licenziano subito!”.

Tuttavia non è sempre facile far quadrare i conti: infatti il costo della vita è molto alto, poi ci sono l’affitto e le tasse da pagare, e Maria ancora non lavora: “Trovare un impiego sta diventando difficile anche qui se non conosci il tedesco scritto e parlato e se non hai delle buone qualifiche! Alcuni conoscenti tedeschi di mio marito, meno qualificati di lui, attualmente sono disoccupati!”.

Maria si sta dedicando allo studio del tedesco e sogna di inserirsi al più presto nel settore della ristorazione, per ora fa la mamma a tempo pieno: “Mia figlia ha scoperto un mondo nuovo perché a scuola oltre che studiare svolge attività di cucito, giardinaggio, cucina ed educazione civica, come ad esempio giornate insieme alla polizia dove si impara il comportamento giusto da tenere in società. La scuola tedesca ti insegna già un lavoro e in base alle inclinazioni e ai voti, puoi accedere a certi indirizzi di studio e non ad altri. Più sei bravo, più hai possibilità di successo!”.

Con i genitori dei compagni di scuola di sua figlia, Maria sta cominciando a stringere amicizia: “A livello umano la maggior parte della gente è molto rispettosa e per strada spesso si salutano anche gli sconosciuti con un “Hallo!” Certo, alcuni tirano su il naso e guardano con sufficienza gli stranieri, ma la maggior parte non fa differenze!”.

La ragazza non ha alcuna intenzione di tornare in Italia, se non per salutare amici e parenti: “In definitiva siamo felici della scelta che abbiamo fatto, non perché la Germania sia il Paese delle meraviglie, anzi…andrei pure sulla luna se qui le cose si mettessero male!Però qui ho la possibilità di progettare quel futuro che a Manfredonia non riuscivo a vedere! Certo mi manca molto la famiglia e la solarità della gente italiana, per il cibo invece non abbiamo problemi, qui è pieno di prodotti italiani ed essendo cuoca, cucino benissimo made in Italy! Anche la fede è rimasta la stessa: ogni domenica pomeriggio andiamo tutti insieme in chiesa!

Per concludere Maria vuole ricordare a tutti i datori di lavoro, di Manfredonia e non, “Che i dipendenti sono esseri umani e come tali andrebbero trattati. Dal loro lavoro proviene un buon 60-70% del profitto mensile dell’attività e spesso è grazie a loro se la “barca” negozio, fabbrica o ristorante che sia, non affonda. Sono quindi un aiuto prezioso da tutelare e valorizzare, non da sfruttare! Se si cambiasse modo di vedere le cose e ci fosse più serietà e rispetto, forse tutto andrebbe meglio, anche in Italia!”

DATI OCCUPAZIONE MANFREDONIA

DATI – OCCUPAZIONE MANFREDONIA

(A cura di Annapina Rinaldi – Redazione Stato)

9 commenti su "Maria: umiliata da pseudo imprenditori, fuga in Germania Sud"

  1. Lasciamo che i nostri figli
    rimangano nel loro paese
    è una richezza
    ve lo assicuro
    pensateci…………………..

  2. Si,una ricchezza per i datori di lavoro che si arricchiscono sulla pelle degli altri.
    So di imprenditori che fanno i contratti regolari per non rischiare e poi …lasciamo perdere va

  3. La condizione di disagio e precarietà credetemi riguarda anche i professionisti e i lavoratori autonomi.

  4. Cara Maria sarebbe molto bello fare cio’ che dici. I territori si costruiscono, la societa’ si costruisce, l economia si costruisce, noi invece di costruire nel tempo questi capisaldi abbiamo costruito fumo.
    Girati intorno, negli ultimi 25 anni abbiamo investito soldi pubblici per creare disastri e fallimenti additando come responsabile la crisi.
    Cara Maria la crisi siamo noi. Solo noi. Segnati questa cosa, Manfredonia grazie ad una politica fallimentare ed ad una popolazione che ha emarginato la cultura, credendo che la vita fosse fatta di vestiti, scarpe, struscio per il corso, feste, e carnevale, perdera’ nei prossimi 10 anni oltre 15 mila abitanti. Oggi la maggior parte dei giovani vive grazie alle pensioni dei genitori. Non abbiamo creato economia non abbiamo una specifica politica atta allo sviluppo.
    Vedrai cosa accadra’. E la colpa cara Maria sara’ solo nostra che abbiamo sempre avuto l abitudine di lasciare le cose come stanno, di votare sempre le stesse persone permettendoci di farci prendere in giro. Oggi vince la sfida chi si ispira all innovazione, alla ricerca.
    L ultimo rapporto del Censis ha comunicato che l Italia riparte con gli investimenti in agricoltura.
    Tu ce li vedi i nostri giovani che escono alle 23 e rientrano alle 3 di notte che vanno a lavorare la terra?
    La vedo dura.
    Comunque ognuno e’ libero di illudersi come vuole.

  5. A Carmen, tu non hai idea di cosa significa fare l imprenditore, essere assoggettati al 67% di pressione fiscale, pagare i contributi che sono un secondo stipendio, pagare a meta’mese gli f24, correre dietro chi non ti paga. Lo stato in primis. Carmen vai su internet e vedi quanti imprenditori si sono suididati per colpa della crisi. L imprenditore difficilmente puo’ andare da mamma e papa’ a chiedere la paghetta. Non dorme la notte per i debiti, per le responsabilita’. Gli imprenditori tedeschi vivono in un contesto economico e sociale diverso, a partire dai lavoratori che non arrivano tutti i giorni in ritardo ed assonnati, perche’ la notte si danno alla”grande bellezza”. Carmen non esistono solo diritti da parte dei lavoratori ma anche doveri.
    La differenza tra il lavoratore italiano e quello tedesco e che il tedesco conosce diritti e doveri, il lavoratore Italiano, i diritti se li prende e se non ci riesce ricorre al sindacato, i doveri li conosce poco.
    Lascia stare gli imprenditori. Se poi ti riferisci a quelli che fanno da bidet ai politici, quelli sono faccendieri non imprenditori.

  6. Beh, signor Scarlatella…quali sono i doveri dei lavoratori? Di farsi inchiappettare ed essere contenti?
    Uno può sopportare un po’
    Prima parla di andare a zappare la terra (il futuro ormai è quello e non lo dico ironicamente ) e poi critica i lavoratori.Come dire…”Siamo nati e dovete morire”

    Forse quelli che conosce lei sono degli sfaccendati e mi dispiace se ha delle difficoltà.

    Comunque il tema di questo articolo è di questa signora Maria che ha fatto più che bene ad alzare la testa e non farsi sfruttare più.
    Il mio consiglio per Maria è che impari bene la lingua e vedrà come si apriranno altre porte.
    La nostalgia ci sarà sempre ma sarà gratificata dai risultati.
    Sua figlia da grande la ringrazierà. Non si ghettizzi frequentando solo i connazionali.

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