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Timbrano cartellino e poi si assentano, niente sconti di pena da Cassazione

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
19 Luglio 2012
Casi e Sentenze //

Comune Taranto, controlli dopo recente caso di assenteismo sul lavoro: truffa di 45 dipendenti (stato@)
TOLLERANZA zero nei confronti degli “assenteisti”, per i quali- dice la Cassazione- non sono ammessi sconti di pena visti i “pregiudizi, sul piano dell’immagine, arrecati all’Amministrazione pubblica”.

In questo momento difficile per tanti lavoratori nella Pubblica Amministrazione, il cui posto potrebbe essere a rischio “revisione”, ecco quindi una sentenza che mostra come in alcuni casi gli impiegati pubblici diano credito ed adito ai luoghi comuni, che da anni perseguitano i dipendenti pubblici. Così la Cassazione ,con la recente sentenza 25781/2012, ha respinto il ricorso di quattro impiegati alla Sovrintendenza per i Beni culturali e ambientali della Regione Sicilia proprio con la motivazione di aver provocato “pregiudizi, sul piano dell’immagine, arrecati all’Amministrazione pubblica”.

In questo modo, la seconda sezione penale della Suprema Corte ha convalidato una condanna per truffa nei confronti di quattro dipendenti in servizio presso la Soprintendenza per il beni culturali e ambientali della Regione siciliana sorpresi, dopo una serie di investigazioni durate dal luglio 2001 al dicembre dell’anno successivo, mentre marcavano i ‘cartellini segnatempo’ per poi uscire subito dopo la timbratura.

Inutile la richiesta avanzata dalla difesa dei quattro impiegati volta alla conversione della pena detentiva in pena pecuniaria e ad ottenere il beneficio della non menzione della condanna. Gli Ermellini di Piazza Cavour, convalidando la decisione della Corte d’appello di Palermo, del 26 ottobre 2011, hanno dichiarato inammissibili i ricorsi dei quattro dipendenti.

Sulla mancata concessione dello sconto di pena, la Suprema Corte ha evidenziato che “i giudici di merito, con valutazione coerente e logica hanno ritenuto che nè del beneficio della non menzione, nè della conversione della pena detentiva in pena pecuniaria, i ricorrenti tutti siano stati meritevoli proprio per la dimostrazione di indifferenza verso i pregiudizi, sul piano dell’immagine, arrecati all’ Amministrazione pubblica”. La pubblica accusa della Cassazione aveva chiesto -per la cronaca- l’applicazione di uno sconto di pena nei confronti dei quattro dipendenti.

Insomma è il caso di dirlo: giustizia (per chi non può nemmeno permettersi un giorno di malattia, rischio decurtamento di stipendio o licenziamento) è stata fatta!

(A cura dell’avvocato Eugenio Gargiulo del Foro di Foggia)

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