Fa molto discutere e di certo non porta bene la foto inviata agli organi di stampa a corredo del comunicato sul tentativo di resurrezione del Consorzio Doc San Severo (nella foto che proponiamo).
Uno scatto con la riproduzione delle etichette di solo cinque cantine, una vera e propria smentita di quanto diffuso dai vertici del GAL Daunia Rurale 2020 (ente che ha attivato l’Azione di promozione) che parlavano di “progetto apripista” in merito al workshop in programma a Vieste nei prossimi giorni.
A ribadirlo la presidente Paki Attanasio in una cordiale chiacchierata nella nostra Agenzia impegnandosi a monitorare tutto il percorso. Eppure non sembra proprio così. Diverse aziende non coinvolte mugugnano, altre hanno già fatto sentire la loro voce e c’è chi addirittura ipotizza esposti in Procura su presunti abusi. In tanti parlano o nicchiano preoccupati solo di accusare in silenzio il paventato colpo gobbo. Diciamo che si poteva evitare questo ulteriore e goffo tentativo di comunicazione che di certo non fa gruppo, a conferma di una strategia tutta immagine (complimenti agli ideatori) e poco costruttiva.
Prendiamo anche per buono l’impegno del presidente Attanasio ma presentarsi così non è certo un buon modo di fare sistema.
Ci auguriamo che riprenda in mano la situazione. Tutti fanno silenzio in una società imprenditoriale locale sempre più passiva e capace solo di fare passerella senza difendersi o presentare proposte alternative. Noi ci siamo rispettando il nostro compito di organo di informazione e continueremo a denunciare questi tentativi – sempre più lapalissiani – di privilegiare pochi a danno di tantissimi altri.
Ultima nota: spiegate una volta per tutte se è un’attività per cinque aziende o il percorso di rinascita del San Severo Doc. Sono due cose diverse.