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14enne consenziente con “partner occasionale”, non è violenza sessuale

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
20 Dicembre 2012
Casi e Sentenze //

(ST - Ph: pianetadonna)
Roma – SENTENZA choc: nessuna violenza sessuale se lei “ci sta”. Nemmeno se la ragazzina in questione ha solo 14 anni e lui 40. Nei giorni scorsi il gup di Trento ha depositato le motivazioni della sentenza con la quale, il 18 ottobre, un uomo è stato condannato (con rito abbreviato) a due anni e quattro mesi di carcere, senza sospensione della pena. Il caso ha fatto molto discutere: secondo il pm aveva commesso una vera e propria violenza sessuale ma il giudice ha stabilito la sola responsabilità per il reato di “atti sessuali con minorenne”.

Il giudice trentino ha deciso che la ragazzina “ha un precoce erotismo”. E diceva di non volere “solo per mettersi a posto la coscienza”. La relazione tra l’adolescente e l’adulto, ricorda molto quella di Lolita e il professor Humbert. I fatti risalgono all’estate 2010. L’uomo spesso riaccompagnava a casa la fidanzatina del figlio. Lo fece anche un pomeriggio d’agosto, quando, fermò l’auto in una zona isolata e la invitò a sedersi accanto a lui.

Poi l’approccio, al quale seguì un rapporto sessuale completo. “Non ha usato la forza – ha poi raccontato la ragazzina ai carabinieri – perché io non ero in grado di reagire. Ero talmente sconvolta…”. Il rapporto non rimase un fatto isolato. Subito dopo infatti iniziò un fitto scambio di messaggi a luci rosse. E proprio questi sms, secondo il giudice, sono “rivelatori di un sorprendente e precoce erotismo” dell’adolescente, che dispone di un “vocabolario dell’eterno erotismo”.

Quando la madre della minorenne scoprì i messaggi, sporse querela. Inizialmente la figlia negava, ma poi scrisse una lettera al padre nel quale ammetteva tutto, spiegando che “lui l’ha fatto contro la mia volontà”. Per il giudice è come se “si fosse svegliata dalla vertigine che l’aveva colta”. Secondo il giudice in ogni caso l’unione fu consensuale”.

Per il giudice, da questa vicenda emergono soltanto i reati di “atti sessuali con minorenne” e di “atti osceni in luogo pubblico”, visto che il rapporto venne consumato lungo una strada. All’uomo sono state riconosciute anche le attenuanti generiche per la “minore gravità” del fatto. L’avvocato della ragazzina, che tra l’altro è suo padre, aveva chiesto mezzo milione di euro di risarcimento danni. “Iperboliche cifre” secondo il giudice, per il quale “non è stata addotta l’esistenza di danni psichici clinicamente rilevanti”. e quindi ha riconosciuto alla vittima solo 80mila euro come danno morale. L’uomo, invece, ha sempre negato di avere avuto rapporti con l’adolescente, liquidando come “un gioco” lo scambio di sms.

(A cura dell’Avv. Eugenio Gargiulo)

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