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Primo sì al demanio fra canoni e ‘valorizzazioni funzionali’

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
21 Maggio 2010
Economia //

Il dirigente del 3^settore 'Bilancio e programmazione' del Comune di Manfredonia (image Stato)
Il dirigente del 3^settore 'Bilancio e programmazione' del Comune di Manfredonia, Francesco Zoccano (image Stato)
F.ZOCCANO, DIRIGENTE 3^SETTORE BILANCIO E PROGRAMMAZIONE COMUNE MANFREDONIA – Intervistato da Stato, il dirigente del 3^settore bilancio e programmazione del Comune di Manfredonia, Francesco Zoccano, conferma i dati relativi alla ricerca condotta dal giornale, focalizzando l’attenzione in ambito territoriale. In particolar modo, il dirigente Zoccano ha da un lato confermato “la difficoltà per i comuni di gestire autonomamente i beni demaniali che lo stato intende trasferire”, così come le (palesi) “resistenze nel bilancio per la formazione di fondi comunali per gli investimenti immobiliari “(necessario un asset di almeno 30-40 milioni di euro, oggi a disposizione dell’uno % degli stessi Comuni). Inoltre, il dirigente Zoccano ha fatto un’analisi sulla situazione attuale per quanto concerne le aree soggette, nel territorio locale, al demanio marittimo: “per quanto riguarda il demanio marittimo l’area in questione in gestione del Comune riguarda la fascia retroportuale che, nel locale, parte dalla radice del Polo di Levante fino all’intera fascia costiera (confine con Zapponeta, canale Peluso ndR)”.

L’IMPORTANZA DELL’ADOZIONE DEL PRC – Un ruolo determinante nella gestione e trasferimenti dell’aree in questione (anche a privati) lo detiene il Piano regionale delle Coste. Dopo l’approvazione da parte della Regione Puglia, a fine luglio 2009, del Prc Piano regionale Coste e Piano regionale delle coste in seguito all’approvazione da parte del Comune di Manfredonia del Pcc delibera comunale adozione Piano coste comune di Manfredonia (delibera Giunta comunale n.159 del primo aprile del 2009) si continuerebbe infatti “solo a rinnovare” i contratti ai singoli privati, relativamente alle concessioni del demanio marittimo sulla costa, in attesa di una nuova definizione delle stesse concessioni (spetta praticamente alla Regione l’adozione finale del Prc, ma non ancora stabilita la reale motivazione alla base della mancata attuazione del piano, nonostante l’adozione a luglio del 2009 – si veda in seguito la nota di Marmo: ‘lobby del cemento’).

PRC E COMUNI – Il Prc fa riferimento ad uno strumento di monitoraggio e pianificazione che prende in considerazione i 974 chilometri di costa pugliese operando la sovrapposizione di studi, temi e questioni legate alla erosione costiera e alla tutela della costa. Sulla base del P.R.C. i Comuni , come detto, avevano il compito di adottare i Piani Comunali delle Coste (P.C.C.) con previsione della zonizzazione, il ripristino dell’assetto costiero e il regolamento degli insediamenti balneari, rimanendo comunque in simmetria con il piano regionale. Sono stati due i parametri che sono stati tenuti presenti dai tecnici per la classificazione delle fasce costiere: l’analisi della criticità dell’erosione e l’analisi della sensibilità ambientale. Con il meccanismo di incrocio dei differenti livelli di criticità all’erosione e di sensibilità ambientale sono scaturiti 9 gradi di tutela che sono il riferimento normativo per tutti i comuni, i quali dovranno privilegiare per l’utilizzo le zone che hanno un basso livello, mentre le zone ad alto livello dovranno essere escluse dalle nuove concessioni. Il lavoro di monitoraggio è stato svolto dal Politecnico di Bari (Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica e Dipartimento di Architettura ed urbanistica) che consente di disporre di dati omogenei sull’intera fascia costiera regionale a cui riferire i Piani Comunali.

MEGA: COMUNI SOTTO PRESSIONI ESTERNE – ”Riusciranno i Comuni, non sempre supportati da competenze professionali all’altezza della specificità delle problematiche di dinamica costiera, ad adottare strumenti tecnicamente validi senza farsi condizionare dalle pressioni che vorranno utilizzare sempre e comunque, e soprattutto subito senza interventi preventivi fra l’altro spesso molto onerosi, i migliori tratti di costa che, purtroppo, sono spesso anche quelli già in parte compromessi?”, disse dopo l’approvazione del Prc della Regione Puglia, Mario Mega, dell’Autorità Portuale del Levante. “Di più, viene precisato che ogni P.C.C. (di competenza comunale) dovrà estendere gli studi all’intera U.F. Unità Fisiografica a cui appartiene (che normalmente comprende più comuni) con ciò rendendo possibili situazioni (tecnicamente non escludibili) in cui le cause dei dissesti e gli interventi di riparazione potrebbero ricadere in un comune differente da quello proponente. Chi gestirà i conflitti? E i rapporti con i porti, sia quelli gestiti dalle Autorità Portuali che dall’Autorità Marittima?”, disse ancora Mega. Una soluzione in merito Mega l’aveva individuata nella responsabilità regionale dello studio delle problematiche di erosione costiera e nel’individuazione ed esecuzione degli interventi di miglioramento lasciando invece ai P.C.C. la pianificazione della gestione demaniale. Si ricorda che i comuni sono autonomi dal 2001 nella gestione del demanio marittimo di compentenza, dal 2008 per le aree portuali (prima di competennza delle Capitanerie di Porto, alle quali spetta comunque la competenza per la proprietà delle aree demaniali, le istanze relative alla sdemanializzazione delle stesse). Per quanto riguarda l’assalto dei privati sulle aree demaniali possibili oggetto di trasferimento, i comuni tenteranno di “preservare la tutela paesaggistica del bene” e di “evitare l’espropriazione delle superficie in questione”.

GESTIONE FASCIA COSTIERA – Per una corretta gestione della fascia costiera occorre poi reperire, ed aggiornare, i dati delle particelle catastali dell’area demaniale e delle concessioni che su esse sono state rilasciate. Al fine di rispettare le prescrizioni della L.R. n°17/2006, prima richiamate, occorre poi ubicare le concessioni nelle particelle catastali, non solo in termini di superficie, ma anche, e soprattutto, in termini di lunghezza del fronte mare occupato, in modo da dare risposta concreta alla norma regionale che richiede un corretto utilizzo e accesso alle aree demaniali marittime per le finalità turistico-ricreative. Dall’analisi dei parametri è risultato che a livello regionale il numero di concessioni per chilometro di costa è 1,11, mentre il rapporto tra l’area delle superficie date in concessione e l’area demaniale è 0,09, ossia il 9%. Analizzando i dati analitici, si osserva che a livello comunale vi è una grande variabilità degli indicatori, dovuta in parte alla carenza dei dati disponibili, che non consentono una analisi per tratti di costa morfologicamente omogenee, ma, principalmente, all’attrattività turistica del tratto di litorale, per fruizione di costa bassa e sabbiosa, ma anche di coste rocciose basse. Per quanto riguarda le coste prevalentemente sabbiose i dati indicano che i seguenti comuni, riportati secondo l’ordine delle Unità Fisiografiche, hanno valori degli indicatori più elevati rispetto alla media regionale: Rodi Garganico, Vico del Gargano, Manfredonia, Margherita di Savoia, Vernole, Ugento, Lizzano, Castellaneta e Ginosa. In particolare ad Ugento il numero di concessioni per chilometri di costa è 4,85, il più elevato a livello regionale; mentre la percentuale di area demaniale data in concessione è massima a Margherita di Savoia con il 38%. Per quanto riguarda le coste prevalentemente rocciose i valori maggiori degli indicatori si hanno nei seguenti comuni: Peschici, Vieste, Mattinata, Molfetta, Giovinazzo, Bari, Fasano, Otranto, Castro, Andrano, Castrignano del Capo, Morciano di Leuca, Racale, Taviano, Nardò e Porto Cesareo, in particolare a Giovinazzo si ha il valore più elevato a livello regionale della percentuale di area demaniale data in concessione, 28%.


AREE DEMANIO MARITTIMO, MAREGGIATE ED EROSIONE: IL PROBLEMA IPPOCAMPO – Mareggiate invernali, il problema Ippocampo e Tutela coste pugliesi, sottoscritta convenzione

DATI FASCIA COSTIERA MANFREDONIA (2009 – PRC) – Per Manfredonia – Area demaniale in metri quadri: 2.298, numero delle concessioni 189, area delle particelle catastali interessate da concessioni (Apc) 67, Aree delle superficie concesse (Ac) 63.514, Lunghezza del litorale (L) 412.788, concessioni al kilometro 3,49, ac/ad 0.18 concessioni demanio marittimo, situazione in Puglia , Rapporto tra il Numero delle concessioni e la Lunghezza del litorale (3,49 – quarto comune Vico del Gargano, Margherita, Mattinata e Manfredonia).

IL PIANO REGIONALE, DELLE COSTE PUGLIESE, MARMO: VERSO UNA LOBBY DEL CEMENTO – “Da Minervini, dal quale come assessore alla Trasparenza, attendiamo risposte sulle oltre 500 consulenze, credo non sappia di cosa stia parlando”. Lo aveva dichiarato a febbraio (prima dunque della nuova legislatura) il consigliere regionale Nicola Marmo (An/Pdl), che rispose all’assessore regionale al Demanio che, su un quotidiano, aveva accusato “la lobby del cemento” quale causa del blocco del Piano Regionale delle Coste. Marmo aggiunge: “Minervini probabilmente non si è letto il Piano Regionale delle Coste. E’ uno strumento scientifico, di studio, non utilizzabile per governare un settore che ha un secolo di vita, tradizioni e regole sancite dal Codice della Navigazione. Il Piano era stato introdotto di soppiatto nel Consiglio Regionale attraverso un articolo che lo approvava “bypassando” una doverosa discussione. Un “golpe” sventato da quanti hanno a cuore le sorti delle coste, altro che “lobby del cemento”. Per attestarlo basterebbe scorrere i proponenti delle osservazioni al Piano, sindacati balneari, comuni associazioni ambientaliste. Non una sola osservazione è stata accolta dai “pasdaran” che farebbero bene a girare, se non il mondo almeno l’Italia, per capire che cos’è l’imprenditoria balneare, e come in Liguria o sulla costa sorrentina abbiano risolto il problema delle falesie, o ancora a Salerno, il ripascimento della spiaggia ed in Emilia Romagna e Toscana la tutela e la salvaguardia delle coste. In cinque anni non c’è stato un solo intervento di tutela perché, quello che il Piano prevede è la morte dell’imprenditoria, la cancellazione dell’esistente in nome di una ideologia falsamente ambientalista ma paleolitica. Nessuno più dei concessionari demaniali – disse Marmo nella nota – è rispettoso dell’ambiente mentre sono quasi sempre gli enti locali ad inquinare, imbrattare ed abbruttire il mare. Minervini chiama a raccolta presunti sostenitori al suo Piano che esistono solo nella sua mente. Si legga, invece, quello che lui stesso ha scritto tre anni fa, nella relazione che accompagnava la modifica della L.R. 17/2006, una legge fatta nell’urgenza, ma obsoleta. Dietro i castelli di sabbia non ci sono le “lobby del cemento” ma, solo il buonsenso. La norma era palesemente illegittima ed anticostituzionale, in quanto, del Demanio la Regione ha solo la gestione, mentre la proprietà, anche delle pertinenze secolari che vorrebbe abbattere con un vulnus proprio per ambiente, è dello Stato”, concluse Marmo.

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“Possiamo scoprire il significato della vita in tre diversi modi: 1. col compiere un proposito; 2. con lo sperimentare un valore; 3. con il soffrire.” VIKTOR EMIL FRANKL

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