Aborti, Zullo: “triste primato: Puglia quinta”

Bari – “LA Puglia è al quinto posto in Italia come numero assoluto di interruzioni volontarie di gravidanza e al primo posto per rapporto di abortività. Tristi primati che, se messi in relazione con la scarsa efficienza e con la pessima qualità dell’offerta di informazione e formazione sanitaria mirata alla prevenzione delle gravidanze indesiderate attraverso la divulgazione delle tecniche e dei metodi contraccettivi, qualificano il ricorso all’IVG come forma di controllo delle nascite e come mezzo di pianificazione famigliare. L’obiettivo da perseguire se si vuole davvero fare prevenzione e rendere un servizio adeguato, è casomai quello di controllare le gravidanze indesiderate non certo quello di impedire le nascite”. Lo sostiene il consigliere regionale del Pdl Ignazio Zulloin una interrogazione al presidente della Giunta e all’assessore alle Politiche Sociali.

“Ai sensi dell’art. 5 della Legge 194/78 – spiega Zullo – il consultorio familiare è la struttura socio-sanitaria, che, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, ha il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.

I dati sopra citati rivelano che questa funzione non viene evidentemente adeguatamente svolta. Chiediamo quindi al Governo regionale se non ritenga di avviare una campagna informativa e formativa atta a prevenire le gravidanze indesiderate attraverso la diffusione della conoscenza e dell’utilità dei mezzi e dei metodi contraccettivi; perché non si realizza un collegamento attivo tra i consultori e le agenzie educative del territorio (scuola, parrocchie, ecc..), oggi praticamente inesistente al fine di raggiungere miratamente e specificamente la popolazione sensibile al fine di ridurre il ricorso all’IVG attraverso la prevenzione di gravidanze indesiderate; quali azioni si intende porre in essere affinchè i Consultori, inseriti nelle politiche assistenziali dei Piani di Zona, possano concretamente intervenire, così come prevede l’art. 5 della L. 194/78, nelle possibili soluzioni dei problemi proposti dalla donna o dalla coppia di genitori affinchè sia aiutata a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza mettendola in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre.

Infine chiediamo quali azioni si intende porre in essere affinchè i Consultori, inseriti nelle politiche assistenziali dei Piani di Zona, possano promuovere , così come prevede l’art. 5 della L. 194/78, ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto”.


Redazione Stato