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Sanità Puglia: truffe e conti sempre più in “rosso”

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
24 Marzo 2010
Editoriali //

Sanità (www.admaioramedia.it)
Sanità (www.admaioramedia.it)
Manfredonia – UNA frana in caduta libera che non si riesce a contenere: questi appaiono oggi i conti del deficit sanitario pugliese nel 2009. Le stime provvisorie preliminari pubblicate nella giornata di ieri, 22 marzo, dal Sole 24 parlano di un disavanzo pari a circa -282 milioni di euro nell’anno 2009 e un valore complessivo pari a -1.158.578.000 euro considerato gli anni tra il 2003 e 2008. Considerato il territorio nazionale, la voragine dei debiti di Asl e ospedali assume dimensioni ancora più preoccupanti: 29 miliardi accumulati dal 2003 al 2009, pari a due leggi Finanziarie di media taglia. Lo spreco della sanità pubblico risulta ancora una volta localizzato nel Meridione, così come sottolineato oggi, attraverso una nota, da Farmindustria. Commentando il rapporto della Guardia di Finanza in materia di spesa farmaceutica nel Lazio, infatti, l’associazione ha denunciato: “Non è più possibile che cinque Regioni (Lazio, Campania, Sicilia, Puglia e Liguria), con il 37% della popolazione nazionale, abbiano accumulato tra il 2003 e il 2008 più dell’80% dei disavanzi nella sanità pubblica”. Farmindustria, prosegue la nota, “da anni chiede più controlli per recuperare risorse che consentano di rispondere sempre meglio alla domanda di salute dei cittadini e al loro diritto di accesso alle cure e all’innovazione. Per risolvere davvero i problemi della sanità, le Regioni devono colpire sprechi e inefficienze ovunque si registrano”.

LE TRUFFE AL SERVIZIO SANITARIO – Sotto accusa, tra i fattori determinanti nel deficit pugliese, sono finite le truffe al servizio sanitario. Ammonta complessivamente a 87.463.223 euro il danno erariale scoperte nel 2009 dai militari della Guardia di finanza. Lo ha reso noto, in un comunicato, l’assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Tommaso Fiore. I dati sono emersi nel corso della riunione della Cabina di Regia costituita dal Comando regionale della Guardia di Finanza, dall’assessorato alle Politiche della Salute e dall’Ares Puglia per verificare i risultati raggiunti nell’anno 2009 in forza della convenzione sottoscritta con la Regione Puglia. I soggetti complessivamente controllati e n.1405 i soggetti denunciati. Sempre nel 2009 sono stati 109 i controlli eseguiti in strutture sanitarie della Puglia; n.60 i soggetti (persone fisiche) denunciati per reati diversi (concorso, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falso ideologico, truffa e truffa aggravata); n.40 i soggetti segnalati all’autorità giudiziaria contabile. Inoltre sono state compiute anche verifiche sul corretto svolgimento da parte dei dipendenti pubblici dell’attività libero professionale intramuraria (Alpi): n.69 i controlli eseguiti; n.32 i soggetti denunciati per reati diversi (peculato, abuso d’ufficio, interruzione di pubblico servizio, simulazione di reato, appropriazione indebita) per un ammontare complessivo della truffa pari a 12.396 euro.

E i conteggi fatti parlano chiaro: nel 2009 tredici regioni hanno cumulato 3,4 miliardi di deficit sanitario. Col Sud e il Lazio al top (3,184 miliardi, 1,3 solo nel Lazio) e con Veneto, Puglia e Basilicata già impegnate a tappare il buco. Ma anche con 8 regioni che escono promosse dall’esame di Tremonti: i bilanci delle loro Asl e degli ospedali sono formalmente in attivo per 152,5 milioni. Tra esse si annoverano Lombardia, Piemonte, Umbria e Marche con i conti in attivo. Le regioni senza debiti e anzi, con i bilanci in positivo accederanno ai maggiori finanziamenti del Fondo sanitario, senza l’obbligo governativo di aumentare tasse e ticket. I conti in rosso della sanità pugliese costituiscono un impegno non più prorogabile per i governanti, e dovranno essere riaggiustare il bilancio dopo le elezioni. A partire dal Lazio, dove il disavanzo tra le entrate e uscite è stato maggiore, anche la Puglia (- 282 milioni) ha esagerato con le esenzioni dai ticket: e ora, così come la Basilicata (-21 milioni), ha preso l’impegno scritto di ripianare il disavanzo con proprie risorse probabilmente con aumenti di ticket, addizionali Irpef e Irap o bollo auto. Nel Sud Italia, a fronte di una spesa sanitaria tra le più alte nell’intera Europa, non si sono ancora conseguiti, a detta di molti pazienti, dei servizi soddisfacenti. Anzi. “Per tacere degli sprechi, del clientelismo, della corruzione, delle collusioni con la mafia, camorra e ‘ndrangheta” – dice Roberto Turno sul Sole 24 -“ e dei servizi scadenti, della tutela sanitaria più bassa che fa scappare al nord in cerca di cure, dei crediti alle imprese saldati dopo due anni. E di ticket e addizionali incorporate”. Stando così le cose il cittadino pugliese viene beffato due volte: da una parte costretto a pagare più tasse, dall’altra sottoposto a subire servizi sanitari sempre più carenti.

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