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CALISSANO Si appropriò dei soldi di Calissano, indagini chiuse sul tutore

Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini ha chiuso le indagini sull'avvocato Matteo Minna, l'amministratore di sostegno di Paolo Calissano

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
24 Giugno 2024
Attualità // Prima pagina //

Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini ha chiuso le indagini sull’avvocato Matteo Minna, l’amministratore di sostegno di Paolo Calissano, l’attore genovese stroncato a Roma il 29 dicembre 2021 da un mix di farmaci antidepressivi.

Minna, difeso dagli avvocati Enrico Scopesi e Maurizio Mascia, è accusato di aver circuito l’attore e di avergli sottratto oltre 500 mila euro.

Oltre a Calissano (il fratello è parte offesa ed è assistito dall’avvocato Santina Ierardi), l’amministratore di sostegno avrebbe sottratto soldi a una donna con problemi di dipendenze (per un totale di 155 mila euro) e ad altri tre amministrati (200 mila euro).

Lo riporta l’Ansa.

A dicembre il giudice aveva disposto gli arresti domiciliari con l’accusa di peculato aggravato, falsità ideologica – perché avrebbe redatto false relazioni di sintesi sull’andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate -, falsa perizia per errore determinato da inganno perché avrebbe indotto in errore il consulente incaricato dal giudice tutelare di Genova di esaminare la gestione patrimoniale e la regolarità dei rendiconti presentati in relazione agli incarichi ricevuti. Per gli investigatori della Guardia di finanza, l’avvocato avrebbe prelevato ripetutamente dai conti correnti degli assistiti cifre che poi sarebbero confluite sul suo conto personale. Tali movimenti di denaro, spesso non rendicontati al giudice tutelare, venivano giustificati quali pagamenti di fatture (false) per compensi per assistenza legale o per altre prestazioni professionali di cui non è stata rinvenuta traccia.

Per nascondere i prelievi Minna ha firmato relazioni periodiche di sintesi ideologicamente false sull’andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate omettendo di riferire su circostanze rilevanti.

Calissano, trovato senza vita la sera del 30 dicembre del 2021 nella sua casa di Roma, era nato a Genova il 18 febbraio 1967. Dopo gli studi a Boston e le prime esperienze nei fotoromanzi, aveva debuttato al cinema (Palermo-Milano solo andata) e in tv, diventando noto al pubblico grazie a serie come General Hospital, La dottoressa Giò, Linda e il brigadiere e soprattutto grazie alle soap italiane Vivere, in cui interpretava il dottor Bruno De Carolis, e Vento di ponente, in cui dava il volto al manager senza scrupoli Guido Mandelli.

Nel 2004 aveva partecipato alla seconda edizione dell’Isola dei famosi, ma si era dovuto ritirare per un infortunio. Negli ultimi anni la sua vita è stata segnata dalle vicenda di cronaca. Nel 2005 era stato arrestato con l’accusa di aver causato la morte della ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra, stroncata da un’overdose nella sua casa di Genova, e aveva patteggiato la pena di 4 anni, scontandola nella comunità di recupero per tossicodipendenti ‘Fermata d’autobus di Trofarello (Torino). Aveva poi ottenuto l’indulto. Era tornato a recitare al Teatro Brancaccio di Roma nel musical A un passo dal sogno, nel 2007. L’anno dopo era stato ricoverato a Genova per un malessere e trovato positivo alla cocaina. La sua ultima apparizione in tv nel 2018, nella fiction di Rai1 Non dirlo al mio capo 2.

Lo riporta l’ANSA.

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