Manfredonia – HO letto con molta attenzione l’editoriale di lunedì 23 novembre 2009, del sociologo locale professore Silvio Cavicchia, su ‘Programmi elettorali, società civile e futuro di Manfredonia’, anche per farne delle sintetiche osservazioni. Si deve constatare, in primo luogo, che è difficilissimo trovare in questi tempi degli esponenti della “intellighenzia” sipontina, pronti ad impegnarsi, senza particolari interessi, per la crescita culturale della città. E’ facile, invece , notare, in prossimità delle elezioni amministrative, dei ‘personaggi’, senza scrupolo, affannarsi, senza tregua, per interessi di parte. Farebbero bene i partiti politici nostrani a selezionare i propri candidati sulla sola base della loro consapevolezza delle annose problematiche cittadine e per la loro giusta risoluzione. Al professore Cavicchia va anche il merito per l’esatta interpretazione che fa dei partiti. E’ risaputo, in letteratura fislofica e sociologica, che queste forme organizzative di massa hanno il precipuo compito di trasmettere ai governanti quella che viene definita la “domanda politica” per l’esatta determinazione del processo di formazione delle decisioni a beneficio del bene pubblico. In Italia e, in particolare, nella nostra cittadina, a mio modesto parere, i partiti politici sono invece diventati diaframma e non tramite delle accresciute istanze civili e sociali delle collettività. Da qui, quindi, uno scherarsi contro la politica dei “professionisti”, un nuovo ceto che anche da noi si autorecluta e si mantiene, che vive “della” politica e non “per” la politica. La voce del professore Cavicchia non rimanga isolata ed inascolatata nei segreti meandri dei palazzi del potere ! Ben vengano, perciò, a livello singolo o con auspicabili associazioni “super partes” uomini che hanno trascorso i migliori anni della loro esistenza a formare ed informare personalità e coscienze giovanili al perseguimento ed alla crescita del benessere comune.
(testo in esclusiva per Stato dello studioso Nicola Ciociola)