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La politica dei munnezzari

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
24 Novembre 2010
Editoriali //

Emma Marcegaglia (image: ilpuntoamezzogiorno.it)
Emma Marcegaglia (image: ilpuntoamezzogiorno.it)
Foggia – “STIAMO operando nella prima parte del ciclo, vale a dire nella raccolta, nel trattamento e nella preparazione del cdr, il combustibile derivato dai rifiuti, che dovrà essere in seguito termovalorizzato per produrre energia. Con investimenti per 150 milioni di euro, questa filiera è stata totalmente realizzata. L’altra parte del ciclo sono invece i termovalorizzatori. Ma qui, eccetto quello di Massafra che funziona in joint venture col gruppo Albanese, siamo ancora fermi, a distanza di anni, sia su Manfredonia che su Modugno. Per partire ci manca sempre l’ultimo pezzo di carta, l’ultima autorizzazione utile”. Lo ha sostenuto Emma Marcegaglia, attuale presidente di Confindustria che, tramite la E.T.A., società di sua proprietà, ha forti interessi in Puglia nel settore della temo distruzione dei rifiuti. Nella nostra regione si è creato infatti una strana filiera che ha strategicamente mescolato le energie rinnovabili, beneficiando dei relativi incentivi UE, con l’incenerimento termico dei rifiuti, ma scatenando le proteste dei cittadini.

“Penso che scattino delle vere e proprie barriere ideologiche e culturali. A livello locale basta che uno o due gruppi o comitati, anche se minoritari, urlino e alzino i toni della protesta per far fermare tutto”, ha risposto la Marcegaglia alle proteste dei cittadini che hanno bloccato la costruzioni dei nuovi inceneritori. A sentire la Marcegaglia il territorio pugliese appare quasi un deserto da conquistare, con popolazioni che pretendono il loro inalienabile diritto alla salute per motivi “ideologici”.“Davvero singolare – ha proseguito il presidente di Confindustria – se si pensa che mentre sui nostri progetti registriamo dichiarazioni di apertura che ne attestano la bontà industriale, anche perchè esprimono il massimo delle cautele ed hanno un impatto ambientale ben al di sotto dei limiti, nella realtà è tutto bloccato, perdiamo soldi e non riusciamo a completare gli investimenti”.

Nel frattempo il decreto sui rifiuti in Campania varato dal Governo e dai ieri pomeriggio all’esame del Quirinale prevede la creazione di nuove gare di appalto per la costruzione dei nuovi termovalorizzatori. Per la militarizzazione dei territori di Acerra alle Regioni è stato chiesto di contribuire allo smaltimento di rifiuti campani accollandosi la quota di 600 tonnellate di umido trattato per un massimo di tre mesi.

Buona parte delle Regioni, tranne Veneto e Piemonte, si sono dette disponibili ad accogliere la spazzatura campana per aiutare – “i fratelli meridionali” – a risolvere l’emergenza rifiuti. Questo il risultato dell’incontro tra i governatori relativi e il ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto. Tutto questo mentre il presidente della Puglia Nichi Vendola ha ricordato che alla stessa regione puglirse era stato garantito un contributo economico pari a 5 milioni di euro per un territorio in difficoltà con lo smaltimento dei rifiuti, ma nonostante l’appello ‘questi soldi non sono ancora arrivati”. ”L’altro punto è politico – ha concluso Vendola – se la Puglia riesce a prendersi altre 50 mila tonnellate al giorno di rifiuti qualche ministro dovrebbe allora evitare di dire che la situazione in Puglia è simile a quella della Campania e della Sicilia. Voglio che mi dicano che la Puglia non sia in emergenza, solo allora mi prenderò i rifiuti campani”.

Ma se la Puglia non è in emergenza rifiuti, a cosa serve allora la filiera di inceneritori della Marcegaglia?


a.delvecchio@statoquotidiano.it

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