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La Consulta boccia norme della Legge pugliese sulla legalità

AUTORE:
Nino Sangerardi
PUBBLICATO IL:
25 Luglio 2016
Editoriali //

Roma. I giudici della Corte costituzionale hanno dichiarato illegittima la Legge n.12/2015 della Regione Puglia : Promozione della cultura della legalità,della memoria e dell’impegno”. In particolare,nella parte in cui si inseriscono anche i conniventi more uxorio e i genitori tra i beneficiari del collocamento obbligatorio(assunzione nella pubblicazione amministrazione)delle vittime della mafia,della criminalità organizzata,del terrorismo e del dovere; e quando si accorda ai destinatari del collocamento obbligatorio permessi retribuiti per 100 ore e parifica le ore di assenza a normali ore di lavoro. In punta di diritto articolo e comma della Legge pugliese, nel disciplinare il trattamento previdenziale delle ore retribuite, hanno leso la competenza esclusiva dello Stato in materia di previdenza sociale.

Il ricorso contro la norma della Regione Puglia è stato promosso dal presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. Quest’ultimo, tramite Avvocatura statale, metteva in luce la violazione di diversi articoli della Costituzione,le discrepanze tra Legge regionale e Legge di Stato che contravvengono al principio di eguaglianza,in quanto generano disparità di trattamento tra i parenti del terrorismo e della criminalità organizzata : persone che nell’identica situazione possono accedere al collocamento obbligatorio in Puglia e non in altre parti del territorio nazionale. Inoltre, secondo i legali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’assunzione in ruolo senza previo concorso si pone in conflitto con l’articolo n.97 della Costituzione che impone il concorso quale modalità di reclutamento del personale delle pubbliche amministrazioni.

La sentenza della Corte costituzionale è stata firmata dai giudici Paolo Grossi(presidente),Alessandro Criscuolo,Giuseppe Frigo,Giorgio Lattanzi,Aldo Carosi,Silvana Sciarra,Giuliano Amato,Mario Rosario Morelli,Nicolò Zamon, Giulio Prosperetti.

(A cura di Nino Sangerardi, autore del testo ‘Quello che i pugliesi non sanno’)

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