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Concessioni demaniali marittime: profili di criticità post adunanza plenaria

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
25 Settembre 2023
Economia // Manfredonia //

Il lavoro di ricerca oggetto di questa pubblicazione (QUI IL FILE INTEGRALE) ripercorre minuziosamente le tappe normative e, soprattutto giurisprudenziali, con le secondo che hanno influenzato le prime, in relazione alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo, soprattutto a seguito dell’effetto dirompente delle Sentenze gemelle dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato.

Partendo dalla disamina di un noto intervento eurounitario, ovvero la direttiva Bolkestein (prende il nome da Frits Bolkestein, Commissario europeo Concorrenza ed il Mercato Interno della Commissione guidata da Romano Prodi nel 2006), che fece emergere, all’interno dell’ordinamento giuridico italiano, evidenti criticità legate all’utilizzo del demanio, in particolar modo al sistema di affidamento delle concessioni demaniali che, con il suo vetusto diritto di insistenza e di rinnovo automatico, poneva precisamente problemi di compatibilità con il principio comunitario della libertà di concorrenza, il legislatore nazionale ha risposto sempre con interventi tampone, mai risolutivi, aventi rango legislativo non in linea con la stessa Direttiva, e soprattutto mai prendendosi la responsabilità di legiferare organicamente una volta per tutte sulla delicata materia.

Manfredonia – PH MATTEO NUZZIELLO

Dal commento dell’ultimo di tali interventi normativi, la L. n. 145/2018,che non ha di fatto mai condotto a un’effettiva riforma del settore delle concessioni demaniali ma piuttosto, considerata la lunga proroga prevista, fino al 2033, emerge l’ennesimo contrasto con l’ordinamento eurounitario, risolto con la disapplicazione della normativa interna contrastante.

Si arriva, quindi, alle Sentenze cd. gemelle dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 17-18 del 9 novembre 2021,che, in mancanza di un intervento del legislatore nazionale, stabiliscono la cessazione delle concessioni demaniali a partire dall’1gennaio 2024, ossia l’incompatibilità della proroga sino al 2033 delle concessioni demaniali con l’articolo 49 del Trattato FUE e con l’articolo 12 della direttiva 2006/123/CE, stabilendo l’obbligo di disapplicazione della normativa nazionale di proroga delle concessioni demaniali marittime da parte non solo dei giudici, ma anche della stessa amministrazione competente.

Ovviamente, l’imminente scadenza dei titoli concessori statuita dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato costituisce, stante l’impatto dirompente su diversi fronti, in primis quello economico, un tema attualissimo e scottante.

L’Autore si sofferma poi sugli effetti potenziali, da scongiurare in vista di una tanto sperata riforma organica, che l’efficacia delle Sentenze gemelle può dispiegare sui titoli concessori, principalmente l’incameramento delle opere inamovibili e la possibilità che senza un’adeguata organizzazione relativa alla indizione dei bandi da parte degli enti gestori, i concessionari potrebbero ritrovarsi ad essere sprovvisti di adeguato titolo concessorio.

Per decenni, con l’emanazione continua proroghe ex lege delle concessioni, si è scelto di prendere tempo piuttosto che provvedere a un necessario ed ormai irrimandabile riordino della materia.

Proprio l’attesa della revisione e del riordino del quadro normativo in materia di rilascio delle concessioni di beni demaniali marittimi “in conformità ai principi di derivazione europea” è stata sin dal 2009 la motivazione con cui il legislatore nazionale ha giustificato la normativa, sempre asserita come transitoria, di proroga delle concessioni demaniali marittime.

La deadline del 31 dicembre 2023 fa pensare che l’attesa sia finita; se da un lato queste carenze o lentezze che dir si voglia del Parlamento e del Governo hanno tentato di placare gli animi degli operatori del settore turistico-ricreativo, preoccupati della sorte delle loro aziende, dall’altro hanno privato gli operatori di mercato di un quadro normativo stabile che consentisse lo sviluppo e l’innovazione dell’impresa turistico-balneare-ricreativa.

Quella che è sempre mancata è un’effettiva legge di attuazione della direttiva e una regolazione della materia con norme vincolanti ed efficaci sull’intero territorio nazionale; sostanzialmente il recepimento della direttiva finora è stato solo formale prevedendo per la concreta disciplina di attuazione ulteriori atti normativi mai intervenuti che hanno determinato una situazione di incertezza del diritto con negative ricadute su un settore strategico per l’economia del nostro Paese, quale quello del turismo.

Considerata l’imminente scadenza delle attuali concessioni e la derivante necessità di un intervento tempestivo, il Consiglio dei Ministri lo scorso 15 febbraio ha approvato la proposta emendativa al disegno di legge n. 2469 “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021” in materia di concessioni demaniali marittime. Tale disegno di legge è stato convertito in L. 118/2022, la quale ha sostanzialmente previsto di disciplinare compiutamente la materia a mezzo di successivi decreti delegati da approvare entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente Legge.

Non è certo semplice ipotizzare come e quando si concluderà questa vicenda, che si trascina ormai da tempo immemore, ma lungi dal voler assumere una posizione, obiettivo fermo, secondo l’autore, deve essere il raggiungimento della chiarezza, anche a vantaggio degli stessi balneatori che hanno investito.

C’è necessità di certezza del diritto, e per gli operatori insediati che hanno perso fiducia nella tutela offerta loro fin ora dall’inerzia legislativa e per gli operatori aspiranti che nella previsione di procedure di gara cercano la loro occasione per proporsi in un settore che, rappresentando una grossa fonte di ricchezza per il nostro Paese, ha ragion d’essere fortemente concorrenziale.

Il dr. Roberto Colucciello

Dott. Roberto Colucciello, Ufficiale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Laureato in Giurisprudenza presso l’Universita’ degli Studi di Foggia, consegue l’abilitazione alla professione di Avvocato.

Consegue successivamente due titoli di laurea triennale, in Operatore Giuridico d’Impresa presso l’Universita’ degli studi del Sannio di Benevento con una tesi sugli strumenti di programmazione negoziata con particolare riferimento al Contratto d’Area di Manfredonia, e nel 2022 Scienze Investigative presso l’Universita’ degli studi di Foggia con tesi in Criminologia, in particolare sull’approccio criminologico ai reati ambientali.

È componente del Registro Nazionale dei Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza, dell’Accademia italiana delle Scienze Forensi, e risulta aver conseguito la qualifica di Esperto Ambientale presso l’Associazione italiana Esperti Ambientali. È altresi Cultore della materia presso il Corso di Laurea in Sociologia e Criminologia presso l’Universita’ degli Studi “Gabriele D’Annunzio “ di Chieti-Pescara.

È autore di alcune pubblicazioni, tra cui Organizzazioni Differenziali e Crimini Ambientali , presentata alla quarta edizione del Forum della Conferenza internazionale di scienze sociali presso l’Universita’ del Molise di Campobasso, e sulla Green Criminology and Green Crime sulla rivista giuridica Cammino Diritto. Settori di interesse: Diritto Amministrativo, Diritto dell’Ambiente, Scienze penalistiche e criminologiche

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