Manfredonia – NON per tutti il Natale è il giorno più bello dell’anno. Per molti, infatti, è un giorno come un altro; per altri, invece, una data persino da cancellare. Le strade rumorose dei festeggiamenti non hanno lo stesso effetto quando arrivano nelle stanze semibuie. Chi deve fare i conti con una malattia, dal fondo del giaciglio lotta silenziosamente per un po’ di pace. Matteo dice del Padre che “fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (V, 45) e a Natale, specie dove è più freddo, la pioggia diventa addirittura neve. Ai cuori induriti dalla mancanza d’amore la felicità altrui suona normalmente incomprensibile; in certe occasioni, poi, ciò che non si capisce fa più male. Per l’infanzia violata e per quella abbandonata, cosa rappresenti ancora il 25 dicembre è una domanda da evitare per tutto il pudore che resta. I bambini sono semplici e assoluti, nelle loro piccole anime la vita si svolge senza ridimensionamenti. Per chi sta solo e non si sente condiviso, la sveglia suona quando gli altri vanno a letto e le vie ancora spoglie del primo mattino possono diventare occasioni di conforto. Natale, poi, è un piatto freddo per i disoccupati, un giorno da dividere con la propria rabbia. Il tempo passa e non fa sconti a nessuno, scorre inesorabile al di là del bene e del male; è una convenzione umana, ma efficacissima, forse l’ipostasi più riuscita. Come è arrivato, anche quest’anno passerà: per chi ci crede e chi no, nel frastuono o nel disagio, buon Natale a tutti.
Io credo che il Natale nella sua essenza sia comunque fonte di gioia nella buona e cattiva sorte. Se tutti ci preoccupassimo di donare noi stessi in questa giornata, condividendo il nostro pranzo con chi é solo, offrendo un pò del nostro benessere a coloro che vivono in miseria e illuminando una stanza buia con un sorriso o conforto,e provando stupore, guardando il mondo con gli occhi semplici di un bambino, il Natale, allora, non sarebbe uno scontento!