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CRIMINALITA' ORGANIZZATA Mafia foggiana, Francavilla: “D’Auria chiese aiuto ai clan”

L'accusa è stata mossa dal collaboratore di giustizia Giuseppe Francavilla durante il processo contro Giovanni Putignano, accusato di tentata estorsione ai danni dell’imprenditore agricolo.

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
26 Giugno 2024
Cronaca // Foggia //

Lazzaro D’Auria, noto esponente dell’antiracket foggiana e membro dell’associazione “Luciani”, è stato accusato di aver chiesto aiuto ai clan Moretti e Sinesi-Francavilla per liberare i suoi terreni a Borgo Incoronata da alcuni agricoltori che li occupavano. L’accusa è stata mossa dal collaboratore di giustizia Giuseppe Francavilla, noto come “Pino Capellone”, durante il processo contro Giovanni Putignano, un uomo di 45 anni di Torremaggiore vicino ai Moretti, accusato di tentata estorsione ai danni dell’imprenditore agricolo. D’Auria e l’associazione Antiracket si sono costituiti parte civile nel processo.

Francavilla ha affermato che gli agricoltori sarebbero stati allontanati tramite azioni intimidatorie da lui organizzate. Secondo l’accusa, i clan avrebbero chiesto un pizzo di 200mila euro alla vittima, oppure la rinuncia all’acquisto di terreni comunali. Per questa vicenda, il boss Rocco Moretti, soprannominato “il porco”, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione, e il suo alleato di San Severo, Giuseppe La Piccirella detto “il professore”, a 3 anni e 6 mesi. Putignano è ancora sotto processo.

Francavilla, in videocollegamento, ha ricordato di aver incontrato D’Auria in un locale di via Telesforo nel 2016, in presenza di Rocco Moretti, la figlia di Moretti, Franco Tizzano, e Domenico Valentini, noto per essersi suicidato in carcere. “L’incontro avvenne perché D’Auria aveva acquistato terreni all’asta dietro Borgo Incoronata, su cui altri lavoravano da anni e non volevano andarsene. D’Auria chiese il nostro intervento per farli sloggiare e prendere possesso delle sue proprietà. Eravamo io e Rocco Moretti a decidere sulle estorsioni a Foggia in quel periodo”.

Francavilla ha dichiarato che i clan avevano concordato un pagamento di 200mila euro e alcuni ettari di terreno da coltivare. Tuttavia, non si arrivò mai all’esecuzione dell’accordo a causa di nuovi conflitti tra i clan. Francavilla ha inoltre menzionato atti intimidatori contro gli agricoltori, pur non partecipando direttamente a essi.

D’Auria ha smentito categoricamente le affermazioni di Francavilla: “Non è vero. Francavilla venne in via Telesforo ma non lo riconobbi. C’erano Valentini, Moretti, la figlia ed altre persone. Francavilla me lo presentò Moretti. In vari incontri, ho sempre ribadito che non volevo pagare. La prima volta che vennero i loro scagnozzi presso la mia azienda, Valentini e altri, volevano denaro. Non ho mai chiesto a Valentini di liberare i terreni. Questa è solo un tentativo di infangare il mio nome. I terreni furono liberati grazie alle forze dell’ordine e alle squadre antisommossa. Se fossi stato d’accordo con i clan, perché mi avrebbero incendiato i terreni e distrutto i miei averi?”.

Lo riporta L’Immediato.net

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