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A CURA DI TOMMASO RINALDI Manfredonia. Elezioni Amministrative 2024: la conta dei numeri

"Come sempre, i numeri non perdonano, con buona pace di chi commenta con post che nulla aggiungono"

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
26 Giugno 2024
Manfredonia // Politica //
Manfredonia. Con la vittoria indiscussa e indiscutibile di Domenico la Marca si chiude una campagna elettorale poco appassionante e, se vogliamo, abbastanza soporifera. Come sempre, i numeri non perdonano, con buona pace di chi commenta con post che, oltre a contribuire al suicidio assistito della grammatica e della sintassi, nulla aggiungono alla comprensione delle dinamiche elettorali se non qualunquismo spiccio e inutili invettive da bar anni ‘70.
Al di là di chi sta dietro, davanti, di sguincio, sopra o sotto, la storia di questa città racconta che il centrodestra ha sempre fatto enorme fatica nelle amministrative; tant’è che l’unico vero, grande spavento per il centrosinistra fu costituito dal clamoroso recupero di Foglia su Campo nel ballottaggio del 2000, con cui ci fu il rischio di ribaltare il risultato del primo turno. Per il resto sempre e solo pesanti sconfitte, nonostante onorevoli e consiglieri regionali, la cui presenza regalò, A.D. 2015, persino un mirabolante 7,48% di lista e un 17,49% al candidato sindaco.
Certo, c’è stata la vittoria di Rotice nel 2021; ma si può definire di “centrodestra”, una vittoria costruita grazie all’apporto fondamentale di colonne storiche della sinistra, direttamente e… indirettamente? Se non si conosce la propria storia, non ha senso ululare contro chi “sta dietro” (gli altri), “eh, ma nelle sezioni fanno imbrogli” (gli altri), “vabbè, ma quelli promettono posti di lavoro” (gli altri), “li vanno a prendere casa per casa per votare” (sempre gli altri) e tante altre amenità di questo tipo; creare consenso, chiedere ed ottenere voti è gioco di squadra, di sostenitori e familiari che si mettono al tuo fianco per farti arrivare al traguardo, possibilmente vincente, perché da soli non si va da nessuna parte.
Ci si è mai chiesto quante persone può incontrare, ogni giorno, un candidato per spiegare la sua idea di città (ammesso ne abbia una…)? 10? 15? In un mese quanti ne può incontrare? 400? 500? E supponendo che abbia una capacità di persuasione elevatissima, diciamo 40%, quanti voti potrebbe prendere? 200? 300?
Per arrivare a 400-500-600 ci vuole altro: una community che spinga, un partito che funzioni, un nucleo familiare importante, un gruppo commerciale o industriale che supporti; insomma, tanta gente che ci crede e che crede in quel candidato (ovviamente, parlo di pratiche lecite).
Gli americani le chiamano lobby e dovremmo renderle anche noi trasparenti, facendole emergere alla luce del sole, in modo che si sappia, senza sotterfugi, chi finanzia chi, quanti soldi investe (e detrae…), e così via; in questa campagna elettorale, va dato atto a Domenico La Marca di aver introdotto il cosiddetto Fundraising elettorale, ovvero un sistema di raccolta fondi totalmente trasparente, che gli ha consentito di stabilire, tra l’altro, il record di raccolta fondi per un’elezione politica in Italia. Tornando ai numeri, rispetto alle ultime amministrative, la debacle di Forza Italia (-47%), Strada Facendo (- 39%) e Città Protagonista (-21%) testimoniano, senza alcun dubbio, quanto siano stati inefficienti ed inefficaci i due anni di governo sotto la loro guida.
Molto negativa anche la performance di Agiamo che, non potendo sfruttare il trainante santino elettorale dell’epoca, ha perso il 34% dei consensi; così come il M5S ( -14% di voti), nonostante la Capitanata sia stata l’unica area territoriale, a livello nazionale, nella quale il M5S ha ottenuto brillanti risultati, grazie soprattutto alla presenza di Conte.
Al contrario, chi ha ben sfruttato il vento favorevole sono stati il PD (+50%), CON (+20%) e Fratelli d’Italia (+43%) quest’ultimo partito favorito da un dato iniziale davvero molto basso per una forza politica che si attesta al 30% a livello nazionale mentre, a livello locale, nonostante il miglioramento, non è andato oltre uno striminzito 3,3%, un quarto del quale grazie ad un solo candidato.
Tra i candidati sindaco Vincenzo Di Staso è parso la vittima sacrificale di quella parte di vecchia maggioranza che non ha trovato sponde né alleati per provare a salire nuovamente vincenti a Palazzo San Domenico, perciò fuori dai giochi fin dall’inizio.
Antonio Tasso, ancora una volta, ha dimostrato scarsa lungimiranza politica; infatti, se avesse accettato l’apparentamento con Ugo Galli, in caso di vittoria avrebbe ottenuto ben 4 consiglieri comunali per la sua coalizione e la concreta possibilità di incidere profondamente sulle scelte future della città.
Ugo Galli si è giocato la sua partita fino all’ultimo, ma è sembrato un uomo solo al comando e un po’ slegato dal resto della coalizione; quasi certamente, non ha avuto il tempo necessario per amalgamare e creare entusiasmo in gruppi elettorali abbastanza eterogenei.
Domenico La Marca, infine, ha avuto il grande merito di non disunirsi davanti agli attacchi pesantissimi e senza senso riservatigli dal “fuoco amico” ma, soprattutto, è stato bravo a fare sintesi e creare il giusto clima e il corretto entusiasmo in una coalizione che, comunque, resta abbastanza eterogenea.
Sui singoli candidati andrebbe fatta una riflessione approfondita per capire meglio cosa ha determinato alcune performance; qui, tuttavia, mi limito solo al dato statistico puro e semplice.
Tra coloro che hanno ottenuto le migliori performance della futura maggioranza troviamo:
Paola Leone, da 128 a 439 (+243%); Simone Cecilia, da 168 a 343 (+104%); Gentile Matteo, da 265 a 540 (+103%); Valentino Rita, da 347 a 662 (+91%);
Quitadamo Michelina, da 181 a 323 (+78%); Castriotta Gino, da 295 a 417 (+41%); Iacoviello Michele, da 471 a 650 (+38%); Ognissanti Gianpio da 378 a 521 (+38%); Schiavone Francesco, da 467 a 619 (+32%).
Tra i consiglieri di opposizione:
Totaro Gianluca, da 323 a 472 (+46%) Di Bari Marco, da 185 a 254 (+37%), Rinaldi Liliana, da 314 a 336 (+7%).
Tre casi particolari da segnalare; pur avendo ottenuto un risultato inferiore rispetto alle ultime elezioni, riusciranno comunque ad entrare in consiglio comunale D’Anzeris Antonietta, da 457 a 430 (-6%) in maggioranza e Massimiliano Ritucci, da 364 a 277 (- 24%) tra i banchi dell’opposizione, mentre D’Ambrosio Maria, perfetta sconosciuta, entra in consiglio comunale con più voti di Maria Teresa Valente (ben 497 a 482), battagliera consigliera di opposizione dell’ultima consiliatura, nonché ex candidata sindaco delle ultime amministrative: uno dei tanti “misteri” che ci riservano le amministrative.
Questa la semplice conta dei numeri, ma si sa che tra “contare” e “pesare” passa tutta la differenza del mondo; ora toccherà a Domenico La Marca saperli pesare, attribuendo ruoli e funzioni a persone in grado di imprimere la tanto attesa svolta della città non più rinviabile.
P.S.: Sarebbe interessante chiedere agli elettori di candidati da centinaia di voti che non prendono mai la parola nell’assise comunale, se sono soddisfatti di come venga utilizzato il loro voto; ma questa è un’altra storia.
A CURA DI TOMMASO RINALDI
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4 commenti su "Manfredonia. Elezioni Amministrative 2024: la conta dei numeri"

  1. E non dimenticate che la passata legislatura annoveró un fatto storico unico: tre parlamentari di Manfredonia. Da tre père d scarp vicchjie ninnì putùte assi nu père d chianill? Lo chiedo per un mio amico che vorrebbe fare il calzolaio.

  2. Buongiorno a tutti,
    scrivo questo commento per sensibilizzare tutti i miei concittadini al riguardo un’annosa questione che sta facendo notizia in questi giorni. E’ di ieri la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica della ormai tristemente noto DDL Calderoli, ovvero l’autonomina differenziata (cit. leggi Secessione). Questa legge, che definire una porcata è dir poco, ha come unico obiettivo quello di utilizzare le risorse prodotte da un territorio nel territorio stesso. E’ superfluo dire che le regioni come la Lombardia e il Veneto, che hanno un PIL elevato, riceveranno enormi vantaggi da questo DDL mentre noi del SUD verremo notevolmente penalizzati. Cosa prossimo fare per cercare di opporci? Dovremmo evitare in blocco di votare per il centro destra, vedere che a questa tornata Fratelli d’Italia ha preso 875 voti e Forza Italia 1604 va davvero male. Come fa male sapere che dei parlamentari del SUD hanno votato a favore di questa legge che danneggia le loro regioni e penalizza i propri familiari. Chiedete spiegazioni ai rappresentanti del CDX di come Fratelli d’Italia e Forza Italia, chiedetegli di come abbiano potuto accontentare quelli della Lega per la messa in atto di un progetto folle e distruttivo per noi. Prende coscienza di quello che sta accadendo e ribelliamoci, altrimenti saremo destinati a soccombere!

  3. Questo Rinaldi è un altro “cuore fuso”, politicamente nullo con la -di ricandidarsi perchè non se lo fila nessuno e allora spara -ovunque per sentirsi grande, -. Se eri buono ti candidavi ——-

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